martedì 12 luglio 2016

Vinculì e vinculà

La piattaforma Rousseau del M5S è stata collaudata.
Permette fare proposte per nuove leggi.

Una delle proposte presenti ... chiede il vincolo di mandato.

Dei pro e dei contro si è parlato diverse volte, ma si può fare qualche considerazione addizionale in vista del referendum di Ottobre (che forse neanche sarà fatto comunque).

È illogico chiedere il No a Ottobre, e poi essere per il vincolo di mandato.

Il vincolo di mandato infatti è permeato di spirito di Riforma Boschi.
Se la direzione è agilizzare per una persona o un piccolo gruppo il controllo e centralizzare decisioni, rendendo improbabile il dissenso, la critica, il dibattito e l'opinione alternativa, il vincolo di mandato è una regola perfettamente complementare.


È notevole invece, che nessuno propone il vincolo all'elettore!
Il vincolo di politico e partito all'elettore non è mai esistito!

Gli stadi di crescita della democrazia sotto l'aspetto elettorale sono finora tre:

1. Suffragio per genere maschile e stato libero.
2. Abolizione della schiavitù (universalizzare lo stato non libero)
3. Suffragio universale senza più distinzione di genere.

Per completare lo sviluppo della democrazia, ovvero, per avere vera e completa democrazia, è necessario il vincolo dell'eletto a chi lo elegge.
Questo passo non si è mai fatto!

La buona notizia è, che in questo decennio la consapevolezza, che le elezioni non creano un governo democratico, è cresciuta, e si esprime con una attitudine antisistema.


Ma la consapevolezza non si è ancora razionalizzata.
Le masse elettorali insoddisfatte sono confuse e adducono il fatto, che col voto non si cambia niente, alla corruzione, all'incapacità, alla debolezza dinanzi alle tentazioni delle lobby, etc.

La ragione invece, come potete già immaginare, è proprio, che i partiti non sono vincolati.
E si è consolidato, che sono organizzazioni specializzate in attirare voti, e mantenere vincoli con tutto, fuorché i propri elettori.

Perché non si è fatto il quarto passo?
Perché col suffragio universale si è creata l'illusione, che la democrazia è completa, e non più perfettibile.
(La realtà invece è, che la democrazia è arrivata solo alla versione 0.3, e le mancano le gambe per camminare!)

L'illusione è difficilmente percettibile, perché il meccanismo elettorale segue regole applicate nelle relazioni umane da prima che cominciasse la storia e l'organizzazione della società.
La regola in particolare alla quale mi riferisco, si usava probabilmente tra i neandertaliani.
E la conosciamo, usiamo e subiamo tutti, dai nostri primi anni di vita.
È un modo di interagire.
La parte attiva sono i genitori, l'autorità, la parte che detiene il potere.
La parte passiva sono i figli.

L'interazione ha lo scopo di limitare le opzioni e le libertà dei figli, offrendo scelte alternative di altro rango.
Per esempio: I figli vogliono andare al cinema a vedere un film. I genitori lo considerano troppo violento, per cui offrono un "menu" di scelte: 1) Comprare una pizza da mangiare in casa; 2) Andare a mangiare un gelato; 3) Saltare la messa di Domenica mattina e rimanere a letto.
Tale tipo di interazione è antichissima, ma è solo stata riconosciuta e studiata negli anni sessanta.
In psicologia le si da il nome "doppio legame". (Bateson/Watzlawick/Sluzki)
È un rapporto tra autorità e parte sottomoessa.
Quindi è certamente un rapporto dove la democrazia è totalmente assente.
Non è un processo formativo democratico!

Le elezioni "democratiche" sono quindi un doppio legame.
Sono tutto, fuorché democratiche.
Se fossero democratiche, ci sarebbero due parti attive: L'elettorato e l'eletto.
L'eletto sarebbe automaticamente vincolato.
Invece di vincolarlo al partito (e quindi a dove si inclinano gli interessi aperti o non dichiarati di chi gestisce il partito), chi veramente vuole la democrazia cerca il vincolo tra elettore ed eletto!

Dopo tanta teoria asciutta potrebbe sorgere il sospetto, che vincolare i politici all'elettore deve essere una cosa orrendamente difficile da fare.
Una cosa che comincerebbe con installargli una webcam 24 ore alla testa, come descritto in "The circle" di Dave Eggers.

Invece la vincolazione è banalmente semplice.
È almeno dieci volte più semplice della riforma elettorale Boschi.

Ho parlato di doppio legame.
Chi è legato, è l'elettore.
Lo si è legato a dover accettare il menu offerto.

Se i figli vogliono andare al cinema, finiscono o con la pizza, col gelato, o senza messa.
Così, se l'elettore vuole zero corruzione, trasparenza, politica sociale, si porta a casa il jobs act, la legge salvabanche, e la riforma Boschi.
L'elettore ovunque sa, che non è in grado di condizionare l'offerta politica.
E sa     CHE NON ESISTE ASSOLUTAMENTE MANIERA PER RIFIUTARE IL MENU E FAR PESARE AI PARTITI IL PROPRIO RIFIUTO.
Infatti, rifiutare, e non votare ... non causa assolutamente nulla!

È come se un mercante viene a vendere le sue merci, e ha la garanzia che sarà pagato ogni giorno come se le avesse vendute tutte!
Con una garanzia cosi, puo vendere quello che producono i suoi amici. Non curarsi della qualità. E ignorare quello che gli chiedono i potenziali clienti.

Quale sarebbe la maniera per vincolare il politico al voto?
FACENDOLO DIPENDERE DAL VOTO!

Detto in termini estremi:
Se non c'è voto, il politico non esiste!
E detto in termini estremi, attualmente il politico oggi senza voto esiste e sta beato, felice, esuberante, e sfacciato!

Il politico e i partiti devono sentire, che se potevano ottenere dieci, e hanno ottenuto solo 7, realmente hanno 3 in meno!
Solo se si mantiene la mancanza, (espressione del rifiuto), si crea spazio per offerta diversa, potenzialmente più vicina all'elettore.

Quindi per fare un riassunto, se il 30% di elettori non va a votare, un 30% in meno di politici avrà da mangiare!

Avremmo allora una concorrenza tra lobby e elettorato. Perché entrambi sono fonte di ingresso per politici e partiti.
Niente contro le lobby: Anche le lobby hanno interessi, e hanno il diritto di cercare di ottenere vantaggi.
Ma ci sarà un equilibrio, perché finalmente ci sarà politica che cercherà il voto dell'elettore, e si ridurrà la politica che crea privilegi, bolle protettive per farabutti e arraffoni, o che si gestisce padronalmente e presenta candidati vincolati e privi di iniziativa (e a volte anche senza intelligenza).


Questo è il discorso principale su una riforma elettorale.

Quanto è fattibile un cambio così piccolo, che ai partiti non piacerà affatto?
È fattibilissimo!
Si usano gli strumenti democratici a disposizione, e si lasciano stare da parte le idee utopiche.
Nessuno dei partiti esistenti vorrà adottare una intenzione di questo genere.
Quindi si deve creare un partito apposito. E invitare gli astensionisti a votarlo.
È la strategia più antisistema pensabile, e l'elettorato è perfettamente maturo per sostenerlo con convinzione.

In Italia la possibilità sarebbe quella di cercare coalizione col M5S, a patto che tra le prime azioni si faccia la riforma elettorale.

Una riforma deve necessariamente essere spacchettata, per non mischiare cose che possono ridurre l'accettazione.
Una cosa è creare la democrazia in versione 0.9 (la versione 1.0 si ottiene quando si usa la versione 0.9), altra è aggiungere clausole intelligenti, che sicuramente hanno pro e contro.

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