Ci sono dozzine di opinioni sul da fare, ma solo una scelta da fare.
È oltremodo ovvio, che chi non ha governato vuole le elezioni anticipate. Le possibilità di arrivare al governo in questo momento sono elevate.
Berlusconi - e sarebbe una grande sorpresa se non fosse così - preferisce la continuazione dello stato attuale, sotto la guida delle sue marionette.
Grillo dice che Monti praticamente è la seconda scelta peggiore.
Io non sono nessuno, ma per ragioni che ti saranno comprensibili tra qualche frase, credo di sapere cosa si deve fare.
Delle tre posizioni descritte, non vado d'accordo con nessuna.
Le prime due sono posizioni di interesse per il potere. La terza non la vogli ocommentare. Forse Grillo ha qualche ragione, ma non posso dargliela in questo caso. E non sto affatto dicendo che un governo guidato da Monti sia la soluzione giusta.
La cosa giusta da fare è:
Elezioni anticipate NO. Già solo per il tempo necessario, e l'incertezza generata, si devono scartare.
Il principio che deve servire da guida è invece generare fiducia. E non in Italia.
Chi ci dice quindi qual è il candidato e il governo migliore, stavolta sono i mercati esteri.
Delle soluzioni proposte attualmente, Monti sembra la scelta migliore. Sembra anche improbabile, che nel corso dei prossimi giorni si presenti un'alternativa più accetta.
Io quindi, se fossi al Parlamento, stavolta mi asterrei dal fare politica di partito (e potere) e appoggerei il candidato preferito dei mercati.
Sono d'accordo con gli indignados, che i mercati stanno rovinando le economie nazionali, ma la colpa è degli sprechi e delle spese troppo alte dei governi.
E in ogni caso, cercare di andare contro corrente - da quel che si vede chiaramente da diversi mesi, solo ingrossa la corrente e la rende più minacciosa.
Ripeto quindi, che ora si deve accettare e sostenere la pecora che segue il corso prescritto da fuori, per calmare le acque i ridurre il fuoco.
Ma allo stesso tempo si deve cominciare a cercare una soluzione internazionale per controllare le spese nazionali (aumentando l'efficienza, riducendo il costo degli stipendiati, evitando sprechi e facendo investimenti che generano impiego).
La pecora si manda avanti e con calma si riprogetta la logistica.
venerdì 11 novembre 2011
mercoledì 9 novembre 2011
Grazie!
Ho scelto il titolo corto, ma le considerazioni da fare sono moltissime.
Il Grazie è rivolto al Cav. Silvio Berlusconi.
Ed è a doppia sfaccettatura.
Una volta il grazie diretto, per togliersi di mezzo (in apparenza).
Il grazie vero però è maligno:
Silvio, grazie per non essere così furbo come ti credi!
Il gioco lo controlli in Italia, e ciò ti ha fatto credere, che le cose le risolvi allo stesso modo anche quando ci sono pressioni dall'estero!
Lo spread sale? E tu a dire due frasi, che non è giustificato.
Ti riducono il rating? E altre due frasi, che è una mossa non sostenuta dalla realtà.
E così via.
Mentre invece il grosso dell'energia tu e i tuoi lo riservate a spingere legge e emendamenti che fanno molto comodo a te.
Grazie quindi, per aver sottovalutato il resto del mondo!
Dove tu non comandi, sono preoccupati per i loro soldi, e sanno benissimo, che sotto la tua guida l'Italia fa tre passi per crearti uno scudo protettivo e un passo per tutto il resto delle cose.
Non è un grazie al mondo, per aver risolto un problema dell'Italia. Lo hanno fatto nel loro interesse.
Ma comunque siamo grati.
Il siamo include mezz'Italia.
Il che suona positivo.
E invece dubito che lo sia.
Primaditutto, la ritirata di berlusconi dal palco non vuol dire tanto. Il suo partito è nel vero senso della parola "suo".
È un organismo composto da parecchi avvocati, che hanno il compito principale di salvaguardare il Condottiere. E sono sicuro, che la maggioranza non smetterà di fare diligentemente il proprio lavoro, solo che perlomeno non sarà più per proteggere le massime cariche dello Stato, bensì coloro che nuotano nel capitale.
L'altra cosa che speriamo cambierà è che ci dovrebbe essere meno ricorso al voto di fiducia per passare le "leggine" che col Referendum avevamo negato.
Il prossimo governo potrebbe essere nuovamente di centrodestra, con pressappoco gli stessi personaggi.
Potrebbe anche essere di Centrosinistra con pressappoco i personaggi attuali di Opposizione, che finalmente trovano un accordo basato sulla volontà di governare.
Ma continuo a non credere in nessuna delle due possibilità.
Di sicuro non voterò nè per l'uno, nè per l'altro schieramento. Se rimane una terza opzione (non intendo il terzo polo), la studierò.
Io continuo a sperare in un movimento serio, responsabile, e deciso a far pulizia.
Non cerco i miracoli e la genialità. Forse ci sono, ma a cambiare le cose si può anche prendere un granchio e fare più danno che bene.
Per cominciare, preferisco chiedere tagli allo spreco nell'amministrazione pubblica.
Chi lavora per la comunità deve veramente lavorare. Il superfluo deve essere eliminato completamente.
Si deve perseguire il massimo dell'efficienza.
Chiedo anche tagli alle spese militari. Tutto ciò che non è veramente necessario si lascia per tempi migliori. Tagli alle spese di appoggio al culto (non dico a zero, anche se sono ateo, ma ci devono essere, perchè tocca a tutti stringere la cintura).
Il resto del pacchettone, sia privatizzazioni o altre cose, lo lascio alla discussione. Ma certi settori preferirei non toccarli. Preferirei lasciare fondi per appoggiare progetti economici privati (però non alla maniera della Sinistra, che finisce per favorire imprenditori disonesti. Se come Stato ti presto o ti do soldi, perlomeno per un certo tempo sono tuo socio e posso prendere il comando in qualsiasi momento sia necessario ...).
Se governa la Sinistra, mi aspetterei l'abolizione di tutte le leggi pro Silvio nel giro di massimo sei mesi. Sarebbe il minimo che devono al paese!
È il 9 de Novembre 2011 in Italia.
Non ho ancora perso la speranza che la politica dei paesi democratici migliori prima che io muoia.
Posso contribuire con qualche piccola idea (studiata per provocare cambi graduali, però in modo naturale).
Tocca a voi, 60 milioni di paesani, volere il cambio, mettervi d'accordo su alcune cose basilari, e fare forza assieme per ottenerle.
Il Grazie è rivolto al Cav. Silvio Berlusconi.
Ed è a doppia sfaccettatura.
Una volta il grazie diretto, per togliersi di mezzo (in apparenza).
Il grazie vero però è maligno:
Silvio, grazie per non essere così furbo come ti credi!
Il gioco lo controlli in Italia, e ciò ti ha fatto credere, che le cose le risolvi allo stesso modo anche quando ci sono pressioni dall'estero!
Lo spread sale? E tu a dire due frasi, che non è giustificato.
Ti riducono il rating? E altre due frasi, che è una mossa non sostenuta dalla realtà.
E così via.
Mentre invece il grosso dell'energia tu e i tuoi lo riservate a spingere legge e emendamenti che fanno molto comodo a te.
Grazie quindi, per aver sottovalutato il resto del mondo!
Dove tu non comandi, sono preoccupati per i loro soldi, e sanno benissimo, che sotto la tua guida l'Italia fa tre passi per crearti uno scudo protettivo e un passo per tutto il resto delle cose.
Non è un grazie al mondo, per aver risolto un problema dell'Italia. Lo hanno fatto nel loro interesse.
Ma comunque siamo grati.
Il siamo include mezz'Italia.
Il che suona positivo.
E invece dubito che lo sia.
Primaditutto, la ritirata di berlusconi dal palco non vuol dire tanto. Il suo partito è nel vero senso della parola "suo".
È un organismo composto da parecchi avvocati, che hanno il compito principale di salvaguardare il Condottiere. E sono sicuro, che la maggioranza non smetterà di fare diligentemente il proprio lavoro, solo che perlomeno non sarà più per proteggere le massime cariche dello Stato, bensì coloro che nuotano nel capitale.
L'altra cosa che speriamo cambierà è che ci dovrebbe essere meno ricorso al voto di fiducia per passare le "leggine" che col Referendum avevamo negato.
Il prossimo governo potrebbe essere nuovamente di centrodestra, con pressappoco gli stessi personaggi.
Potrebbe anche essere di Centrosinistra con pressappoco i personaggi attuali di Opposizione, che finalmente trovano un accordo basato sulla volontà di governare.
Ma continuo a non credere in nessuna delle due possibilità.
Di sicuro non voterò nè per l'uno, nè per l'altro schieramento. Se rimane una terza opzione (non intendo il terzo polo), la studierò.
Io continuo a sperare in un movimento serio, responsabile, e deciso a far pulizia.
Non cerco i miracoli e la genialità. Forse ci sono, ma a cambiare le cose si può anche prendere un granchio e fare più danno che bene.
Per cominciare, preferisco chiedere tagli allo spreco nell'amministrazione pubblica.
Chi lavora per la comunità deve veramente lavorare. Il superfluo deve essere eliminato completamente.
Si deve perseguire il massimo dell'efficienza.
Chiedo anche tagli alle spese militari. Tutto ciò che non è veramente necessario si lascia per tempi migliori. Tagli alle spese di appoggio al culto (non dico a zero, anche se sono ateo, ma ci devono essere, perchè tocca a tutti stringere la cintura).
Il resto del pacchettone, sia privatizzazioni o altre cose, lo lascio alla discussione. Ma certi settori preferirei non toccarli. Preferirei lasciare fondi per appoggiare progetti economici privati (però non alla maniera della Sinistra, che finisce per favorire imprenditori disonesti. Se come Stato ti presto o ti do soldi, perlomeno per un certo tempo sono tuo socio e posso prendere il comando in qualsiasi momento sia necessario ...).
Se governa la Sinistra, mi aspetterei l'abolizione di tutte le leggi pro Silvio nel giro di massimo sei mesi. Sarebbe il minimo che devono al paese!
È il 9 de Novembre 2011 in Italia.
Non ho ancora perso la speranza che la politica dei paesi democratici migliori prima che io muoia.
Posso contribuire con qualche piccola idea (studiata per provocare cambi graduali, però in modo naturale).
Tocca a voi, 60 milioni di paesani, volere il cambio, mettervi d'accordo su alcune cose basilari, e fare forza assieme per ottenerle.
martedì 18 ottobre 2011
Elecciones 1:1 ; Abstención = asientos vacios en Parlamento y Senado ; Quórum
1. La formula con la cual se asignan asientos en las Cámaras son pura Convención definida por leyes de alguna mayoría. SE PUEDEN MODIFICAR!
2. La abstención es NO DELEGAR. No tener en cuenta las abstenciones es tradición, sin ninguna justificación legal. Así como se ignora la abstención se puede tener cuenta de ella!
3. La propuesta en breve:
- Se dejan cuotas mínimas para no fraccionar demasiado.
- Se asignan asientos de forma directamente proporcional a los votos.
- Votos nulos, en blanco, o a partidos que no pasan el mínimo se transforman en asientos vacíos.
- Si los votos válidos no alcanzan el 50% + 1, la elección no es valida.
Consecuencias (en esto está la parte interesante!):
La abstención es expresión de voluntad de voto y tiene efectos.
Se reduce el costo político. Menos sueldos, menos reembolsos por campañas a candidatos y partidos.
El poder y el contributo al costo político de quien no logra representante en las Cámaras no se roba. Se respeta! El dinero economizado se puede apartar para obras sociales o de educación!
Con la abstención se crea un mecanismo de auto-renovación intrínseco de la propuesta política. Los asientos vacíos son un mercado no satisfecho de demandas que luego crearán ofertas, propuestas, y regeneración el los mismos partidos actuales.
Es un sistema de auto regulación, que quita a la clase política la capa protectiva contra el elector después del proceso electoral, ya que el poder solo se reparte si las propuestas y el trabajo corresponde al interés del ciudadano.
En caso de elección con baja participación, no se forma un gobierno, no hay reembolsos de ningún tipo, y el gobierno transitorio tiene poder limitado y sueldo reducido.
Justificaciones:
Derechos humanos. Tengo derecho al voto. No hay NINGUNA base legal para justificar que si no lo expreso lo pierdo!!!
A mi derecho corresponden obligaciones de la otra parte.
Si no expreso el voto, no designo un representante! O sea: NO LO QUIERO!!!
No me lo pueden robar y repartírselo entre ellos como ladrones.
Soy ciudadano, tengo derecho a que me presenten un programa político que se acerque a lo que yo quiero que sea mi país!
Plano de acción:
Este tipo de propuesta no se pide a la clase política. El elector es quien tiene que definir como se maneja su voto o su abstención!
Hay dos formas para arreglar el sistema democrático:
Con referéndum popular. La propuesta se discute, se mejora, y una vez definidos los detalles, se transforma en texto de ley, con clausulas etc. y se juntan firmas para poderla aprobar en un referéndum. Hay que agregar una clausula que determine como se puede abrogar o cambiar la misma propuesta (o ley). Yo aconsejaría que sea también por referéndum.
La otra es formando un partido de abstención. El partido debería tener el único objetivo de lograr los pocos cambios de conteo y nada mas, para encontrar el máximo de apoyo.
Si el partido entra al Parlamento con una buena cantidad de asientos, funciona como un globo de aire que no permite alcanzar mayorías de gobierno, y los partidos tendrán que negociar con los abstencionistas para poder gobernar. Una vez que se obtiene de forma permanente el respeto de los votos que no se transforman en mandatos, el partido se disuelve.
Detalle muy importante:
Para efectos de la formación de coaliciones o de aprobación de leyes, el "voto abstencionista" cuenta en el sentido que el gobierno se forma con mayoría de gobierno y no absoluta.
Ejemplo: Votos validos 50% + 1, Abstenciones, nulos, etc. = 50% - 1.
El gobierno se forma con 25% + 1.
La propuesta no es para destruir el sistema democrático, sino para hacer en que finalmente TODO ciudadano con derecho a voto se refleje en la repartición de poder, que si se alcanza el quórum se pueda gobernar, y motivo principal, para tener un sistema inteligente para la renovación política.
2. La abstención es NO DELEGAR. No tener en cuenta las abstenciones es tradición, sin ninguna justificación legal. Así como se ignora la abstención se puede tener cuenta de ella!
3. La propuesta en breve:
- Se dejan cuotas mínimas para no fraccionar demasiado.
- Se asignan asientos de forma directamente proporcional a los votos.
- Votos nulos, en blanco, o a partidos que no pasan el mínimo se transforman en asientos vacíos.
- Si los votos válidos no alcanzan el 50% + 1, la elección no es valida.
Consecuencias (en esto está la parte interesante!):
La abstención es expresión de voluntad de voto y tiene efectos.
Se reduce el costo político. Menos sueldos, menos reembolsos por campañas a candidatos y partidos.
El poder y el contributo al costo político de quien no logra representante en las Cámaras no se roba. Se respeta! El dinero economizado se puede apartar para obras sociales o de educación!
Con la abstención se crea un mecanismo de auto-renovación intrínseco de la propuesta política. Los asientos vacíos son un mercado no satisfecho de demandas que luego crearán ofertas, propuestas, y regeneración el los mismos partidos actuales.
Es un sistema de auto regulación, que quita a la clase política la capa protectiva contra el elector después del proceso electoral, ya que el poder solo se reparte si las propuestas y el trabajo corresponde al interés del ciudadano.
En caso de elección con baja participación, no se forma un gobierno, no hay reembolsos de ningún tipo, y el gobierno transitorio tiene poder limitado y sueldo reducido.
Justificaciones:
Derechos humanos. Tengo derecho al voto. No hay NINGUNA base legal para justificar que si no lo expreso lo pierdo!!!
A mi derecho corresponden obligaciones de la otra parte.
Si no expreso el voto, no designo un representante! O sea: NO LO QUIERO!!!
No me lo pueden robar y repartírselo entre ellos como ladrones.
Soy ciudadano, tengo derecho a que me presenten un programa político que se acerque a lo que yo quiero que sea mi país!
Plano de acción:
Este tipo de propuesta no se pide a la clase política. El elector es quien tiene que definir como se maneja su voto o su abstención!
Hay dos formas para arreglar el sistema democrático:
Con referéndum popular. La propuesta se discute, se mejora, y una vez definidos los detalles, se transforma en texto de ley, con clausulas etc. y se juntan firmas para poderla aprobar en un referéndum. Hay que agregar una clausula que determine como se puede abrogar o cambiar la misma propuesta (o ley). Yo aconsejaría que sea también por referéndum.
La otra es formando un partido de abstención. El partido debería tener el único objetivo de lograr los pocos cambios de conteo y nada mas, para encontrar el máximo de apoyo.
Si el partido entra al Parlamento con una buena cantidad de asientos, funciona como un globo de aire que no permite alcanzar mayorías de gobierno, y los partidos tendrán que negociar con los abstencionistas para poder gobernar. Una vez que se obtiene de forma permanente el respeto de los votos que no se transforman en mandatos, el partido se disuelve.
Detalle muy importante:
Para efectos de la formación de coaliciones o de aprobación de leyes, el "voto abstencionista" cuenta en el sentido que el gobierno se forma con mayoría de gobierno y no absoluta.
Ejemplo: Votos validos 50% + 1, Abstenciones, nulos, etc. = 50% - 1.
El gobierno se forma con 25% + 1.
La propuesta no es para destruir el sistema democrático, sino para hacer en que finalmente TODO ciudadano con derecho a voto se refleje en la repartición de poder, que si se alcanza el quórum se pueda gobernar, y motivo principal, para tener un sistema inteligente para la renovación política.
domenica 16 ottobre 2011
Aufruf an die Medien
Sehr geehrte Herren Journalisten und Redaktionen,
Seit Wochen berichten Sie von weltweiten Protestaktionen.
Wir erfahren, dass die Leute wütend sind, und gegen wen sich das richtet. Wir hören von Idealen, was für eine Welt gewünscht wird. Es werden sogar Sätze zitiert, wie „die Politik sollte dem Wohl der Bürger dienen“, usw.
Realistischen Menschen wird also der Eindruck vermittelt, dass die Lage schlimm ist. Dass wir in Turbulenzen geraten sind. Und dass Proteste und Aktionen aus dem Bauch geschehen, und kopflos sind.
Sie sagen uns eindeutig, dass es keinen Weg aus dem Status Quo gibt, und dass das Risiko im System immanent ist, obwohl das System durch Entscheidungen aufgebaut wurde.
Das Schlimmste ist, dass Sie uns realistische Änderungsvorschläge vorenthalten. Es muss Dutzende davon geben, und viele davon sind nicht radikal, noch würden sie das System stürzen. Aber wie durchführbar die Vorschläge sind, ist gar nicht das Wesentliche. Was auffällt ist, dass Sie peinlich genau zeigen wollen, dass außer Motzen nichts zu tun ist.
Damit machen Sie sich zu Komplizen des Systems, und Sie kommen Ihrer Verantwortung nicht nach, die volle Information zu vermitteln.
Sie könnten nämlich eine journalistische Recherche starten, dutzende Vorschläge zusammenbringen, und sie Experten zur Diskussion unterbreiten.
DAS INTERESSIERT UNS! Weil es uns wirklich angeht!
Wir wollen nicht als einzigen Ausweg die Gewalt gegen Regeln und den Staat! Wir wollen auch hören, welche Möglichkeiten wir in der Hand haben, um unsere Welt zu verändern, ohne sie zu verschlechtern und ohne sie erst zu zerstören!
Seit Wochen berichten Sie von weltweiten Protestaktionen.
Wir erfahren, dass die Leute wütend sind, und gegen wen sich das richtet. Wir hören von Idealen, was für eine Welt gewünscht wird. Es werden sogar Sätze zitiert, wie „die Politik sollte dem Wohl der Bürger dienen“, usw.
Realistischen Menschen wird also der Eindruck vermittelt, dass die Lage schlimm ist. Dass wir in Turbulenzen geraten sind. Und dass Proteste und Aktionen aus dem Bauch geschehen, und kopflos sind.
Sie sagen uns eindeutig, dass es keinen Weg aus dem Status Quo gibt, und dass das Risiko im System immanent ist, obwohl das System durch Entscheidungen aufgebaut wurde.
Das Schlimmste ist, dass Sie uns realistische Änderungsvorschläge vorenthalten. Es muss Dutzende davon geben, und viele davon sind nicht radikal, noch würden sie das System stürzen. Aber wie durchführbar die Vorschläge sind, ist gar nicht das Wesentliche. Was auffällt ist, dass Sie peinlich genau zeigen wollen, dass außer Motzen nichts zu tun ist.
Damit machen Sie sich zu Komplizen des Systems, und Sie kommen Ihrer Verantwortung nicht nach, die volle Information zu vermitteln.
Sie könnten nämlich eine journalistische Recherche starten, dutzende Vorschläge zusammenbringen, und sie Experten zur Diskussion unterbreiten.
DAS INTERESSIERT UNS! Weil es uns wirklich angeht!
Wir wollen nicht als einzigen Ausweg die Gewalt gegen Regeln und den Staat! Wir wollen auch hören, welche Möglichkeiten wir in der Hand haben, um unsere Welt zu verändern, ohne sie zu verschlechtern und ohne sie erst zu zerstören!
I quorum
La volontà popolare viene trattata in modo diverso dalla legislazione.
Il quorum che ci è più familiare è quello del referendum abrogativo.
Per abrogare una legge voluta da una maggioranza parlamentaria, deve votare il 50% più un voto.
Dei voti validi ottenuti, vince la maggioranza semplice.
Ovviamente non si tratta di una distribuzione di potere.
In un referendum costituzionale il quorum non è fissato al 50%+1. Vale la scelta della maggioranza dei votanti. Ma ovviamente è in piena discussione, se una modifica costituzionale è di qualità abrogativa, e si dovrebbe chiedere anche lì il quorum del 50%+1.
Fatto sta, che il quorum non è una regola logica, rispettosa dei diritti umani e dei diritti politici.
È anche quello una convenzione, giustificata e smontata, a seconda dell'intendimento delle parti interessate a definirlo.
Del quorum mi sembra di rilievo l'interesse del legislatore.
In quello abrogativo il gioco è:
Se vuoi abolire una legge voluta da una maggioranza di governo, devi avere il 50%+ 1 di voti degli aventi diritto.
Mi sembra giusto.
Un governo numericamente in media si compone con il 65-80% di voti.
La maggioranza corrisponde a un 33-40% dei voti totali possibili.
E l'abrogazione si ottiene con il 25%+1 di voti.
L'equilibrio quindi è a sfavore del governo.
Ma il quorum no!
Non esiste quorum per la validità del processo elettorale! Se avessimo l'opportunità, potremmo anche noi annullare una elezione per mancanza di consenso ai programmi politici.
Faccio quindi una correzione al quorum inverso proposto recentemente.
Non è un quorum al contrario. È un semplice quorum equivalente. Se si vuole convalidare un voto popolare, i voti validi devono raggiungere il 50% + 1!
Così come il quorum del referendum è giustificato per giustificare un cambio che interessa la maggioranza degli elettori, per la validità di una legislatura ci dovrebbe essere lo stesso quorum.
Allo steso modo in cui l'astensione al referendum viene usata e raccomandata dai partiti per invalidare un referendum, e quindi l'astensione è una espressione della volontà elettorale, l'astensione deve avere lo stesso potere quando si tratta di delegare il potere.
Il quorum che ci è più familiare è quello del referendum abrogativo.
Per abrogare una legge voluta da una maggioranza parlamentaria, deve votare il 50% più un voto.
Dei voti validi ottenuti, vince la maggioranza semplice.
Ovviamente non si tratta di una distribuzione di potere.
In un referendum costituzionale il quorum non è fissato al 50%+1. Vale la scelta della maggioranza dei votanti. Ma ovviamente è in piena discussione, se una modifica costituzionale è di qualità abrogativa, e si dovrebbe chiedere anche lì il quorum del 50%+1.
Fatto sta, che il quorum non è una regola logica, rispettosa dei diritti umani e dei diritti politici.
È anche quello una convenzione, giustificata e smontata, a seconda dell'intendimento delle parti interessate a definirlo.
Del quorum mi sembra di rilievo l'interesse del legislatore.
In quello abrogativo il gioco è:
Se vuoi abolire una legge voluta da una maggioranza di governo, devi avere il 50%+ 1 di voti degli aventi diritto.
Mi sembra giusto.
Un governo numericamente in media si compone con il 65-80% di voti.
La maggioranza corrisponde a un 33-40% dei voti totali possibili.
E l'abrogazione si ottiene con il 25%+1 di voti.
L'equilibrio quindi è a sfavore del governo.
Ma il quorum no!
Non esiste quorum per la validità del processo elettorale! Se avessimo l'opportunità, potremmo anche noi annullare una elezione per mancanza di consenso ai programmi politici.
Faccio quindi una correzione al quorum inverso proposto recentemente.
Non è un quorum al contrario. È un semplice quorum equivalente. Se si vuole convalidare un voto popolare, i voti validi devono raggiungere il 50% + 1!
Così come il quorum del referendum è giustificato per giustificare un cambio che interessa la maggioranza degli elettori, per la validità di una legislatura ci dovrebbe essere lo stesso quorum.
Allo steso modo in cui l'astensione al referendum viene usata e raccomandata dai partiti per invalidare un referendum, e quindi l'astensione è una espressione della volontà elettorale, l'astensione deve avere lo stesso potere quando si tratta di delegare il potere.
Le tre porte
Secondo il Vangelo ci sono due strade. Una stretta e una larga.
A Dio non piace la vita comoda.
(A me invece la vita viziosa è quella che sembra stretta ...)
Un'altra dichiarazione della Bibbia, di qualche secolo anteriore, afferma che tutto è vanità.
Eventualmente alla fine, ci illudiamo sopra la virtù, e sia vizio che virtù sono nient'altro che insignificanti vanità.
Ma c'è gente che si ricorda, che la vita consiste di realtà e non di teorie e filosofie.
Si devono fare scelte. Quelle che sono permesse. Che sono possibili.
E spesso sembra, che le le possibilità siano due.
Ying e Yang.
Se si legge Konrad Lorenz, c'è più varietà.
Gli organismi animali si organizzano in società colletive, tribali, o individuali (per esempio i predatori).
Sembra che a noi umani siano possibili vari tipi di società ... che alla fine in fondo sono tribali.
Anzi, il tribale non rimane in fondo. Quando le acque si schiariscono, il tribale emerge.
È vero?
No.
Ci sono ancora i dinosauri. Quelli che credono che il mondo gira solo quando lo vogliono loro.
Che si prendono quello che vogliono, che hanno una corte di adulatori, magnacci, leccascarpe e soldati.
Una società tribale? Sembra. Ma alla sua testa dovrebbe esserci il capo tribale, e non il predatore.
Il capo tribale segue il destino della sua comunità. Non la chiama paese di merda, e non la usa come lustrascarpe (o carta igienica). Il capo tribale preserva le regole della comunità, non cerca la corazza per rendersi immune ad esse.
Sto parlando di scimmie ovviamente. Persone e fatti reali non c'entrano.
Tu e io, che possibilità abbiamo? Abbiamo il potere della scelta?
O è la società in cui nasciamo che determina le nostre scelte?
Qualche libertà l'abbiamo.
Se vogliamo, ci convertiamo all'Islam, andiamo in Afghanistan a imparare come uccidere, e combattiamo la nostra società.
C'è comunque in qualsiasi scelta possibile il pericolo della strumentalizzazione.
Torniamo alle prime considerazioni:
Ci sono delle strade prefabbricate. Se le usiamo, stiamo seguendo un percorso preparato da altri. E andiamo dove altri vogliono farci arrivare.
Vi propongo la mia analogia.
Ci sono tre porte. Tutte e tre ci immettono sulla strada della nostra vita con altri nella nostra società.
Una porta è dell'accettazione.
Ci sembra che seguire la corrente costa meno energie. Lottare contro corrente ci occuperebbe talmente, che non prenderemo pesci. Ci accomodiamo, per acchiappare anche noi qualche pesce.
L'altra porta è invece quella della distruzione. Appena si chiude dietro di noi, ci buttiamo a testa bassa contro tutto quello che fluisce nelle nostra società. Ci accaniamo contro la strada, e cerchiamo di demolirla.
La terza porta è quella della gente che si mantiene ai bordi. Non si fa trascinare, perché non è trascinabile. Ma non si mette neppure a lottare alla cieca, perché si rende conto che ciò che c'è è stato creato da altri esseri umani, e lottare contro di esso vuol dire non rendersi conto, che la realtà rispecchia ciò che la gente è.
Qualcuno di questi ai bordi, invece di fare lo schifato, studia i flussi e per tratti capisce cosa fanno le correnti.
Si rende conto, che in certi punti si può gettare una pietra. Una che si può caricare con le proprie forze.
E se la pietra si incaglia nel posto giusto, svia la corrente, e crea forze nuove.
A Dio non piace la vita comoda.
(A me invece la vita viziosa è quella che sembra stretta ...)
Un'altra dichiarazione della Bibbia, di qualche secolo anteriore, afferma che tutto è vanità.
Eventualmente alla fine, ci illudiamo sopra la virtù, e sia vizio che virtù sono nient'altro che insignificanti vanità.
Ma c'è gente che si ricorda, che la vita consiste di realtà e non di teorie e filosofie.
Si devono fare scelte. Quelle che sono permesse. Che sono possibili.
E spesso sembra, che le le possibilità siano due.
Ying e Yang.
Se si legge Konrad Lorenz, c'è più varietà.
Gli organismi animali si organizzano in società colletive, tribali, o individuali (per esempio i predatori).
Sembra che a noi umani siano possibili vari tipi di società ... che alla fine in fondo sono tribali.
Anzi, il tribale non rimane in fondo. Quando le acque si schiariscono, il tribale emerge.
È vero?
No.
Ci sono ancora i dinosauri. Quelli che credono che il mondo gira solo quando lo vogliono loro.
Che si prendono quello che vogliono, che hanno una corte di adulatori, magnacci, leccascarpe e soldati.
Una società tribale? Sembra. Ma alla sua testa dovrebbe esserci il capo tribale, e non il predatore.
Il capo tribale segue il destino della sua comunità. Non la chiama paese di merda, e non la usa come lustrascarpe (o carta igienica). Il capo tribale preserva le regole della comunità, non cerca la corazza per rendersi immune ad esse.
Sto parlando di scimmie ovviamente. Persone e fatti reali non c'entrano.
Tu e io, che possibilità abbiamo? Abbiamo il potere della scelta?
O è la società in cui nasciamo che determina le nostre scelte?
Qualche libertà l'abbiamo.
Se vogliamo, ci convertiamo all'Islam, andiamo in Afghanistan a imparare come uccidere, e combattiamo la nostra società.
C'è comunque in qualsiasi scelta possibile il pericolo della strumentalizzazione.
Torniamo alle prime considerazioni:
Ci sono delle strade prefabbricate. Se le usiamo, stiamo seguendo un percorso preparato da altri. E andiamo dove altri vogliono farci arrivare.
Vi propongo la mia analogia.
Ci sono tre porte. Tutte e tre ci immettono sulla strada della nostra vita con altri nella nostra società.
Una porta è dell'accettazione.
Ci sembra che seguire la corrente costa meno energie. Lottare contro corrente ci occuperebbe talmente, che non prenderemo pesci. Ci accomodiamo, per acchiappare anche noi qualche pesce.
L'altra porta è invece quella della distruzione. Appena si chiude dietro di noi, ci buttiamo a testa bassa contro tutto quello che fluisce nelle nostra società. Ci accaniamo contro la strada, e cerchiamo di demolirla.
La terza porta è quella della gente che si mantiene ai bordi. Non si fa trascinare, perché non è trascinabile. Ma non si mette neppure a lottare alla cieca, perché si rende conto che ciò che c'è è stato creato da altri esseri umani, e lottare contro di esso vuol dire non rendersi conto, che la realtà rispecchia ciò che la gente è.
Qualcuno di questi ai bordi, invece di fare lo schifato, studia i flussi e per tratti capisce cosa fanno le correnti.
Si rende conto, che in certi punti si può gettare una pietra. Una che si può caricare con le proprie forze.
E se la pietra si incaglia nel posto giusto, svia la corrente, e crea forze nuove.
sabato 15 ottobre 2011
Frisch ausgeheckt: Nichtwählermehrheit
Die Idee ist noch sehr unreif und gerade erst eine halbe Stunde alt.
Ich schlage bereits vor, dass zurückgehaltene und ungültge Stimmen direkt in leehre SItze in Parlament und Senat umgesetzt werden.
Angenommen, die Wählerschaft ist extrem sauer. So sauer, dass die Wahl des geringsten Übels auch nicht attraktiv ist.
Angenommen, bei einer Wahl, die Enthaltungen berücksichtigt, sind die Nichtwähler mehr als 50% der Wählerschaft.
Was dann?
Ich halte es dann für gegeben, dass die Mehrheit KEINE Regierungsbildung der angetretenen Kandidaten will.
Die Wahl wäre gescheitert und müsste wiederholt werden.
Mit welchen Konsequenzen:
Die temporäre Regierung (Regeln müsste man vorgeben) wäre Einschränkungen unterworfen, Gehälter wären reduziert, und wo üblich (z.B. Italien, wo fünf Jahre im parlament ausreichen, um 3,000 EUR monatlich Rente zu bekommen) wäre die Zeit für die normale Rente nicht anrechenbar.
Damit würde man Politiker zwingen, Programme für die Mehrheit zu bringen.
Mir ist bewusst, dass die Mehrheit nicht für zurechnungsfähig gehalten wird.
Aber Moment: Nazideutschland war kein Mehrheitsgreuel! Und die übelsten Taten waren nur einem kleinen Kreis bekannt!
Vor jeglicher Mehrheit kommen sowieso Menschenrechte. Und ich glaube nicht, dass Mehrheiten im einundzwanzigsten Jahrhundert gegen Menschenrechte sind.
Ich schlage bereits vor, dass zurückgehaltene und ungültge Stimmen direkt in leehre SItze in Parlament und Senat umgesetzt werden.
Angenommen, die Wählerschaft ist extrem sauer. So sauer, dass die Wahl des geringsten Übels auch nicht attraktiv ist.
Angenommen, bei einer Wahl, die Enthaltungen berücksichtigt, sind die Nichtwähler mehr als 50% der Wählerschaft.
Was dann?
Ich halte es dann für gegeben, dass die Mehrheit KEINE Regierungsbildung der angetretenen Kandidaten will.
Die Wahl wäre gescheitert und müsste wiederholt werden.
Mit welchen Konsequenzen:
Die temporäre Regierung (Regeln müsste man vorgeben) wäre Einschränkungen unterworfen, Gehälter wären reduziert, und wo üblich (z.B. Italien, wo fünf Jahre im parlament ausreichen, um 3,000 EUR monatlich Rente zu bekommen) wäre die Zeit für die normale Rente nicht anrechenbar.
Damit würde man Politiker zwingen, Programme für die Mehrheit zu bringen.
Mir ist bewusst, dass die Mehrheit nicht für zurechnungsfähig gehalten wird.
Aber Moment: Nazideutschland war kein Mehrheitsgreuel! Und die übelsten Taten waren nur einem kleinen Kreis bekannt!
Vor jeglicher Mehrheit kommen sowieso Menschenrechte. Und ich glaube nicht, dass Mehrheiten im einundzwanzigsten Jahrhundert gegen Menschenrechte sind.
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