domenica 14 ottobre 2012

Malagueña (García Lorca - Shostakovich, Sinfonia 14)

La muerte
entra y sale
de la taberna.
Pasan caballos negros
y gente siniestra
por los hondos caminos
de la guitarra.
Y hay un olor a sal
y a sangre de hembra,
en los nardos febriles
de la marina.
La muerte
entra y sale
y sale y entra
la muerte
de la taberna.

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La consapevolezza della morte determina le nostre vite.
A certuni da la ragione per egoismi, ricerca del potere (anche quello su una piccola cerchia di familiari o amici), e azioni antisociali.
Ad altri invece li muove in direzione opposta.

Morirò.
Il tempo passa in fretta.
Sono morti, stanno morendo, e moriranno durante la mia vita persone alle quali volevo bene, che conoscevo, o per le quali nutrivo simpatia.
E gli unici scopi che sento validi per vivere sono gli affetti e fare qualcosa di buono per chi segue.
Specialmente considerando il fatto, che la maggior parte degli esseri che hanno vissuto su questo pianeta non lo hanno fatto. Sono passati, hanno usato per quanto sono riusciti, e sono spariti.

Alcuni invece hanno lasciato idee, sono riusciti a far cambiare il mondo, anche se solo con un piccolo passo. Hanno dato il loro contributo, per sviluppare la parte di quello che chiamiamo "umano" e che ci da soddisfazione, perché vogliamo distinguerci dagli animali, che non "capiscono".

È invece vero, che siamo una specie che è molto molto vicina agli animali. Che neanche noi comprendiamo. Che non c'è molto da comprendere. Che addirittura rendersi conto della realtà è terribile da sopportare.

Eppure, io voglio fare qualcosa. Per mio figlio, e per i figli degli altri, perché domani possano fare la loro vita da un gradino diverso del nostro.

Io poi non ci sarò più, ma come io ricordi alcune persone, per il bene che hanno fatto, forse ci sarà qualche ricordo di me.

È coincidenza che si avvicina il giorno dei morti.

Con affetto a tutti coloro di buona volontà, che ci siano ancora, o che ci abbiano già lasciato.

...

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