mercoledì 26 febbraio 2014

La perfezione



La perfezione … la conosciamo come concetto.
La deriviamo dal mondo che conosciamo.
Ma faremmo bene se sapessimo metterla in cornice.
In cornice corretta, non per abbellirla, quanto per definirne i limiti col resto del mondo.
Perché la perfezione è un concetto teorico. È per esempio l’estratto da un quadro monocromatico.
O per dirla con un linguaggio matematico, la perfezione è una caratteristica che abbraccia solo una parte degli insiemi dei quali si occupa.
E tento un altro paragone, stavolta maligno:
La perfezione è come girare attorno, fino a trovare un inquadramento impressionante, evitando di mostrare tutte le faccette squadrate. (Non ho fatto l’esempio di una donna, per non cadere nel sessismo.)

Arrivo al tema:
Il mondo non è perfetto, e se non abbiamo soluzioni perfette, e ci siamo molto lontani, è perché le soluzioni non esistono.
L’unica possibilità è confrontarsi continuamente, aggiustarsi, aggiustare il tiro.

La nostra società è tutt’altro che perfetta. Sta agli antipodi.
E la ragione è che la somma degli esseri che la compongono sono mossi da pulsioni contrastanti. Ignorare il fatto, che la società è come una pentola con pressione in ogni direzione, vuol dire …
essere ideologi e utopisti.
L’ideologia IGNORA le forze e le volontà critiche, cerca l’attuazione di una società, e poi risolve l’opposizione con purghe (verbali e fisiche).

Penso di aver spiegato, perché per principio non mi attraggono le “soluzioni” ideologiche. (Perché sono solo possibili se uno comincia tutto il ragionamento in modo riduttivo.)
E siccome io parto dall’assioma, che una soluzione non può cominciare dalla soppressione fisica del 30% di una società, con un altro 40% che poi per timore starà sottomesso, credo che per principio, tutto comincia dalla libertà, e dal capire in maniera più completa possibile la realtà.
Cioè da una analisi e un bilancio di pro e contro. E consapevoli del fatto, che ogni “soluzione” favorisce uno dei lati, ma non l’altro.
Il compito quindi è di bilanciare e fare diplomazia, rispettando il criterio dell’equità, e di limitare i danni.
Ho già menzionato assiomi. Ne dobbiamo fare uso, anche perché abbiamo delle convenzioni sociali e legali. (Discutibili ovviamente).
Una convenzione sono i diritti umani. Li abbiamo inventati noi. Qualche tempo fa invece alla nostra specie pareva corretto “dente per dente, occhio per occhio”.
Siccome i diritti umani, quelli politici e tutte queste cose le abbiamo inventate noi, abbiamo in continuazione la possibilità, la responsabilità e il dovere di studiarli, ragionarci, migliorare le definizioni, e fare interpretazioni responsabili.

Ma io ovviamente volevo parlare del M5S e di Grillo.
E ho anticipato con tutto un ragionamento, proprio perché nel comportamento di Grillo e dei suoi sostenitori vedo assenza di ragionamento onesto e completo.
La disonestà comincia dal credo.
Affermare, che la democrazia diretta partecipativa è migliore di quella rappresentativa, è un credo. Altamente disonesto, perché non è neppure espresso così chiaramente.
È infatti implicito: Guardate la corruzione, e come funziona. È colpa del sistema rappresentativo. Punto.
E poi appare velatamente il mito della democrazia diretta partecipativa, presa in prestito dai comuni greci, dove decidono le maggioranze. Nessun riferimento al fatto, che ci sono questioni di minoranze che le maggioranze potrebbero ignorare, e che essere giusti può includere rispettare e difendere cose che non si capiscono o che non si condividono.
L’obiettivo è una società equa e giusta, non una dove si identificano maggioranze senza filtrarle.

Grillo riconferma una cosa che avevo capito già qualche anno fa, quando ho cominciato a seguirlo:
Il M5S è una forza politica basata su rivelazioni che aggiusterebbero e perfezionerebbero le società umane. Rivelazioni non aperte alla discussione, perché al disopra della ragione umana.
Anche l’operato di Grillo, il suo modo di esprimersi è autonomo, e altrettanto escluso dal giudizio, anche se qualcuno ha il coraggio di notare, che la comunicazione di Grillo certe volte non è produttiva.
La email ricevuta da Grillo oggi, dove chiede caldamente di sostenerlo nell’opprimere chi osa analizzare quello che fa, non ha bisogno di spiegazioni.
Le accuse fatte da anni verso Grillo (setta) sono fondate.
Nessuna persona sincera nega, che il Movimento 5S è volutamente stato costruito con persone di buona volontà, qualcuna inadeguata, qualcuna non centrata sulle questioni essenziali, ma qualcuna con capacità e talento, la maggior parte comunque onesta e vigile.
E nessuna persona sincera nega, che il M5S eletto deve attuare come esecutivo di idee e non come piattaforma di costruzione.
Grillo e Casaleggio quindi teoricamente hanno la base che pensa e definisce le azioni, ma fattualmente hanno persone che in un anno hanno già dovuto votare 3,000 volte. Circa 15 volte al giorno, senza poter consultare la base.
Grillo non può non darsi conto che vende una contraddizione, costringendo un centinaio di persone a lavorare e dare risultati in un sistema rappresentativo, che può essere sostenuto l’1% delle volte da consultazioni della base (sono generoso!!!), mentre finge di produrre un sistema rappresentativo dove la base tutto fa, ma allo stesso tempo le deviazioni dalle rivelazioni non son ammesse, e non si può neanche opinare sulle sue performance mediatiche.
Nella frase non potevo metterci anche una cosa altrettanto importante: Che alla base non ha mai permesso di esprimere cosa vuole, ma ha redatto il libretto come fossero i dieci comandamenti, e che il sistema salvatore lo passa clandestinamente come soluzione di fatto già implementata. Una condotta che solo è coerente, se Grillo e Casaleggio pensano di essere altamente illuminati, e i neofiti devono essere guidati, ma non ascoltati.

Non posso lasciare di fare un’ultima osservazione;
Il M5S ha tanti sostenitori e difensori accaniti, perché l’essere umano, agli antipodi della perfezione, è attratto dall’illusione in modo magnetico.
La tendenza umana quindi è esattamente quella di preferire le soluzioni presentate come perfette, e generalmente sono lontane dal meglio fattibile. 
Siamo esseri dotati di capacità di ragionare e capire la realtà, ma non ci piace la realtà!

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