La perfezione …
la conosciamo come concetto.
La deriviamo dal
mondo che conosciamo.
Ma faremmo bene
se sapessimo metterla in cornice.
In cornice
corretta, non per abbellirla, quanto per definirne i limiti col resto del
mondo.
Perché la
perfezione è un concetto teorico. È per esempio l’estratto da un quadro
monocromatico.
O per dirla con
un linguaggio matematico, la perfezione è una caratteristica che abbraccia solo
una parte degli insiemi dei quali si occupa.
E tento un altro
paragone, stavolta maligno:
La perfezione è
come girare attorno, fino a trovare un inquadramento impressionante, evitando
di mostrare tutte le faccette squadrate. (Non ho fatto l’esempio di una donna,
per non cadere nel sessismo.)
Arrivo al tema:
Il mondo non è
perfetto, e se non abbiamo soluzioni perfette, e ci siamo molto lontani, è
perché le soluzioni non esistono.
L’unica
possibilità è confrontarsi continuamente, aggiustarsi, aggiustare il tiro.
La nostra società
è tutt’altro che perfetta. Sta agli antipodi.
E la ragione è
che la somma degli esseri che la compongono sono mossi da pulsioni
contrastanti. Ignorare il fatto, che la società è come una pentola con
pressione in ogni direzione, vuol dire …
essere ideologi e
utopisti.
L’ideologia
IGNORA le forze e le volontà critiche, cerca l’attuazione di una società, e poi
risolve l’opposizione con purghe (verbali e fisiche).
Penso di aver
spiegato, perché per principio non mi attraggono le “soluzioni” ideologiche.
(Perché sono solo possibili se uno comincia tutto il ragionamento in modo
riduttivo.)
E siccome io
parto dall’assioma, che una soluzione non può cominciare dalla soppressione
fisica del 30% di una società, con un altro 40% che poi per timore starà
sottomesso, credo che per principio, tutto comincia dalla libertà, e dal capire
in maniera più completa possibile la realtà.
Cioè da una
analisi e un bilancio di pro e contro. E consapevoli del fatto, che ogni “soluzione”
favorisce uno dei lati, ma non l’altro.
Il compito quindi
è di bilanciare e fare diplomazia, rispettando il criterio dell’equità, e di
limitare i danni.
Ho già menzionato
assiomi. Ne dobbiamo fare uso, anche perché abbiamo delle convenzioni sociali e
legali. (Discutibili ovviamente).
Una convenzione
sono i diritti umani. Li abbiamo inventati noi. Qualche tempo fa invece alla
nostra specie pareva corretto “dente per dente, occhio per occhio”.
Siccome i diritti
umani, quelli politici e tutte queste cose le abbiamo inventate noi, abbiamo in
continuazione la possibilità, la responsabilità e il dovere di studiarli,
ragionarci, migliorare le definizioni, e fare interpretazioni responsabili.
Ma io ovviamente
volevo parlare del M5S e di Grillo.
E ho anticipato
con tutto un ragionamento, proprio perché nel comportamento di Grillo e dei
suoi sostenitori vedo assenza di ragionamento onesto e completo.
La disonestà
comincia dal credo.
Affermare, che la
democrazia diretta partecipativa è migliore di quella rappresentativa, è un
credo. Altamente disonesto, perché non è neppure espresso così chiaramente.
È infatti
implicito: Guardate la corruzione, e come funziona. È colpa del sistema
rappresentativo. Punto.
E poi appare
velatamente il mito della democrazia diretta partecipativa, presa in prestito
dai comuni greci, dove decidono le maggioranze. Nessun riferimento al fatto, che
ci sono questioni di minoranze che le maggioranze potrebbero ignorare, e che
essere giusti può includere rispettare e difendere cose che non si capiscono o
che non si condividono.
L’obiettivo è una
società equa e giusta, non una dove si identificano maggioranze senza
filtrarle.
Grillo riconferma
una cosa che avevo capito già qualche anno fa, quando ho cominciato a seguirlo:
Il M5S è una
forza politica basata su rivelazioni che aggiusterebbero e perfezionerebbero le
società umane. Rivelazioni non aperte alla discussione, perché al disopra della
ragione umana.
Anche l’operato
di Grillo, il suo modo di esprimersi è autonomo, e altrettanto escluso dal
giudizio, anche se qualcuno ha il coraggio di notare, che la comunicazione di
Grillo certe volte non è produttiva.
La email ricevuta
da Grillo oggi, dove chiede caldamente di sostenerlo nell’opprimere chi osa
analizzare quello che fa, non ha bisogno di spiegazioni.
Le accuse fatte
da anni verso Grillo (setta) sono fondate.
Nessuna persona
sincera nega, che il Movimento 5S è volutamente stato costruito con persone di
buona volontà, qualcuna inadeguata, qualcuna non centrata sulle questioni
essenziali, ma qualcuna con capacità e talento, la maggior parte comunque
onesta e vigile.
E nessuna persona
sincera nega, che il M5S eletto deve attuare come esecutivo di idee e non come
piattaforma di costruzione.
Grillo e
Casaleggio quindi teoricamente hanno la base che pensa e definisce le azioni,
ma fattualmente hanno persone che in un anno hanno già dovuto votare 3,000
volte. Circa 15 volte al giorno, senza poter consultare la base.
Grillo non può
non darsi conto che vende una contraddizione, costringendo un centinaio di
persone a lavorare e dare risultati in un sistema rappresentativo, che può
essere sostenuto l’1% delle volte da consultazioni della base (sono
generoso!!!), mentre finge di produrre un sistema rappresentativo dove la base
tutto fa, ma allo stesso tempo le deviazioni dalle rivelazioni non son ammesse,
e non si può neanche opinare sulle sue performance mediatiche.
Nella frase non
potevo metterci anche una cosa altrettanto importante: Che alla base non ha mai
permesso di esprimere cosa vuole, ma ha redatto il libretto come fossero i
dieci comandamenti, e che il sistema salvatore lo passa clandestinamente come
soluzione di fatto già implementata. Una condotta che solo è coerente, se
Grillo e Casaleggio pensano di essere altamente illuminati, e i neofiti devono
essere guidati, ma non ascoltati.
Non posso
lasciare di fare un’ultima osservazione;
Il M5S ha tanti
sostenitori e difensori accaniti, perché l’essere umano, agli antipodi della
perfezione, è attratto dall’illusione in modo magnetico.
La tendenza umana
quindi è esattamente quella di preferire le soluzioni presentate come perfette,
e generalmente sono lontane dal meglio fattibile.
Siamo esseri dotati di capacità di ragionare e capire la realtà, ma non ci piace la realtà!
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