Domanda:
Se il 34.5% degli aventi diritto a scegliere destinano IL LORO otto per mille alla Chiesa, perché invece è 87% dell’otto per mille che va a finire nei forzieri della stessa?
Perché la grande maggioranza non ha messo crocetta!
Ma la vera domanda è:
Perché questo fatto, cioè che chi non specifica “non conta, ma paga” ci disturba?
Seconda domanda:
Perché ci disturba questo fatto, se allo stesso tempo accettiamo che ad ogni elezione chi si astiene
“non conta, ma paga”?
La mia risposta:
Perché finora l’elettore non ci aveva pensato.
Tradizione, “vuolsi così colà donde si puote ciò che si vuole”, cioè “Dio lo vuole e smettila di fregnare” di cui non si mettono in dubbio le fondamenta legali e le ragioni ...
Ma siamo esattamente nella stessa situazione:
Sono soldi pubblici. Del cittadino. Che deve fare una scelta.
Se il 34.5% dice A, ad A non ci pare proprio giusto che venga assegnato l’87%.
Approfondiamo i numeri:
Su 100 interrogati, solo 39.66 hanno dato una risposta. Di questi, 34.5% hanno espresso che il loro contributo vada alla Chiesa Cattolica.
Il 5.16% ha indicato altre destinazioni.
E il 60.34% non ha fatto crocetta.
Si è astenuto.
Per la legge di chi tace acconsente, il 39.66% votante viene accettato come espressione definitiva e gli si assegna il contributo degli altri 60.34% silenziosi.
Se si solleva polvere con l’otto per mille gestito a questo modo, vuol dire che in fondo in fondo la formula non ci sembra per niente matematica.
Non è neanche forfettaria. È furfantesca.
Stesso dicasi del modo come si “rispetta” l’astensione.
Se voti, i fondi pubblici rappresentati dal tuo voto vanno come rimborso spese al partito che hai votato. E una piccola fetta del Deputato scelto da te va a sedersi in Parlamento (se i voti erano sufficienti).
Se invece non voti, i tuoi soldi vanno comunque divisi tra tutti i partiti entrati al Parlamento, e paghi proporzionalmente fettine di tutti i Deputati.
Chissà perché!
Ma si, lo sappiamo il perché!
Perché dovrebbero rinunciare a tanti soldi, se per i voti dei votanti sono arrivati al posto di comando?
C’erano 100 Lire per spese di partito? E 100 Lire si hanno da spartire, senza lasciare un centesimo.
Perché a quelli che si sono astenuti, quando uno comanda, può considerarli come niente.
L’astensionista ha detto NO o non ha detto niente?
La faccenda dell’otto per mille ci tenta di vedere le cose dall’altro lato:
Arriviamo a mettere il dito su quello che vediamo chiaramente:
C’è il 34.5% che dice di Si alla Chiesa.
Ci incapricciamo, e sentiamo che chi non ha detto niente non ha detto Si!
E il silenzio ci sembra ovvio di doverlo interpretare come No, anziché come un extra da aggiungere proporzionalmente al 34.5% in modo da renderlo l’87%.
Ci sembra davvero scorretto!
Scorretto è altrettanto che al Senato e al Parlamento vadano a sedersi e a costare 950 persone anziché circa 600-650, che sono quelle veramente votate.
E se lo pensiamo così, comprendiamo che il costo democratico è gonfiato e non rappresenta la volontà popolare.
Astensione vuol dire che il posto deve rimanere vuoto e non c'è denaro per nessun partito.
Astensione vuol dire economia.
Devono rimanere soldi (tra il 30 e il 40%) che gli astensionisti vogliono veder usati per fini diversi dai politici.
Idealmente in progetti educativi o sociali.
Puro desiderio, impossibile da trasformare in realtà democratica?
AFFATTO.
Si può fare!
E con il percorso previsto dal sistema democratico attuale.
Ma per arrivare al sistema automatico bisogna attivarlo prima manualmente.
Questo blog ha lo scopo di organizzare l'attivazione manuale.
Lascio chiaro, che il blog non cambierà le cose.
Solo l'azione, che il blog si propone di incentivare, potrà trarre cambi.
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