mercoledì 4 settembre 2013

Il peccato imperdonabile

Il conflitto di interessi di cui si accusa Berlusconi io lo misuro in modo un pò particolare.
Non percepisco il peso di una frode fiscale spaventosa, sicuramente messa in opera dalle sue società. Mi sembra anche relativa al contesto storico (attenzione: la frase è piena di ironia!) la sua collusione con la criminalità organizzata, e con capitali provenienti da negozi illegali.
Se compra persone, è perché ci sono persone che si offrono in vendita.

No, il peccato imperdonabile di Berlusconi è diverso. È più astratto.

Berlusconi è tutt'altro che un Messia, un Gandhi o un semidio.
È un narcisista alla potenza, di personalità molto mediocre.
Ma di immenso ha l'egotismo, e il potere di soddisfarlo con una intensità incredibile.
Sottomettendo il presente e il futuro di una nazione di 60 milioni di esseri umani alle vicende banali, carnali ed effimere in cui vive.
Mi sembra la mosca che vive un giorno, un giorno fatto di svolazzate, posarsi su escrementi, mangiare, defecare, riprodursi, che costringe se possibile tutto l'universo a girare attorno a se stessa quel giorno della sua vita.

In altre parole, Berlusconi è colpevole del sequestro di 60 milioni di vite, perché la sua è talmente importante, da poter dirottare quella degli altri.
Da costringere tutto il mondo circondante ad accettare le sue bugie, i suoi ricatti, le prese in giro offensive, a vivere sotto la guida di una corte di ignobili servi senza dignità, il cui egoismo riesce a soddisfare a costo di intralciare la vita di tanta altra gente.

Il peccato imperdonabile lo commette e lo ha commesso anche chi gli si è opposto per decenni come in un incontro di lotta libera, seguendo una coreografia accordata in precedenza con l'avversario, per fare show, mentre ci si tiene vicendevolmente sul palco.

Il peccato mortale lo commette ogni italiano, perché per una ragione o per l'altra lascia ai propri figli una vita più mortifera di quella che gli era toccata.

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