sabato 12 ottobre 2013

Lo svantaggio dell'essere papa

Lo spunto me lo da Bergoglio, ma la riflessione non ha a che vedere con lui ne con la chiesa.

Diventi papa!
Cosa faresti?

Ti do alcuni minuti di tempo, e poi certamente mi presenterai una lista gigantesca.
E sappiamo entrambi, che a meno che contenga cose come chiedere a Dio di farsi sentire e vedere da tutti, sono cose che probabilmente potresti fare.
A meno ovviamente di essere un Benedetto XVI incatenato al verbo.

Bergoglio infatti è partito a tutta potenza e segue il suo cammino.

Deve essere una gran sensazione di realizzazione poter andare avanti e rimodellare il mondo!

Ma di Bergoglio mi interessa solo lo stato emozionale e la situazione.
Deve trovarsi a un livello di altissima motivazione, come un ingegnere in fase di costruzione, dopo aver immaginato e progettato per decenni.

Lo svantaggio lo vedrà solo il fallito. Quello esiliato dal successo. Quello che al massimo può vedere dall'altro lato del vetro ... della tele o dello schermo del computer.

Eppure il vicolo cieco c'è.

L'azione da papa è solitaria. È gerarchica. Può seguire decenni di interazioni e feedback, ma lo stato di papa il feedback costruttivo non lo conosce.

Il papa è alieno alle parole di Machado: "no hay camino. El camino se hace al andar."
Ha si la possibilità di creare una strada ideale, ma ... larga e affollata è la strada che porta alla distruzione, e se quella che porta alla salvezza fosse facile e larga, probabilmente non sarebbe comunque affollata.

Perché le forze che guidano l'essere umano sono quelle che gli fanno la strada, e dove conducono lo vediamo.

Io in quello che ascolto non ci trovo nulla di strano. È la sintonia della storia e della specie umana.
Se mi stona, è perché sono alieno. Come molti altri, ma siamo minoranza.

Lo svantaggio dell'essere papa è che ti induce a compiere opere complementari alle tue illusioni.

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