giovedì 8 agosto 2013

Il contratto sociale

Non siamo più intelligenti di Rousseau. Abbiamo solo il vantaggio di poter considerare le sue teorie alla luce della storia che seguì le sue postulazioni.

L'ideale di giustizia sociale profetizzato prima dell'avvento delle democrazie, oggi si legge come si leggono i racconti di Jules Verne. Sono altamente irreali, e siamo stati sottoposti a docce fredde per tutta la nostra vita, per cui non sappiamo neppure apprezzarne i pregi che sicuramente hanno (e che hanno fatto sopravvivere tali opere fino ad oggi).

Come le patologie mentali servono a capire meglio la psicologia umana, così le degenerazioni permettono di scorgere meglio i difetti delle nostre democrazie.

Così, dopo aver finito di leggere la notizia che Rodotà e Landini pensano di presentare un nuovo partito, incentrato sulla difesa della Costituzione e del Lavoro, immagino che ormai le masse cittadine sono apatiche, e nonostante le delusioni, più propense a condividere le urla di Grillo che ha lasciato un messaggio molto chiaro: Il sistema non funziona!
Io ci aggiungo alla fine la parola "bene". Perché con tutto rispetto, non confido nella saggezza di due persone prepotenti e arroganti che non dibattono e discutono, ma impongono le loro illuminazioni. (E perché il poco di razionalità che ho mi fa intravedere parecchi problemi gravissimi che la democrazia partecipativa diretta porta in seno appena la si vuole applicare a un gruppo superiore alle poche migliaia di persone.
Oserei dire, che anche con l'ausilio delle tecnologie moderne e internet, appena si tratta di qualche centinaio di migliaia di persone, e peggio ancora, distribuite per diverse comunità separate, la cosa diventa troppo complicata.

Ma lasciamo Grillo, perché stavolta di lui non voglio parlare. Anzi! Nella constatazione, che è il sistema che non funziona, ha ragione.
Siamo talmente sfatati, che è un anacronismo fingere di credere alla "democrazia".
Sappiamo perfettamente, che la routine reale della democrazia non ha niente a che vedere con quello che sperava Rousseau.
Come sappiamo anche, che la "giustizia" di cui parliamo non è esattamente giusta, ma piuttosto legale.
Sappiamo che esistono leggi ingiuste, o nicchie di ingiustizie nel sistema legale, e che i personaggi che campano dimenandosi nella interpretazione e applicazione delle leggi ... fanno il giochetto degli esegeti ecclesiastici, che più che cercare di capire l'intenzione originale dell'autore, cercano l'interpretazione che soddisfi il loro obbiettivo.

Lasciamo anche questo discorso. Voglio solo ripetere, che i credenti e fedeli della democrazia quasi non esistono più. Conosciamo gente come la Biancofiore e altri e altre che tralascio nominare, che si professano fedeli e leali, ma somigliano più a crociati e inquisitori, che a gente che fa ragionare o che si muove nei territori della ragione.

Oggi mi interessa puntare il dito sul VERO CONTRATTO SOCIALE nelle democrazie.
E l'Italia si offre come caso patologico che permette di vedere con lente di ingrandimento, cosa succede veramente.

Il contratto esiste davvero. Nel senso che è un accordo tra le parti democratiche. Tra chi ascende alla posizione di rappresentante, e chi fornisce la spinta per tale ascensione, ovvero l'elettorato.

Secondo Rousseau, il suddito e il sovrano sono lo stesso corpo. E li sta l'assioma utopico.
Se gli italiani sono 60 milioni, gli interessi politici in Italia sono numericamente superiori a 60 milioni (Vero diranno i Cospirazionalisti e i Grillini: Sappiamo del gruppo Bilderberg, degli Illuminati, dei lucertoloni extraterrestri che ... no, lasciamo le pagliacciate. Sto facendo un discorso serio).
Chi avrebbe interessi? Per esempio i gruppi e le lobby straniere. Gli Stati Uniti, che per chissà quale ragione riescono a invogliare i governi italiani a partecipare in missioni di pace che non interessano a nessun italiano, specialmente quando aumentano le tasse e si comincia a capire che per appoggiare gli americani si deve pagare, e la gratitudine americana poi invece va a premiare solo alcuni pochi politici.

Ma torniamo al contratto.
Il contratto tra candidato, eletto, partito ed elettorato esiste sul serio.
È un contratto aperto di scambio di favore.
Doveva essere un contratto di delega per adempiere la missione di migliorare le condizioni sociali in generale, e invece risulta da tempo, che si tratta di uno scambio per migliorare la situazione di un piccolo gruppo fortunato tra l'elettorato. A spese del resto dell'elettorato e dei contribuenti.

Ma devo dirla più alla spiccia.
Voi ci votate, e vi garantiamo che tra di noi, anche se non toccherà a tutti l fortuna, ci sarà uno spartimento e una assegnazione di favori, spesso palesemente parassitari, ai danni del resto dell'elettorato.

Tale accordo si basa sulla assolta convinzione che:
1) Il malloppo da spartire è molto limitato, e non ce n'è abbastanza per tutti.
2) Il malloppo è l'unica fortuna da sperare in una regione arida e desertica. Lascia quindi ogni speranza di fare la tua strada e riuscire senza dover fare accordi, e unisciti a noi società di furbacchioni.
3) Il sistema non è costruito sul merito. Inutile quindi sperare e tentare.
4) Il sistema non è diretto all'efficienza. Se sei fortunato, sei complice, perché vivrai la vita da parassita, e dovrai sostenerlo nel tuo proprio interesse.

Rivedete le mie considerazioni passate su cosa mi sembra appropriato fare.

Concludo riconoscendo una cosa: Preferisco uno che volgarmente perlomeno predica un fatto vero, che quelli che con metodi fascisti (propaganda, affermazioni pubbliche, etc.) perpetuano l'inganno e affermano che le cose vanno bene, o che le misure adottate per combattere i problemi sono quelle migliori possibili.

Per finire con un esempio:
Se la cosa più importante in decenni di politica è salvare a un lider politico dalle faccende torbide in cui si trova o si caccia, perché il suo partito "gli vuole bene", mentre il paese affonda e si avvicina alla Grecia ...
senza che nessuna altra forza politica riesce o vuole voltargli le spalle a lasciarlo ai suoi problemi senza intralciare il paese ... vi pare che il sistema funziona?
È evidentemente un sistema infettato, che vincola i poteri.
E un sistema di favore che dalla base si sostiene contro chi non è mai stato favorito, e probabilmente ha sempre pagato.

I parassiti e le sanguisughe non appartengono a un partito cattivo. Sono l'essenza del sistema democratico italiano, e in misura peggiore o più lieve nelle altre democrazie del pianeta.

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