mercoledì 20 luglio 2011

Intermezzo: Il dubbio

Dubitare è un modo di proteggerci contro la manipulazione.
Ed è una strategia per manipolare.
Dicevano infatti i latini: Divide et impera.
E i papi lo facevano.
Cominciarono col fabbricarsi un documento che affermava, che il mondo occidentale era di loro proprietà (la donazione Costantiniana), e che erano loro a delegare il potere temporale ai principi regionali.
E poi badavano a mantenere gli equilibri di potere, per controllare tutti i potenti d'Europa, congiurando e macchinando con tutti, per mantenerli disuniti e piccolini.

Dicono i Siciliani, che chi gioca da solo non può perdere.
Io direi, che non può essere tradito. E che difficilmente può vincere.
Di gente solitaria ce ne sarà stata molta. Qualcuno non avrà perso, ma nella storia non ne sono rimaste molte tracce.
Le tracce sì sono rimaste dei greci, degli inca, degli aztechi e di tanti altri popoli. Sono trace di masse controllate da oligarchie o da sovrani.
Sembra che ci sono solo due possibilità:
O ti isoli, oppure ti strumentalizzano.
 (Vabbene, ci sono i pochi che mantengono il controllo, ma per te e me la speranza di esserlo è minima, e io perlomeno non ho interesse a riuscirci).
Invece ci dimentichiamo della nostra realtà: Siamo strumentalizzati come gli antichi, ma con metodi diversi. Non ci obbligano. Ci seducono e ci distraggono. Ci dividono.


Ma non c'è due senza tre!
Le posizioni del potere sono tre, non due.
Le due alle quali siamo abituati sono le più facili, perché funzionano senza la ragione.
In analisi transazionale le chiamano "il genitore" e "il bambino".
Siccome invece ci sentiamo adulti, è meglio se ci mettiamo a studiare per comportarci da adulti.

L'adulto per cominciare, si rende conto che poco prima si comportava da bambino e doveva essere guidato, o si faceva comandare. E sa che non ne ha più bisogno e può muoversi alla pari.

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