domenica 3 marzo 2013

"Aspetta futuro! Con calma!"

Il 99% delle specie apparse sulla terra si sono già estinte.
E se è esagerato, sarà perlomeno il 95%.

Mi si permetta di dedurre e affermare, che ogni specie prima o poi si estingue, sparisce dalla terra, e ne appaiono altre.
(Eventualmente più insetti che altro.)

L'homo sapiens un giorno si estinguerà.

Le specie si sono estinte per catastrofi mondiali, per cambi climatici, recentemente per il modo di vivere dell'homo sapiens o per tante altre ragioni.

Rimane comunque possibile uno scontro con qualche corpo celeste, che potrebbe determinare la fine del genere umano (e della maggior parte delle altre specie) e il problema della distruzione nucleare sarebbe un pericolo da archiviare.

Jared Diamond in "Collapse" presenta casi di civiltà estinte.

Abbiamo quindi due certezze:
La specie si estinguerà, e la nostra stessa civiltà si estinguerà.
E la probabilità che non toccherà ancora alla specie è un pò più alta.

Pensiamo quindi alla civiltà per ora.

La nostra civiltà è cominciata nel momento in cui ...
si sono formati gruppi?
È probabile che il nostro modo di vivere (sociale) è intrinseco alla specie, così come esistono predatori e erbivori solitari, e animali che vivono in branco.
Noi siamo un animale molto dipendente dal branco!
E quindi il punto debole della specie è determinato biologicamente.

L'evoluzione della nostra specie (mi riferisco all'evoluzione dell'homo sapiens e avverto di non distrarsi con Australopiteco e altri "antenati"), che chiamiamo progresso, è avvenuta in maniera lineare.
Impariamo dagli antenati, ci insegnano già appena nati, e ... certe cose rimangono uguali. La violenza, l'odio, la rabbia, la tendenza a seguire un leader o delegare a un leader, la speranza in aiuto "esterno", e che qualcuno ci organizzi la vita.
Potrebbe essere un imprint biologico della specie.

Così, le caratteristiche che abbiamo favoriscono scambi tra di noi, un certo livello di organizzazione, ma anche strutture gerarchiche, mancanza di visione, bisogno di affidarsi, e diffidenza.
Da aggiungere, che - mentre non riusciamo a comprendere il livello valido per altre specie - sembriamo essere dipendenti dall'illusione, nel senso che viviamo la realtà, ma cerchiamo a tutti i costi illusioni che ci promettano altre possibilità come futuro reale.
Illusioni che non sono altro che inganni e bugie.

Per riassumere:
Portiamo in noi stessi talenti per "progredire" e debolezze che ci faranno estinguere.
E siamo bugiardi (verso noi stessi e altri) per natura.

Rispetto alle "debolezze", sarebbe meglio essere più integralisti e chiamare l'insieme di talenti e debolezze "natura umana".
E a quella ci aggiungiamo anche il fatto di essere "junkies" della menzogna.

Una natura scoraggiante, che comunque ha prodotto idee come i diritti umani, che non stanno molto sulla nostra linea (infatti dopo molti decenni incominciamo a discutere e litigare sui diritti dei gay, partendo dalla tradizione, che non sono al disotto del livello degli eterosessuali).

Dobbiamo rassegnarci o sperare?

A questo punto del ragionamento io decido di non proseguire nell'indagine, e dare una risposta di comodo. Pragmatica.
Se vogliamo dare la risposta "assoluta" ... ci tuffiamo nel nichilismo. E per me non essere nichilista è una scelta volontaria.

O rimanendo in tema, la verità non ci aiuta per niente, ed è inutile scoprirla.

Come possiamo quindi evaderla, senza farci danno e senza discostarci troppo?

Nelle nostre scelte di vita e società si sono polarizzate due strategie, che - anche quello per la nostra "natura" (aggressiva) si sono definite per estremi e si sono poste come antagoniste:
Il comunismo e il capitalismo.
Che nel secolo attuale rifiutano tali nomi e ne preferiscono altri più moderni.

Le due "ideologie" probabilmente sono intrinseche della nostra natura, non sono "ragionate" fino alle radici, e ci obbligano a "dividerci" ripudiandone una per consegnarci all'altra.
E siccome il bisogno lo abbiamo dentro, equilibriamo l'ambiente squilibrato e a favore di una di esse su altri livelli o con gruppi specifici.

Quando l'ideologia che regge la nostra società mostra di funzionare male ... ci buttiamo di getto e d'istinto sull'altra per compensare.

La terza via.
Chi la sa lunga come me, arriva alla conclusione che libertà è sempre e solo avere a disposizione tutte le opzioni positive possibili, mantenendo sotto controllo quelle negative.

E al contrario di quello che ci dice la tradizione, affermo che sono positive sia l'ideologia comunista che quella capitalista, perché derivano da tendenze naturali.
Sono positive nel senso che sono i binari sui quali ci muoviamo.
(Negative nel senso che ci portano all'estinzione, ma avevamo deciso di evitare il nichilismo).
Ma prese per se, le due ideologie permettono comportamenti e scelte positive e negative (ovvero comportamenti che ci avvicinano più in fretta all'estinzione), per cui le ideologie le dobbiamo sottoporre a un concetto superiore, che da tempo chiamiamo etica.

L'etica è il principio per il quale muoverci, ma non la terza via.
Una via si percorre, non si ragiona.
Il cammino che dovremmo percorrere è uno "olistico". Uno che si muove sui binari della nostra natura, senza sbilanciarsi.

Leggendo l'ultima pubblicazione di Casaleggio/Fo/Grillo mi rendo conto, che sotto sotto c'è la convinzione che uno dei binari è sbagliato, e ci si deve buttare sull'altro.

Il comunismo governamentale invece ha dimostrato che la natura umana è più forte dell'indottrinamento, che le gerarchie sono il modo come ci organizziamo, e che anche i difetti della natura umana non si possono estirpare.

Al contrario di Grillo e Casaleggio io penso che non c'è nessuna lotta da fare.
Che imbrogliare il bambino incosciente, per portarlo al paradiso senza che si renda conto del cammino, è immorale, e che non funzionerà, perché il bambino nel paradiso continuerà a comportarsi da bambino. Anzi, manifesterà esattamente quelle tendenze che si cercano di reprimere.
Il paradiso collettivo sarà pieno di individui con altare capitalista nella propria stanza da letto e con fede nel merito e odio verso il livellamento.

Quello che c'è da fare invece è molto più difficile che filtrare, mettere una parte da un lato e l'altra dall'altra, e riscaldare gli animi.
Quella è una tattica che sfrutta un lato molto primitivo dell'homo sapiens.

Il cammino migliore invece è quello che si sta evolvendo da millenni: Progresso nell'idealismo etico, nell'abbracciare contrasti, perché siamo individui con contrasti, e nel trovare equilibrio e sintesi.
E quale è l'obbiettivo? Quello che tutti conosciamo: Rimandare l'estinzione, e permettere ai nostri figli e ai nostri nipoti una vita un poco migliore.

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