venerdì 18 luglio 2014

Impaccio imperante

Continuando il discorso sulla performance della squadra di governo nella faccenda delle riforme "democratiche", in tanti hanno scorto comportamenti di favoritismo e ostruzionismo che non richiedono intelletto superiore per una giustificazione.

Facciamo alcuni esempi:
FI e NCD sono stati consultati, perché necessari per avere la maggioranzarichiesta per fare le riforme.
Ufficialmente il comnsenso è stato negoziato, in seduta unica col solo Berlusconi (e qualche assistente) e Renzi ha dovuto fare "cessioni".
Che poco a poco viene tirando fuori.
(Cioè, laddove gli si rinfaccia qualcosa poco limpida, ammette di esservi costretto perché voluto cosi dal socio che gli permette di avere i numeri per la riforma.)

Questa versione invece la contrraddice con i fatti!
Già da tempo ormai (e la voglia di apparire in buona fede lo dovrebbe aver costretto a farlo), avrebbe dovuto presentare la "carta" con la quale si era recato da Berlusconi.
Metterla sul tavolo, e verificare, se i nuovi interlocutori gli permettono di portare a casa una formulazione di riforme, che contiene un maggior numero di "corrispondenze PD". (Sto parlando di tutti gli accordi presi con Berlusconi. Accordi istantanei, a quanto pare, che non hanno richiesto consultazioni di "altri partiti" e studi approfonditi fatti in ritiro.

Invece Renzi "scorda" di andare con la valigetta dei desideri, e fa "sondaggi" svogliati di persona (per permettere a noi malelingue di sospettare, che non può mandarci gli sprovveduti che conosce - alla fine, deve sapere chi ha nominato, no?, per non tradire quello che comunque traspare da tempo), senza nemmeno badare a simulare di andarci preparato a trattare.
Ci va a parare invece, a temporeggiare e a fare il carosello.

Parla a sproposito di avere il dovere di consultare "gli altri", cioè FI e i partitini che con lo sbarramento che chiede, affonderebbe.
Ancora una volta dimenticando grossolanamente, che PD e M5S assieme hanno ottenuto il 61% dei voti alle elezioni europee.
In realtà, avrebbe - se volesse davvero fare riforme intelligenti e al massimo livello di democrazia possibili (considerando i compromessi necessari per garantire la governabilità al vincitore) - ben poco da vagare.
Dovrebbe nominare i suoi (suoi davvero, e non degli altri che glieli avrebbero imposti) termini, verificare i consensi (quanti voti otterrebbe) e procedere se i testi passano.

Anche se tutto è molto chiaro, perdo il minutino di tempo per riepilogare:
Il PD pasticcia visibilmente, perché la via è già stata decisa, non è una decisione autonoma del PD, ne di Renzi, e sgusciare per fare meglio con altri non si può.
Proprio da questa impasse nasce il bisogno di salvare la faccia presentandosi, mentre al contempo si gettano pretesti molto goffi con la speranza di trovare quello giusto per tirare avanti come dettato a quattr'occhi.

Arrivare a rimproverare per i "toni:" e gli insulti (quando Renzi non risparmia occasione per ricambiare, anche se evita il turpiloquio), per giustificare il ritegno a confrontarsi, oppure che FI rappresenta molto elettori (il M5S di più!) e non si può lasciare fuori, non è segno di poca intelligenza.Probabilmente neanche Tucidide avrebbe la trovata divina per giustificare che fare le procate si deve, perché altro non si può fare.
Le tante scivolate su bucce di banana tradiscono semplicemente una commedia inscenata per imbiancarsi sotto la luce dei media. (Da qui anche la necessità di aver bisogno dello streaming, proposte scritte, etc., per cogliere il fallo e uscire con la ragione e il diritto a fare dell'autoritarismo una necessità.)

Renzi insomma sta cercando di pescare il pesce puzzolente e brutto, per giustificare che la miglior opzione è fare "il bene"(a giustificare quello dedica il resto della strategia mediatica) assieme agli squali.

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