venerdì 31 gennaio 2014

Dissonanza cognitiva e dissonanza di propositi

Volevo farlo da giorni, praticamente dal momento in cui è stato reso noto che i votanti cinque stelle hanno preferito un miscuglio di collegio uninominale e nazionale (probabilmente per non vederci troppo chiaro, e aver almeno capito, che le due cose si prestano ad abusi e cattivi costumi) che volevo far notare una cosa strana:
I tre partiti grandi hanno una cosa in comune:
Vogliono governare, e da soli!
Il Porcellum bis (le differenze io non le vedo. È una riforma elettorale che se ne infischia delle motivazioni della Corte Costituzionale, e si preoccupa solo di spuntare pochi spigoli eccessivi e aggiungere un procedimento per avere un vincitore sicuro.) viene incontro a tutti.
Poi nei sondaggi, si scopre che gli elettori invece in prevalenza sono idealisti, che rispettano anche il voto di chi sceglie personaggi a loro abominevoli, e che si fanno indurre ad accettare regole pensate per evitare accordi e coalizioni, ma in teoria sentono più giusto che le parti si mettano a negoziare e trovino soluzione che vadano bene per una maggioranza, che imposizioni di una minoranza.

In altre parole, i tifosi riconoscono e rispettano i diritti dei tifosi delle squadre avversarie, ma i professionisti (i politici) no.
Cosa che rende evidente, che il politico ha un rapporto molto diverso col voto che l'elettore. Un rapporto molto meno rispettoso.
Perché l'idea di far governare qualcuno che ha solo un quarto dei voti totali, più che audace è sfacciata.

Rimanendo in tema, ne Grillo ne Casaleggiohanno proferito sulle scelte fatte dai votanti del blog.
E quando osservano, che sono scelte "democratiche", non fanno che confermare, che non corrispondono al loro orientamento e all'orientamento che hanno dato al Movimento.

Grillo e Casaleggio avrebbero già da tempo aver dovuto capire, che quello che esprime in maggioranza la base votante ha come conseguenza, la necessità, e forse anche il dovere verso il proprio elettorato, di adempiere "promesse" servendosi di negoziazioni e accordi.
La maggioranza assoluta è un mito, e non vuol dire altro che gli stratagemmi ideati per trasformare un "vincitore" in maggioranza sotto tavolo vanno bene.

martedì 28 gennaio 2014

Le ragioni di Renzi

Renzi lo criticano in molti.
Non sono andato a cercare i giornali che lo difendono, per cui forse or ripeterò solo i loro argomenti.
Ma merita anche un giudizio bilanciato, e ragioni ne ha.

La nuova legge non piace a nessuno (ecetto Berlusconi e Renzi).
Perché non è equa, castra gli elettori, e altera terribilmente il risultato reale.

Ma Renzi con il M5S che legge elettorale avrebbe fatto, in una utopica cooperazione?

Credo che non avrebbe trovato accordo con il M5S.

Per un semplice motivo:
Il M5S cerca una legge bilanciata e corretta.

Renzi invece cerca di sbloccare lo stallo di potere. Anche a rischio di fare la fine del topo.

In altre parole:
In un paese dove tre forze politiche pareggiano, una rifiuta ogni cooalizione, alleanza e cooperazione, e mettersi con l'altra vuol dire bruciarsi, cosa resta da fare?
Se si fa una riforma elettorale proporzionale (sono stato di quelli che l'hanno voluta sul blog di Grillo), vista la realtà italiana, solo col doppio turno si va avanti (per cui personalmente, anche se non mi piace tanto, lo ritengo indispensabile.)
Renzi aveva lo stesso obbiettivo: Arrivare a qualcosa che permette lo spareggio (a costo della demoocrazia) per evitare governi tipo Letta-Alfano.
E quindi ha concesso quello che Berlusconi chiedeva, ovvero riproporre il Porcellum.
Con calcoli semintelligenti che probabilmente non faavoriscono affatto il PD, ma comunque l'intenzione principale era "risolvere".

Le paure del capo

Chi rifiuta le preferenze, anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale, è Berlusconi.

È un capo leale.
È un capo, che non molla l'impugnatura del coltello.
È un capo che teme i propri elettori.
Che non gli confermerebbero gente come Alfano, Schifani, Razzi, Gelmini, Carfagna, Brunetta, De Girolamo.

Dell'ultima affermazione non sono affatto sicuro.

lunedì 27 gennaio 2014

La ley de Herodes Mateos

Alcuni quotidiani attribuiscono a Renzi l'avvertimento, che se la legge elettorale sua e di Berlusconi non passa, il governo cade.

Dovreste vedere il film "La ley de Herodes" (La legge di Erode), tratta dall'omonimo libro di Ibarguentgoitia. (Erode non c'entra per niente. É la frase centrale del film, dove al protagonista viene insegnato ad essere un villano per conto proprio, con una rima sul nome di Erode).

Renzi ricalca la rima, e trasmette il messaggio, che o vi fotto, o vi fotto.

Io propendo a dargli solo il 50% di possibilitá di successo.
Penso invece, che riformulare il Porcellum sia un "o vi fotto, o mi fotto". E stranamente, il padrino della riforma, l'Onorevole Berlusconi, non si fotte.
Anzi! Berlusconi é il rifugio il rifugio dei corrotti! Passaparola!

martedì 21 gennaio 2014

Clandestinità si, dialogo con Renzi no.

La democrazia a cinque stelle è burocratica.
Una volta che i test idi legge si commentano sulla piattaforma, ma senza un minimo di "costruzione" visibile ...
(Infatti io vedo migliaia di commenti, come sempre le sparate fantasiose, ma anche cose intelligenti. SOlo che non vedo coordinazione, costruzione, integrazione online. Sembra che il parlamentare fa il testo, migliaia "partecipano" online, forse si vota, e se è si o no si ottiene un risultato, altrimenti si rimane sulla grande ammucchiata di reazioni, senza nessunissimo obbligo ne sostegno, e il promotore del testo può benissimo ignorare tutto e tirare avanti.)

Dicevo:
Si è creata l'illusione della discussione, ma le cose rimangono slegate.
All; improvviso appare un "referendum", senza capire perché quello si e altri no.
Poi Renzi chiede udienza, e senza referendum gli si da il colpo di mattarello.

Non difendo Renzi, che grazie al no ha potuto passare al piano B, che in verità era il suo piano A, ma aveva bisogno di un pretesto per tirarlo fuori come B.
Critico Grillo, che la democrazia la concede a spruzzi.
Fa bene. Anche io diffido altamente della sua rete democratica e delle votazioni, e penso che appena amplia le concessioni di voto ai 400,000 che sarebbero già iscritti, i risultati saranno molto PD o FI (dipende da chi ha la squadra di attivisti infiltrati più grande!).

Se poi cominciano a murargli il blog con commenti prevalentemente contrari (diciamo 10 a 1), il blog di Grillo e la democrazia diretta sono finiti, e il secondo tentativo sara molto meno "libero" e democratico. Il M5S vigilerà gli iscritti, e chiederà conferme che somiglieranno al battesimo rituale delle sette.

Posso sbagliare, ma insistere sulla strada incerta non ti assicura che arriverai a destinazione.

Sole per favore! Basta stelle!

Di Battista sul blog di Grillo chiude un commento con la solita frase "A riveder le stelle".
Che vuole ricordare l'uscita dall'Inferno dantesco.

E che invece provoca a chiedere il sole, che nel nostro emisfero splende parecchio, e il M5S per farsi slogan col nome ha dimenticato.

Di Battista non lo pizzico per una scelta di parole.
E quello che precede la frase, che scoccia, perché Di Battista anche lui ci da esempio di come si sembra scemi a ripetere e difendere cretinate altrui con un ragionamento logico.

Cito testualmente:
"Ma la strada è sempre la stessa, coerenza, onestà e nessun compromesso con questa gentaglia. L'intransigenza non è detto che ci faccia vincere ma l'assenza di intransigenza certamente ci farà perdere. Oggi l'intransigenza è un valore assoluto. A riveder le stelle!"

Nella coerenza e nell'onestà non ci vedo niente di criticabile.
Ma non è sullo stesso livello l'intransigenza e il rifiuto del compromesso a priori. Quello è settarismo.
Sono uno scomunicato eretico, e so benissimo di cosa parlo, e il M5S da quando lo osservo mi si presenta come setta.
Di Battista  quando si accoda mostra chiaramente, che spegne l'intelligenza, e violenta la propria logica.

lunedì 20 gennaio 2014

Due sole file per arraffare per favore!

Sarebbe stato il sogno di Riina, avere al massimo due organizzazioni mafiose in Italia, e con regole solide per gestire la supremazia di una delle cosche, con possibilità di alternarsi periodicamente, ma con il controllo totale della propria schiera.

E invece sarà riservato a Renzi e a Berlusconi un tale premio.
Segno che il crimine non paga.
Riina in galera, e Berlusconi fuori!
I colletti bianchi con i parrucchini fanno le regole, e sanno come sfilarsi dai castighi.
Sono invece i manovali che pagano!

Berlusconi ha la sua sicurezza: Una percentuale di elettori fissa, sulla quale può contare.
L'accordo elettorale con Renzi, che non concede assolutamente nulla all'elettore in generale, solo introduce una regola che va bene per tutti e due: Che dalle elezioni uno esce sicuramente come vincitore, senza doversi alleare con l'altro.
Garantisce anche n'altra cosa, e li è Renzi che specula: Che ci saranno solamente due file per impadronirsi del potere. E Renzi gioca sul fatto, di costringere chiunque sia contro Belrusconi, a votare PD et soci.

Grillo ha ceduto il gioco. Tuonare sul blog non servirà a molto.

E voi elettori, cosa pensate di fare?
Gli ovini?

Dimmi con chi vai

Eh si, Renzi fa cose che ricadono nei proverbi più conosciuti.
E non deve affatto venire a confessarsi.
Abbiamo chiaramente visto, con chi riesce a mettersi d'accordo.

L'altro proverbio anche quello veridico nei suoi confronti è che chi va con lo zoppo comincia a zoppicare.

Così, prima Renzi voleva elezioni con preferenze, ma poi si trova in pieno accordo in liste senza preferenze, dove il capomafia nomina chi vuole.

Nel 2013.

E molto consapevole che con queste regole, la rottamazione che dovrebbe essere il suo marchio di fabbricanon ci sarà.

È necessario commentare?
Io dico che chi non ama lo sporco, ha visto e capito a perfezione.

Preparate il conto appena possibile!

Testa o croce?

Il bipolarismo lo cercano i due "poli".
Una legge elettorale maggioritaria, che assegna il governo a chi ha più voti è la legge di chi vuole che il cittadino abbia il minimo di scelta: O testa, o croce.

E se a discuterla in sintonia sono il PD e Forza Italia, l'obbiettivo è di convincere gli elettori a lasciar "ogne speranza" e aggrapparsi a uno dei due partiti.

Vi pentirete amaramente di aver sempre fatto i conti per il "vostro" partito, tifando, e spingendo perché le regole lo favoriscano, invece di preoccuparvi, di tenere voi il manico del coltello!

L'astensione deve contare, perché OGNI ELETTORE CONTA!

giovedì 16 gennaio 2014

Lupo Renzi

Dopo aver letto l'articolo di Fabrizio Tonello
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/15/legge-elettorale-renzi-ne-sbaglia-due-su-tre/845094/
dovrebbe essere abbastanza chiaro il dilemma della legge elettorale, e dove vuole arrivare Renzi.

Tutti gli "svantaggi" delle leggi elettorali li conosciamo.
Il proporzionale, che altrove funziona (con partiti sicuramente anche loro Casta, ma disciplinati perlomeno al punto di non costruire mafie come si fa in Italia) anche quando si alleano la destra e la sinistra, in Italia stimola la formazione di parecchi partitini, che poi fanno collassare i governi.
Colpa del proporzionale? Sinceramente no. Colpa dei politici sicuramente.
Ma l'esperienza insegna.
E quindi, il proporzionale che è il sistema più "giusto" verso l'elettore, per i vizi degli eletti s'ha da scartare, almeno nella forma già provata e in quelle varianti che non riescono a garantire stabilità.

Tutte le proposte con "premio di maggioranza", anche se minimo, sono sistemi fatte per creare lo scivolone a un partito o coalizione, che probabilmente è quasi alla pari con un altro, dandogli ampio vantaggio.
Lo storpiamento del voto quindi è notevole, perché governa chi è più o meno lontano dalla maggioranza reale.

Resta solamente il doppio turno, che perlomeno permette all'elettore di concentrarsi su due possibilità, assegnando il timone a un vincitore. Al quale non darei nessun premio.
Sistema che a me non piace, perché siamo sempre li: La tua libertà di elettore è ridicola. Vai a votare per sgambettare il peggio!

Le elezioni chiuse - lo avevo detto - sono un doppio legame. I politici e i partiti possono monopolizzare quello che danno davvero all'elettore.
Ormai in Italia, chi non ha ancora capito che il menu servito è limitatissimo (fare l'interesse del popolo manco pensarlo! Ma neanche come direzione approssimativa!), e che i partiti hanno il privilegio di rifiutare qualsiasi apertura ... chi non l'ha capito, per dirla con rispetto, ha un quoziente di intelligenza di 20 punti sotto il livello normale.
L'affermazione vale senza esitazione anche per chi vota Silvio e piange per lui.
Perché anche chi vota il leader è cosciente che rimette il proprio benessere alla VOLONTÀ del condottiere.
Si tratta di fiducia nelle intenzioni e nelle capacità.
Ma resta chiaro che non c'è la possibilità di dare preferenze o fare richieste politiche, o addirittura partecipare per crearle.

Finché l'elettore è mantenuto sotto doppio legame, l'intenzione dei politici al proporre leggi elettorali è solo un rimpasto di democrazia "controllata" e servita in pacchettini surgelati confezionati da loro.
Occorre togliere il "surgelati". Perché non si tratta di roba conservata, fresca e commestibile.
Ormai è alimento tossico, scaduto e nauseabondo.

Renzi preserva il vizio della politica "democratica" filtrata dal potere, e si rivela come lupo.
La apertura a fare accordi con Berlusconi su una legge elettorale mostra le sue affinità.

Il M5S vuole scardinare il sistema, sostituendolo con uno in principio migliore, e realmente demcratico e aperto. Questo non lo critico. Ma è utopia.
La realtà sono le lobby, le mafie, i favori, gli interessi, il fanatismo, l'estremismo, l'ottusità, la disinformazione, la manipolazione, l'inganno, l'egoismo, il cinismo, il credo, che per stare bene molti altri devono stare male.

La democrazia di Casaleggio e Grillo funziona dopo un annichilamento mondiale selettivo del 70% della popolazione mondiale, lasciando esattamente quella gente che "funzionerebbe" in uno schema di democrazia diretta partecipativa. Nella quale sgarrare si sanziona con l'ostracismo, e i critici del sistema si eliminano o costringono al silenzio.
Sarebbe un panorama sociale che uno scrittore userebbe per presentarci il dissidente, che lo scardina per riportarci l'amato chaos e il disordine della libertà.

Tra il sogno di Grillo e Casaleggio, e la mia semplice richiesta di non assegnare seggi alle quote astensionistiche, la mia proposta è facilmente fattibile, e la pressione sui partiti sarebbe reale. Sarebbe come mettere le redini dell'elettore ai partiti, dandogli il potere di bocciarli.
Se nei prossimi 20 anni finalmente qualcuno comincerà a trattare l'astensione come scelta politica da rispettare, sarà già molto. Sarebbe come il primo passo sulla Luna democratica.
Qell di Casaleggio e Grillo invece è fantapolitica. Sarà realtà, quando la psicologia umana sarà radicalmente cambiata. Ovvero MAI.

mercoledì 15 gennaio 2014

Chi gioca da solo non può perdere

Probabilmente il proverbio siciliano è conosciuto.

E ci vuole dire, che se giochi da solo, non perdi.
E neanche vinci.

Per un partito votato da una bella fetta dell'elettorato, giocare da solo ... se andiamo a cambiare scenario, e ci mettiamo nell'intimo, è una maniera sicura per non fare figli.

O restando sui termini del proverbio, gioca solo, e scordati anche di vincere.

Perlomeno se ci limitiamo strettamente alle vicende politiche italiane, dove un partituccio come SEL dimostra che per il solo fatto di dare la mano al partito grande per andare avanti, riesce anche a ottenere consensi per proposte proprie. (Quello di essere all'opposizione lo avevamo capito subito che era per afferrare un paio di fette di torta extra!)

Abbastanza astrazione, e ora al caso:
Che Renzi cerca la legge elettorale con Berlusconi, dopo la porta sbattuta in faccia dal M5S, mi pare logico.
E molto, ma molto spiacevole.
Perché la soluzione che cercheranno è il Porcellum che la Corte Costituzionale non inchioderà, perché formulato viscidamente.
Ma non mi aspetto nessuna cosa che abbia rispetto della volontà dell'elettorato.

E stavolta si la colpa è da dare al duo magnifico, che anche quando da segnale di essere disposto a votare proposte, ci deve sempre aggiungere la manganellata, come a dire che non ci possono essere convergenze o cose da costruire con dialogo. Voi fate, e se ci pare bene diciamo di si!
Spiacente dirlo, ma anche se da Renzi comunque non mi aspettavo molto, l'Italia non ci guadagna niente se per la maggioranza resta sempre e solo Berlusconi!

Legge elettorale. Continuazione.

La legge elettorale è finalmente divenuta compito obbligatorio.
Proposte interessanti non ne leggo, perché alla fine sarà fatta dai tre schieramenti, forse sarà formulata per nebulizzare partiti piccoli, e comunque sarà tutta centrata sul come riuscire a far governare uno schieramento grazie al 25-30% dei voti.

L'unica soluzione, affatto bella, sarebbe il ballottaggio tra i primi due arrivati nel secondo turno.
Che senza quorum (astensione) è riprovevole.

E con questo, quello che era importante è già detto.

Dalla proposta 5S, che si dovrebbe costruire in rete, e comunque in tempi più larghi, non mi aspetto molto.
Soluzione ideale non ce n'è, e non credo che dagli elettori del M5S ci sia da aspettare una legge elettorale che favorisca le coalizioni ... (assurde comunque finché non si annichilisce la Casta, e si creano ostacoli seri alla sua riapparizione.)

Pennellata mediatica di sinistra

Non mi sorprende affatto che oggi Scanzi sul Fatto Quotidiano esulta e vede avverarsi un desiderio espresso diverse volte da mesi:
Che il M5S ha fatto storia democratica (bazzeccole il fatto che i votanti siamo stati 25,000!) e che è un voto di "sinistra".

A Scanzi la destra non piace. Tutto qui.
Probabilmente la Sinistra per lui ha un'immagine migliore.
Per via di tutti i Comunisti letterati, tipo Sartre.

Il problema è, che Scanzi è troppo intelligente per soddisfarsi con una cosa del genere.
I peli che cerca e trova a tanti altri, mi fanno ritenere, che gli osanna di oggi sono ... decorazione messa appositamente dinanzi allo schermo, per non parlare di quello che c'è dietro.

Tutti i giornalisti del Fatto Quotidiano fino ad oggi hanno omesso, nel senso di omertà, di farsi domande sulla fattibilità della democrazia diretta partecipativa.
E hanno anche sminuito di parecchio le contraddizioni tra il fare autocratico di Grillo e Casaleggio, e le pretese democratiche.
Il voto contrario alle volontà del duo non dice assolutamente niente sul giustificato dubbio, che la democrazia praticata in rete è altamente manipolabile, e si presta ancora più della vendita di voti alle falsificazioni e a "takeover" lobbistici.

Niente da dire sulla buona volontà, l'onestà e la trasparenza, che sono una novità, ma sarebbe molto meglio costruire un movimento si meccanismi democratici fattibili, anziché inseguire una chimera irrealizzabile senza controlli fantascientifici (tipo identificatore DNA impiantato nel corpo con trasmissione di segnale digitale per confermare il voto o una azione sul portale democratico, etc.), che poi comunque arriverebbe a infrangere totalmente principi di privacy che sicuramente non vogliamo toccare neppure nel peggiore degli incubi.

Scanzi, per favore!

martedì 14 gennaio 2014

Orgogliosi della democrazia diretta!

Mi aspettavo un risultato contrario, e invece uno scarso 30% degli iscritti al M5S ha votato, e ha chiesto di abolire il reato di clandestinità.

Sorpresa piacevole per me, ma non è su questo che voglio soffermarmi.

È la dichiarazione di Grillo e Casaleggio invece che provoca il commento.

Perché DIFFICILMENTE era un risultato che si aspettavano, probabilmente i loro due voti sono stati per mantenere il reato, perché alla proposta dei senatori Buccarella e Cioffi Grillo aveva reagito con una strigliata.
Strigliata tremenda che ora Grillo con Casaleggio invece sta incassando da un ridottissimo gruppo (25,000 su oltre otto milioni!), dei quali sicuramente diversi non hanno neppure votato il M5S! (Io tra di loro, ma almeno non ho votato neppure altri.)

A parte la manovra di chiedere il voto d'urgenza senza spiegare niente (pessimo esempio di servizio democratico!), in linguaggio tipico dei "fan", il 63% favorevole all'abrogazione potrebbe essere in gran parte dovuto al voto di elettori di altri partiti (SEL o PD?) iscritti alla pagina, e consci di avere uno strumento per condizionare il maggior partito italiano con poche migliaia di voti.

È esattamente quello che della democrazia diretta partecipativa (che bello dirlo sempre d'un fiato!) non mi ha convinto fin dal principio!
Infatti credo, che se per esempio si fosse iscritto anche quel mezzo milione di elettori fanaticamente avversi agli stranieri per principio, facilmente il consenso per l'abolizione si sarebbe mantenuto su livello di prefisso telefonico.

La votazione di oggi per me non è affatto un esempio di democrazia come dichiara Grillo, che cerca di estrarre il lato positivo per mostrare che è un gentiluomo.
È invece un esempio della facilità per manipolare democraticamente i premibottoni eletti.

Stavolta agli eletti è andata bene. Ma non c'è motivo di esultare.

Eredità in lingua straniera

Caro piccolissimo pubblico espatriato,

In America Latina ho conosciuto parecchi italiani nati fuori dall'Italia, incapaci di padroneggiare la lingua italiana.
Ho conosciuto anche tedeschi, certuni alla terza generazione nata lontana dalla Germania, ma con dizione tedesca perfetta.

Fin qui pensavo che fosse una questione di nazionalismo, che gli italiani sono più spreoccupati.

Ora invece mi turba un'idea:
Mio figlio è nato in Messico, ha sette anni, e ha appena fatto una scenata perché la maestra di inglese gli ha lasciato una dozzina di parole da imparare (pronuncia e come si scrivono) e molte le ha scritte male sotto dettato.
Si ribellava all'idea di dover praticare un anno per impararle.

Per evitare discussioni sterili l'ho congedato e messo a letto.

E sono rimasto a chiedermi, cosa fa un genitore, ossessionato dall'idea che morirà e mancherà alla sua discendenza, che è attratto dall'idea di condividere i pensieri e le preoccupazioni quotidiane di padre o madre in forma scritta da lasciare in eredità, per incrementare la possibilità di essere capito/a quando i bollori e gli ormoni si sono attenuati.
Condivisione che probabilmente sarà redatta nella lingua più intima, che nel mio caso è il tedesco e l'italiano, e che il figlio o la figlia non ha mai voluto imparare.

Quello che è certo è che al morto non fa più male niente, ma per qualche rampollo una situazione del genere potrebbe essere dolorosa.

Se finalmente vi sentite "toccati", mi fate sapere cosa pensate al riguardo?

lunedì 13 gennaio 2014

Clandestino il voto

Sorpresa mattutina trovarmi un messaggio del blog di Grillo, invitandomi a votare, se voglio mantenere il reato di clandestinità o no.

Ho votato che per me lo possono abrogare.

Le votazioni sono ormai finite da qualche minuto. Sono molto curioso di sapere quanta gente ha partecipato.
Sull'esito non mi interessa troppo, anzi prevedo, che oltre il 60% abbia votato di mantenerlo.

La votazione mi è sembrata frettolosa.
Metterla così, con un si o un no da dare, senza spiegare cosa voglia dire ciascuna risposta all'atto pratico ...
Grillo e Casaleggio non sono degli imbecilli.
Un tema talmente controverso "sbrigato" in tal modo mi sa a intenzione.

I moventi principali secondo me sono tre:
1) Non informare e mettere urgenza, contando sul fatto, che i partecipanti non informati voteranno secondo l'umore rilevato statisticamente.
2) Togliere il voto ai delegati, imponendo loro quello "democratico".
3) Simulare democraticità.

Quindi oggi Grillo e Casaleggio per la prima volta mi hanno dato la bruttissima impressione, di servirsi dei mezzi democratici per manipolare.

Critica che non posso affatto "restringere" a un unico fallo.
Vista l'occasione, metto in risalto, che molte altre cose invece NON sono state sottoposte a voto democratico.

La diffidenza quindi sorge sia da frequenti silenzi (nelle cose che si potrebbero decidere democraticamente),
sia per punti programmatici che appaiono dal nulla, senza poter seguire dialoghi, dibattiti e costruzioni di proposte (le sette proposte per il mandato alle Europee!), e ora con questa mossa frettolosa che ha tutta l'aria di imporre domani stesso un dietrofront ai rappresentanti che hanno presentato una richiesta di abolizione della legge.

Considerando che Casaleggio si era candidato per Lega/Forza Italia (Grillo invece voleva iscriversi al PD), mi pare che l'obbiettivo sia quello di accarezzare l'elettorato di destra che cerca l'alternativa a Berlusconi e Lega.

venerdì 10 gennaio 2014

Gay da fifa!

Alfano lascia il governo, se il PD si azzarderà a proporre la legalizzazione del matrimonio - si, del matrimonio, non delle adozioni - tra gay.

Cosa può motivare un signore con studi, "vecchio" di una quarantina di anni (credo di averne un paio in più) si può immaginare.

In primo luogo, che due uomini o due donne si sposino, offende gli eterosessuali.

Un eterosessuale rabbrividisce al pensiero di baciare qualcuno del proprio sesso. (Probabilmente un gay rabbrividisce al pensiero di baciare qualcuno dell'altro sesso, ma ... immaginare quello che sentono gli altri è chiedere troppo!).
Il matrimonio poi, come dice la parola, richiede che nella coppia qualcuno diventi madre, ovvero che ci sia riproduzione. Pura etimologia. E accettare la formazione di una coppia che per natura non può avere figli ... è dare uno schiaffo in faccia all'etimologia.
(Devo chiarire, che un ragionamento del genere lo farebbe Razzi, se sapesse esprimersi un po meglio.)
Terza ragione per rifiutare i gay è che Berlusconi non è gay.
Se fosse gay, tutto il PdL, Forza Italia, NCD, Fratelli d'Italia, la Lega e l'accozzaglia che si riunisce sotto lo stendardo della destra (ma in effetti interessandosi più dei valori di Berlusconi che di ideali e valori di destra) troverebbero mille ragioni, cominciando dall'Egitto, per chiedere leggi che diano privilegi ai gay, specialmente agli evasori, a quelli che usufruiscono di prostituti minori di età, e a quelli che comprano senatori.
Il matrimonio ai gay si deve rifiutare, perché un qualche ostacolo si deve pur lasciare. Belli i tempi quando li bruciavano!
E sicuramente non li si può trattare come se fossero "normali".
Ovviamente quello che è normale lo definisce la maggioranza.
Poi, se prendiamo i preti, dei quali probabilmente il 30% è gay ... quelli non si sposano. Se ne deduce, che se il gruppo con maggiore concentrazione di gay non sogna neppure di chiedere il matrimonio omosessuale, è assurdo che i gay sperduti tra la popolazione non ecclesiastica chieda il diritto di potersi sposare!
Si deve vietare anche per la questione della cerimonia. Perché spunteranno sicuramente e presto quei gay, che si presenteranno in abito bianco, con anello e tutti i dettagli e riti usati nel matrimonio etero, profanando e offendendo i costumi.
Insomma, il matrimonio non si può condividere senza ferire sentimenti.
Che dunque i gay inventino un'altra parola, tipo culattonomio, riti diversi (magari scambio di orecchini), lascino stare il bacio, e rinuncino all'uso di materiale anche vagamente biblico per la cerimonia. Musica poi di Elton John o cose del genere, ma via le mani dalle melodie tradizionali.
Ovviamente senza valore legale, perché sennò sarebbe solo una presa in giro per simulare il matrimonio.
Se il gay muore, i suoi possedimenti devono tornare alla sua famiglia di origine, ai nipoti o fratelli, ma perdio non al convivente o alla sua famiglia!
E pensioni manco parlarne! (Eppoi, per pagare le tasse non vengono discriminati. Non sono contenti di essere uguali li?)
Far sposare i gay potrebbe provocare l'ira di Dio. Quella da fine del mondo. O solo un incremento di terremoti, epidemie, o piaghe.
Ecco: La tolleranza dei gay potrebbe essere la causa principale, per la quale l'Italia è stata abbandonata dal Signore a un branco di politici da stalla!
Farli sposare potrebbe risultare in un avvento di mafiosi assassini alle Istituzioni e al potere democratico!
Si potrebbe continuare, ma Alfano ha tutte le ragioni del mondo (ipocrita) per rabbrividire all'idea che due gay e due lesbiche celebrino un matrimonio, e poi senza rompere gli zebedei di nessuno, vivano i loro affetti come la loro personale natura detta loro.
Sono brividi che si capiscono, esattamente come si capisce, che lo stesso personaggio ha votato che Karima è egiziana e nipote di Mubarak.
Alfano è una persona corretta che si fa in quattro per un mondo corretto!

giovedì 9 gennaio 2014

Fame per tutti

Essere relegati al ruolo di osservatori impotenti stimola le battute.
Battute che possono essere un breve racconto, o solo una frase riepilogativa e ironica.

Dopo il taglio agli stipendi degli insegnanti, e la successiva marcia indietro, e ora con le battute che si scambiano i coinvolti, non ci vuole nessuna scienza per sorprendersi di due semplici cose:
La prima è, che tagli o non tagli, è una realtà che il governo ha bisogno di fiumi di soldi che cerca di ridurre, e che fino a questo momento non vuole andare oltre al solito, e farlo con un colpo di penna. Cioè puntandola si una voce del bilancio dove con un comando, e senza altri sforzi, si taglia, si recupera o si toglie.

Allo stesso tempo, e molto anacronisticamente "regala" immense quantità di denaro a gruppi particolari, lasciando perplesso chi si aspetta un minimo di logica, come se costringendo e tagliando pezzettini in certi posti, si riesca a compensare il doppio che si sta elargendo a un solo richiedente.

La seconda è, che seppure arrivati a questo punto, dove il malcontento infetta, ancora si rifiutano di prendere in considerazione quella parte del costo, che incide e che ha inciso sulla crescita del debito:
Quelle spese che si possono pausare (militari, progetti giganteschi che generano lavoro per alcune ditte, ma non creano lavoro permanente, opere come la TAV, etc.), ma che non si devono toccare, perché a chi interessano sono obbligati i potenti.
O ... tutte le migliaia di impiegati pubblici e comunali, che il posto lo devono al favore, ma che non fanno nessun lavoro necessario.

Cosa sarebbe, se il governo annuncia, che si farà una revisione completa della pubblica amministrazione, e ci saranno tagli di 100-300.000 posti di lavoro (sparo una cifra, senza sapere quanti sono in realtà gli impiegati nelle Istituzioni pubbliche)?
Che invece si genererà lavoro di ristrutturazione e aumento di efficienza per un periodo di 3 anni, e che comunque lo Stato appoggerà imprese private con prestiti a basso interesse, o riduzione di tasse?

Quello che non succederà, sarà l'esplosione di solidarietà per gli impiegati statali in pericolo di disoccupazione.

Andare a toccare giusto i maestri, è stata un'idea poco intelligente.
Falciare invece tutta quella sovrastruttura che TUTTI sappiamo essere il frutto di decenni di "piazzamenti" fatti solo per comprare voti. sarebbe un passo che pochi (non legati ai beneficiati) criticherebbero.

Legge elettorale. Compromessi

Perché un signore quasi cinquantenne che vive in Messico, senza previsione di tornare in Italia, senza conoscenze e frequentazioni italiane, astensionista e non associato e nessun gruppo (a parte l'iscrizione alla pagina di Grillo e al M5S, che comunque sapete non mi ha invogliato a votare, e invece mi crea pruriti che mi fanno parlare), con un sacco di problemi propri, butta parte del suo tempo preoccupandosi della legge elettorale italiana, e di altre faccende che alla fin dei conti riguarda chi subisce il governo e la politica italiana?

Non solo non ho contatti diretti. Non ho neanche contatti via internet. (Ma siete di cuore invitati a farvi sentire, perché mi farebbe bene lo scambio, per imparare e capire meglio.)

Cosa mi riguarda la legge elettorale?
Non lo so davvero, ma è un fatto che ci penso da anni.
Che non lo so non è completamente vero.
Quello che posso dire è che il dovermi astenere dal voto anche una volta che ho riconosciuto, che non si può più, ho cominciato a riflettere sul sistema nel quale devo inserirmi, e che mi obbliga a fare una scelta alla quale non credo, solo per sgambettare chi ritengo ancora più nocivo.
E da li è sorta la convinzione, che è un sopruso ignobile delle democrazie, fregarsi e ignorare gli astenuti.

Fino a li ci arrivo facilmente.
Dove tentenno è quando devo giustificare e spiegare il percorso che oggi mi spinge a decidere per un tipo di legge elettorale.

Infatti quelle in discussione sono diverse, nessuna perfetta, e ognuna con svantaggi.

Quella corretta sarebbe la proporzionale pura.
Ma il realismo costringe a riconoscere due cose:
1) I partiti non hanno nessuna intenzione di fare coalizioni come in Germania, con un programma negoziato per settimane o mesi, e con accordi precisi.
Le coalizioni italiane sono di convenienza, dettate solo dalla paura di dover tornare alle elezioni.
2) Gli elettori non hanno nessun potere sui partiti.
Non riescono a costringerli a certi tipi di accordi. (Senza eccezione. Insisto sulla convinzione, che gli elettori M5S avrebbero voluto una alleanza col PD!)

Vista la brutta realtà, non rimane che prendere il Porcellum come ispirazione, nel senso che in Italia hanno governato gruppi che avevano il 20-25% reale di voti, ma gliene venivano assegnati il 55%.
Non ho bisogno della Corte Costituzionale per ritenere da prima del verdetto, che sia uno schifo.
Ma l'ispirazione viene da li, se come Renzi si chiede il doppio turno.

Ecco la mia alternativa di doppio turno:
Vogliamo che dalle elezioni esca un vincitore, ma con riserve ...

Al conteggio del primo (e se c'è accordo, sarebbe l'unico) turno, si permettono coalizioni.
(Io chiederei un piano di governo o libretto pubblicato all'inizio della coalizione, tanto per sapere, che accordi hanno fatto, ma riconosco che troppe richieste non sono una buona idea).
Se non si genera una maggioranza rispettando il proporzionale, si passa al ballottaggio nel secondo turno tra i primi due partiti o coalizioni. Le coalizioni possono anche essere nate dai risultati del primo turno, nel senso che ci potrebbero essere due poli che non arrivano al 50%, ma si sono uniti per passare al secondo turno.
So che una cosa del genere castiga il M5S, ma non è colpa mia se il M5S ha deciso per autorità superiore, che non si può cooperare con gruppi indipendenti o partiti gestiti da altri che non sono Grillo e Casaleggio. Mi sembra anzi, che farebbe abbastanza bene al M5S trovarsi in una realtà, nella quale rifiutare di trattare e discutere con altri equivale al suicidio.

Nel secondo turno quindi uscirebbe un vincitore sicuro.

A tutto questo si aggiunge che i candidati li hanno da scegliere gli elettori.

E se non approfittassi dell'occasione per chiedere finalmente che si inserisca nelle legge elettorale anche il conteggio delle astensioni, già solo per il fatto che si deve dare all'elettore il potere di rifiutare se non riesce ad accettare un simile regalo ai partiti, davvero avrei perduto il possesso delle mie facoltà mentali.

Nei due turni ci deve essere un quorum. Se i voti validi non arrivano al 50%+1 del totale degli elettori, le elezioni sono invalide.

Abbiamo infatti bisogno della possibilità di bocciare il sistema politico per fini educativi, altrimenti passato e presente saranno il futuro nostro e dei nostri figli!

mercoledì 8 gennaio 2014

A modest proposal

Fare una modesta proposta sullo stile di Jonathan Swift ora non è più una esagerazione cosmica.
È il momento in cui fare una tale proposta ... ci cade come il cacio sui maccheroni.

A chi conosce quella originale, la attuale suonerà come una scopiazzatura. Chiedo perdono.

Al governo italiano voglio proporre una soluzione per affrontare le esigenze monetarie, in previsione del fatto, che con una parte protetta che evade, con gli amici verso i quali si deve chiudere l'occhio, e con risorse limitate da parte di chi non ha più molto da dare, non rimangono molte scelte.

E consiglio un metodo collaudato:
Quando non c'è più niente da spremere, prendete i disoccupati, i falliti, i lavoratori che non guadagnano più a sufficienza per pagarvi le tasse, insomma, in generale il popolo italiano, sedatelo, e mantenetelo in coma artificiale, per sviluppare elettricità come in Matrix, e usare le feci per generare gas metano.
Quando i corpi non sono più utili, potete usare le pelli per farci scarpe, e i corpi per farci sapone.
Rimarrete all'inizio con tutti i beni immobili e le proprietà degli italiani sedati, che potrete vendere all'estero, ricavandoci il necessario per allestire e mantenere le strutture sedative.
Con i proventi di elettricità e metano poi potrete mantenervi (voi Casta), e non avrete più bisogno di fare lo show per mantenere gli elettori.
Come tra buoni complici potrete anche decidere come ridurre il vostro numero per aumentare il malloppo a testa.
Gli sfortunati non dovrete accopparli se non ve la sentite. Basta sedarli e trattarli come il resto della gente.

Per gli italiani ci sarebbe un vantaggio emotivo, perché "occhio che non vede, cuore che non duole."

Il reddito di cittadinanza


Vi è capitato di imbattervi in qualcuno o in un'idea, e di non avere una buona sensazione?

Se lo leggiamo nei libri, lo presentano come un presagio o una intuizione formata, ma se vi è capitato, sapete benissimo, che non è affatto così chiaro al principio.
Nella realtà invece è qualcosa di molto più indefinibile, quasi impercettibile.
Comincia dall'assenza di convinzione, certezza. Un lieve senso di disagio, niente più. Che solo col passar del tempo assume contorni.

A me è capitato con diverse persone rispetto al trattarle bene ed espormi.
Quando dopo averle trattate come se fossero i migliori amici, anteponendo spesso i loro interessi ai miei, vengo tradito malamente, con malignità, a volte anche con furia distruttiva, riconosco che il primo istinto non era positivo e che ancora una volta ho agito contro quello che mi dicevano i sensi non verbali e logici.

Ecco che posso passare al reddito di cittadinanza, facendo molto meno parole.

Non era così il detto, che invece di regalare pesci bisogna insegnare a pescare?

Grillo invece punta sulla ricetta vecchia: Lo Stato deve regalare ancora di più.
Così abbiamo moltitudini mantenuti con un pesce al giorno e poi quando scoppia la bolla, sarà una esplosione galattica.

Perché non la smette di cercare di risolvere le cose con un colpo di bacchetta magica, e lascia che la gente col cervello studi possibilità di investire in progetti di insegnamento della pesca? Magari con l'aiuto degli europei, così riduciamo il rischio di mettere su una cosa con tre piedi, che risulta essere un altro cavallo di Troia per succhiare dai già vuoti forzieri dello Stato?

Calcolo in veste d'illusione

Beppe Grillo alla ricerca del 51%.

Io non credo che ne Grillo, ne Casaleggio creadano alla possibilità di ottenere il 51% in elezioni vicine.

Casaleggio si aspetta la Democrazia Diretta solo al suo centesimo compleanno, al quale probabilmente non arriverà per colpa della terza guerra mondiale.

Ma il fatto è che il 51% è dottrina.

Mi vengono di versi pensieri che potrei elaborare al rispetto, ma voglio essere breve e toccare immediatamente il punto:

La ragione per la quale Grillo e Casaleggio vanno al tutto o niente ha una ragione solamente:
Sanno perfettamente, che nessuna forza politica appoggerà il loro progetto di democrazia diretta partecipativa.
L'unica via allora resta usare l'inerzia per stufare più cittadini possibili con la Casta, nella speranza di ottenere il miracolo del 51%.
Servirebbero meglio i premi di maggioranza, ma ormai il treno è andato per sempre ...

Siccome la somma fede dei due guru è che non c'è soluzione se non la divina democrazia diretta partecipativa (alla quale miracolosamente ne Casta, ne Lobby, ne sostenitori che attualmente sono il 60-70% degli elettori parteciperanno), le briciole di oggi non vale la pena raccoglierle o elargirle.

I Parlamentari e Senatori di oggi e domani probabilmente per Grillo e Casaleggio sono quelli che cantano "ma noi non ci saremo".

Purtroppo Grillo e Casaleggio sono monologhisti, e non rispondono a domande.

Ma vorrei davvero sapere, come e quando e chi hanno avuto l'idea della tale democrazia, e quando l'hanno finita di confezionare.
So che i Movimenti c'erano anche prima di loro, ma non credo assolutamente, che i Movimenti pensavano sul serio, che si possono ingrandire e trasformare in un unico movimento che lo governa tutto, giungendo a sostituire la democrazia rappresentativa.

martedì 7 gennaio 2014

Propositivi per dire

Un' altra incongruenza evidente di Grillo e del Movimento è l'atteggiamento mostrato ormai da quasi un anno nei riguardi degli altri partiti e dell'elettorato.

Grillo e Casaleggio chiaramente postulano (e diamo loro una buona parte di ragione!) che i partiti sono Casta, e non fanno gli interessi del loro elettorato, ma di potenti lobby.

Concesso questo fatto, ci sono due cose strane:

1) Che Grillo/M5S non assumano il ruolo di popolo che vuole cambio, a prescindere da quello che ha votato (in sordina lo fanno, perché evitano diversi temi cari a cittadini con vedute più marcate).

2) Che nelle Istituzioni il M5S non abbia l'incarico di trasmettere e negoziare attivamente le volontà raccolte per strada per ottenere più risultato possibile, senza guardare in faccia nessuno.

Cioè: Il M5S nelle Istituzioni si comporta come partito privato e non come organo propositivo alla ricerca di risultati.

La prova Di Maio


Quasi a farlo apposta, il deputato Di Maio ci fa una dimostrazione del risultato che si ottiene quando si cerca di seguire pappagallescamente una battuta, applicandola alla realtà.

Per lasciare una prova pubblica di fedeltà, traduce in volontà politica due temi di Grillo:
1) Dopo la sentenza sul Porcellum, Grillo, che non è giudice, deduce che nessun governo e legge è legittimo da 20 anni.
Di Maio, che dovrebbe nel frattempo aver imparato, che alle sentenze non si aggiunge di proprio, specialmente a tale livello, ripete che una legge elettorale decente non si può proporre, perché il Congresso non è legittimo, e al massimo può solo confermare una legge anche quella incostituzionale, ma meno porca, e poi un nuovo Parlamento deve fare una legge elettorale seria.

Lo devo ripetere: Nessuna Corte ha tratto conclusioni o annullato elezioni. E quindi nessun Parlamento è stato delegittimato.
Anche se la logica di Grillo quadra, finché nessuna Corte si preoccuperà della legittimità dell'Assemblea, ogni polemica è segno di mancanza di serietà.
Se davvero è convinto che il Parlamento non è legittimo, che faccia una denuncia!
Ma siccome non la fa, e Di Maio a quest'ora queste cose le capisce, l'uno fa polemica per aizzare, e l'altro cerca di girare la frittata, solo per mostrarsi in linea.
È come fare teologia di una gigantesca panzana.

2) Altrettanto vale per il rifiuto di COSTRUIRE una legge elettorale con altri.
Il rifiuto vuol dire, che ognuno pensa per i fatti suoi, e se per caso fai una proposta che posso accettare, te la voto.
Diverso, e molto più PROPOSITIVO sarebbe invece, andare a discutere, dibattere, e vedere se si può mettere assieme con altre forze politiche una cosa sensata.
Tra il totale rifiuto, e la capacità di dibattito, io ci vedo molto più vantaggio per il paese nell'ultima alternativa.

lunedì 6 gennaio 2014

Piede di porco

Immaginiamo tre livelli su cui fare le cose:

1) Rivoluzione violenta. Si tagliano tutte le teste di chi compone il sistema, magari qualcuna di troppo per sbaglio, o qualcuna che poi rovina tutto si lascia, e si ricomincia tutto, dopo averlo sfasciato tutto (con un 80% di cose che non c'entravano, e costituiscono il danno catastrofico di una rivoluzione).

2) Si grida e si minaccia col piede di porco, chiedendo cambi, ma al massimo si è disposti a usare il piede di porco per farli, rifiutando ponderare le cose per capirle bene.

3) Studiare al meglio possibile le cause di una situazione, e costruire una chiave che calza alla perfezione, e permete di aprire porte e cambiare intelligentemente le cose da dentro, senza fare danni.

Il populismo di cui tanto vanno orgogliosi Grillo e Casaleggio è quello descritto dal secondo punto.

Il M5S nelle istituzioni invece si muove solo sul terzo.
E quando Di Battista e altri per mostrare fedeltà rimugina le battute di Grillo, cade di livello.
Cosa che mi mostra, che ha momenti di debolezza, nei quali il cervello lo lascia riposare.

Populismo si basa sull'idea, che prendere decisioni per 60 milioni di cittadini, trovando la via più intelligente, tra mille interessi e rischi, sia cosa talmente facile, da poter essere decisa strillando in piazza.

Visto che mi ci trovo, torno a un'altra critica che non ripeto da un po di tempo:
In primo luogo, alle Istituzioni si possono mandare i premibottoni, e quelli è un peccato pagarli bene.
Ma si presuppone che dietro ci sono le teste pensanti e ragionevoli, e allora quelle dovrebbero essere pubblicamente visibili, pagate molto bene, e chiamate a responsabilizzarsi, cominciando dalla giustificazione delle scelte, e mostrando imparzialità e libertà da interessi lobbistici.

Fino a questo momento io sul blog e sul "sistema operativo" di Grillo non scorgo quel meraviglioso sistema di costruzione di leggi, anzi, di analisi di problema.

La democrazia diretta di Grillo serve al massimo a creare un canale diretto per trasmettere idee, e dar loro peso, così da renderne mandatoria l'inclusione o il rispetto.
In altre parole: Se non esistesse la Casta e il sistema di parassiti, la democrazia diretta si potrebbe praticare sul modello svizzero.

Sostituire il sistema rappresentativo, con uno che spera di derivare scelte essenziali tramite la rete, grazie al "dialogo" e alla costruzione, confidando nel fatto che la rete si modera da sola, e boccia quel populismo che invece è l'attrazione principale del movimento, è una non-strategia, e una non-soluzione.
E i precedenti di Grillo mostrano che NON è in grado di discernere tra placebo e fatti reali.

Qualche giornalista sostenitore di Grillo (Travaglio, Scanzi, etc.) qualche volta ha auspicato l'emancipazione del Movimento a Grillo.

Credo che la loro valutazione sia sbagliata.
La formula Grillo-Casaleggio / M5S va rifatta, ma non eliminando una parte.

Chi deve riformularsi è Grillo. Dovrebbe capire, che deve abbandonare il comando, dopo aver fatto creare dagli iscritti un regolamento che garantisce che gli eletti siano responsabili, seri, con visione, e senza potenziale corruttivo. E con un procedimento che non sembri scomunica, per l'esclusione di mele marce, o per "disciplinare" dichiarazioni e condotte che lo richiedono.

L'abbandono del comando non è abbandono del movimento. È invece limitarsi a fare quello che sin dal principio afferma, di essere il portavoce, attrattore e solo uno come ogni altro.
Grillo dovrebbe continuare a attrarre elettori, ma per quanto visto in questo anno, le correzioni sono in grado di farle i parlamentari a lui e non viceversa.

Lasciamo per un altro commento poi l'osservazione, che se gli elettori avessero avuto la possibilità di decisione, il M5S dovrebbe smetterla di rifiutare ogni dialogo, e invece considerare sul serio di operare per il cambio lavorando in coppia ocn un altro partito, invece di sognare la maggioranza assoluta (che auspico non otterrà, perché il progetto democratico di Casaleggio e Grillo è un'idea sballata che farà un danno tremendo agli italiani.)

Cercando di galleggiare sulle correnti forti

Sottotitolo:

Orgogliosamente pupulisti

La critica delle sette proposte all'Europa (proposte in senso ironico) non hanno esaurito quello che già dal principio mi ha trattenuto dal votare il M5S.

Mi sembrano vergognosamente maliziosi i commenti esagerati, negativi e puntigliosi che la gente fa sul M5S. Talmente esagerati, da apparire peli nell'uovo ingranditi.
Il M5S vuole essere una forza politica onesta, vigilante, e cerca gli interessi degli italiani.
Il problema si presenta invece, appena si intravede l'ideologia, o i tentativi di ideologia e di strategia.

A parte qualche uscita spropositata di qualche eletto (gli svitati per le leggi proporzionali non si riescono a filtrare), il lavoro al Parlamento e al Senato è stato il migliore della stagione.
Sicché gli eletti capiscono gli interessi del popolo.

Poi però, d'improvviso, gente che dice cose molto sensate, d'un tratto raccoglie un nuovo motto inventato da Grillo o Casaleggio, e lo ripete, cercando di farci un ragionamento logico.

Così ad esempio la novità del "populismo".

Abbiamo ricevuto la parola "populismo" con l'accezione di scadente, superficiale, semplicistico, manipolativo.
Grillo un giorno ha creduto che la parola si può invece nobilitare, e che esprime anche alla perfezione il concetto di democrazia diretta partecipativa.
Triste, che le parole del profeta nessuno osa analizzarle, e ora la cosa mi sembra come le parole sacre di Maometto, da divulgare, giustificare, ma da non ritoccare, smembrare e studiare.
Ora "populismo" è ascoltare il popolo e fare quello che vuole il popolo. Cioè essere i campioni della democraticità.

Sto scrivendo da un paio di anni con un linguaggio che tuttopopolo riesce a capire, perché quello che importa a me è capire.
Spiego allora in termini molto semplici, cosa fa il populismo e la democrazia superiore inventata da Grillo e Casaleggio:
Immaginiamo un tema tecnico. Per esempio, una riforma dell'educazione.
Su una popolazione di 100,000 iscritti in internet al M5S, quanti credete che siano esperti in tecniche educative, in ricerca educativa, e teoria educativa. (E in tantissimi campi sociali, motivazionali, comunicativi, etc.)?
Immaginiamo che gli scritti sono chiamati a formulare una serie di leggi per migliorare il sistema educativo.
Così come la mette Grillo, credete davvero che la larga base formulerà una cosa fenomenale, all'avanguardia, visionaria e adatta a educare le prossime generazioni per il benessere di tutti?
Io NON lo credo!

E prendo come esempio la struttura dello stesso M5S.
In tantissimi siamo d'accordo, che il M5S senza Grillo sarebbe arrivato si e no al 5% di voti.
L'apportazione di Grillo quale è stata?
Niente giri di parole: È stato lo show. È stato cavalcare sul malumore, e promettere di canalizzarlo per farla pagare ai responsabili dei disagi che soffrono gli elettori-cittadini.
Quello che struttura idee e progetti quindi è una cosa molto distinta da quello che raccoglie larghissimi consensi, senza andare affatto nel dettaglio.
La "mente" politica di tutto quello che il M5S fa non è stato il popolo elettore, ma un gruppo di persone che ha cercato di mettere assieme cose sensate.

Tuttavia, ci mancano ancora altre componenti: Gli esperti.
Grillo idolatra quelli che contraddicono tutti quelli che secondo lui vanno a braccetto con il sistema. Lo ha mostrato nel passato, adottando alcune cause che ha abbandonato per strada, e per le quali non darebbe più un fico marcio.
A noi resta la consapevolezza, che Grillo ha un debole per chi presenta logiche di rifiuto, o logiche e proposte antisistema.
Ma non ha la capacità e le conoscenze per analizzare e individuare bolle d'aria distinguendole dai ragionamenti fondati.
E altrettanto dicasi del "popolo".

Forse posso già osservare, che noto una separazione netta tra Grillo e popolo, e quelli che poi vanno a legiferare realmente, e che devono cimentarsi approfonditamente con la materia.
Lodevole è sicuramente, che Grillo riceve feedback tecnico e lo fa presentare ai lettori del suo blog.
Criticabile invece è il cammino contrario, quando insiste che è l'umore della base che deve determinare le azioni e le scelte di chi "rappresenta" gli elettori.
Ed è criticabile, perché Grillo non capisce fino ad oggi, che il successo elettorale del M5S è arrivato andando su due binari, e dovrebbe mantenerli separati.
Da una parte lui che che il popolare e alza la voce per il popolo, dall'altra i parlamentari e senatori che si muovono su un livello completamente diverso, riscontrando a volte che ci sono cose complicate, difficili o anche impossibili, e che lavorare per il popolo richiede evitare la via del confronto e trovare una leva per sbloccare realtà inefficienti, poco funzionali, e corrotte dalla disonestà.

Molte parole per cercare di rendere chiaro, che i delegati del M5S farebbero meglio a lasciar perdere i motteggi di Grillo, e a concentrarsi ad imparare, capire, e cercare soluzioni concrete, spesso dopo immersioni profonde in materie tecniche, di cui ne Grillo ne il popolo capiscono un'acca.

Una riforma dell'educazione io la immagino studiata e messa su da diverse dozzine di specialisti (con tanto di pubblicazioni e ricerche di una vita sul tema), eventualmente coordinati politica- e giuridicamente. Non credo che molta fetta di "popolo" abbia interesse ad addentrarsi nella materia per opinare e scegliere tra le alternative.

Lo stesso secondo me vale per un tema come la moneta europea.
Quello che il popolo sa, perché lo soffre, è che le tasse sono troppe, che il lavoro scarseggia per colpa delle tasse, e che i crediti sono più difficili da ottenere.
Da li ad affermare che la miglior soluzione è abbandonare la moneta unica e stamparsi i propri soldi ... se ci fosse davvero un cammino, sarebbe talmente intricato, da confondere praticamente tutto il popolo.
Affermo, che è irresponsabile chiedere la consulta popolare su una cosa talmente intricata.
La strategia giusta invece sarebbe, andare alle negoziazioni con una disdetta dei contratti che causano miseria, con proposte e con spirito aperto per incontrare soluzioni che creino benessere.

Dopo tante tante parole, termino con una frase molto semplice:
Alla fine dei conti, cosa è più terrificante?
Che chi non ha debba dare tanto, da morire di fame, o che chi aveva prestato (e quindi aveva per prestare) non riceva indietro quello che aveva prestato, o che debba accontentarsi di riceverlo senza interessi?
Che l'ultima scelta sia innominabile, si deve al fatto ... che i potenti che decidono sono amici di chi vuole.

Ovviamente ho semplificato troppo. Parliamo di un sistema funzionante in un certo modo che sarebbe scosso, ma ... arriva il momento, dove c'è rischio di una scossa molto più letale.

Incredibile, che i sistemi sociali non abbiano sensori per fermarsi prima del collasso, e vadano sempre imperterriti fino alla fine!

venerdì 3 gennaio 2014

L'Italia che non s'ha da fare

Anche dopo aver capito il cattivo esempio della Grecia, che in una frase (sicuramente non perfetta) si può riassumere come: Lo Stato mantiene tre volte più gente di quanto ha bisogno per funzionare, perché cosi crea partiti stabili (e guai a chi cede alla tentazione di affermare, che crea stabilità sociale!)

Napolitano e il governo che difende, difendono l'Italia dei mantenuti.
É gente che ha fatto viaggi (escludiamo Razzi, che nel paese dove hanno giustiziato 6 "traditori, dandoli in pasto a 120 cani affamati, con 300 spettatori a godersi lo spettacolo, ha visto paralleli con la Svizzera, e oggi merita il famoso sputo nell'occhio di Totò, per meriti di scienza.) e che ha avuto modo di vedere differenze e cose che altrove funzionano meglio.

Non è quindi una questione di non potere, ma di non volere, perché come scrivevo tempo fa, anche nonostante l'evidenza che la responsabilità sociale favorisce tutti, resta l'italiana convinzione, che fregare il prossimo conviene di più.

Il riccio che non deve chiedere mai

www.beppegrillo.it

Scarica il volantino

dei sette punti PER l'Europa

Da leggere in meno di un minuto,

perché è solo una pagina, solo titoli senza chiarimenti e motivazioni. (Che sicuramente seguiranno nei prossimi giorni, cosa della quale non dubito).

Già dall'abbozzo mi viene il prurito di commentare e criticare.
Non per i punti, per i quali aspetterò pazientemente la motivazione, che senza dubbio avrà una certa logica.

La critica numero uno è che i punti dovrebbero essere sorti sulla piattaforma, e non essere progettati dal think tank di due teste (o al massimo cinque), per poi essere sviluppati da qualche migliaio di eletti e cittadini interessati.
Sembrano i temi in classe assegnati agli alunni, e la democrazia non ce la vedo.
Mi stupisce anche il numero. Sarà vero, che gli iscritti alla piattaforma vogliono solo 7 cose dal Parlamento Europeo, e proprio queste?
Mi si permetta di dubitare, e sento fortemente, che l'accusa di antidemocraticità di Grillo è pesantemente giustificata.
Stufa anche la perseveranza nel considerarsi le teste migliori quando si tratta del meglio per il paese!

La seconda critica (e li mi fermo) deriva dall'analisi (superficiale ovviamente) dei punti, o meglio titoli.
Vediamo:
1) Referendum per la permanenza nell'Euro (scritto maiuscolo).
Questo lo sapevamo.
Diciamo che il referendum si fa. Chi ci garantisce, che prima del Referendum tutti gli elettori saranno ampiamente e sufficientemente informati sulle conseguenze, e sulle possibili alternative all'uscita?
2) Abolizione del Fiscal Compact.
7) Abolizione del pareggio di bilancio
3) Adozione degli Eurobond
Li commento assieme, perché si tratta della richiesta di poter fare più debiti. Commento alla fine, perch;e li sta la mia critica.
4) Alleanza tra i paesi mediterranei per una politica comune.
Davvero? Ci facciamo insegnare dai greci, come farle bene le cose, e arrivare al fondo più presto? O l'alleanza è per fare fronte comune e potente e ottenere che con una moneta comune ci sono paesi che spendono quello che non hanno e avranno, mentre altri sono più disciplinati (e cautelosi), e subiscono azioni di mercato sulla moneta destabilizzata dagli spendaccioni? La politica "comune" la vedo nell'uscita, e poi ognuno per i cavoli suoi, perché immaginare di aiutarsi a vicenda non è sicuramente nelle intenzioni di una tale richiesta.
5) Investimenti ... li sono d'accordo, se si garantisce che non è una valvola per infilarci nuovamente ogni tipo di spese, tipo per gonfiare ancora di più la pubblica amministrazione, o per dare campo a fregature ingegnose di soldi pubblici. COsa questa che dal M5S non me la aspetto (da tutti gli altri si), ma che se formulata insufficientemente lascia buchi aperti all'ingegno italiano.
6) Finanziamenti per attività agricole, etc.
Visto il commento recente di Grillo al rispetto, e ricordando esperienze proprie, mi sembra che la cosa sia da pensare accuratamente. In Sicilia i limoni si lasciano marcire sugli alberi per mancanza di richiesta. Se Grillo pensa a restrizioni per l'importazione, per forzare il consumo della produzione nazionale, magari ci si può fare qualche pensiero.
Ma oltre alla produzione agricola io vorrei che si puntasse all'industria di elaborazione di prodotti agricoli, ovvero al plusvalore invece che alla mera produzione bruta di prodotti agricoli.
In ogni caso, se questo è uno dei sette punti più importanti ... mi sa che a pensarlo non sono stati in molti.

E ora terminiamo con il rimprovero:
Perché siamo esattamente dove me lo aspettavo!
Si chiedono cose partendo dalla posizione, che le richieste o le obbligazioni europee sono la colpa della miseria, senza assolutamente toccare la prima (ma non unica) ragione di tutto:
Lo sperpero immenso di denaro pubblico a prestito!

E in secondo luogo, l'atteggiamento che il clientelismo, la mafia, le reti di interessi ... tutto questo lo risolviamo soli, senza chiedere aiuto e senza offrirci ad alcun tipo di cooperazione, per ripulire il letame che fa marcire il paese!
Questo è quello che mi fa incavolare grandiosamente!
La prepotenza e l'orgoglio stupidamente ostentati, che i panni sporchi li laviamo in famiglia, quando abbiamo decenni di prova, che i panni sporchi aumentano in continuazione, e siamo incapaci di sbarazzarcene da soli!

Io all'Europa di Merkel il ricatto lo farei sul serio:
O ci aiutate a fare pulizia, tramite una grande azione di riorganizzazione della pubblica amministrazione, appoggiata, sostenuta e elaborata assieme, oppure siamo i primi a fare affondare anche voi!
Perché la colpa i tedeschi la hanno davvero, ma consiste nell'aver giocato all'Europa, sostenendo governi decisamente dannosi all'economia e alla stabilità, e permettendo la speculazione sulla rovina, invece di fare pressione e obbligare tutti a riformare le proprie amministrazioni, e il controllo degli sprechi.

PS. L' Espresso oggi pubblica uno studio della Treccani sul costo della vita, che afferma che gli italiani hanno un costo altissimo a causa degli sprechi dello Stato.
Il messaggio " europeo"  di Grillo è che l' Italia vuole ... spendere di più, aumentare i debiti, e pagarli più tardi (mentre il suo Movimento è in grado di lottare da solo e efficientemente contro le ragnatele di spreco e corruzione).

giovedì 2 gennaio 2014

Che furbo che sono!

La frase dovete immaginarla detta da Aldo (del trio Aldo Giacomo e Giovanni) in dialetto siciliano.

Difficile da immaginare Renzi parlare con tale dialetto, ma quando continua con gli inviti scaltri rivolti a Grillo, solo riesco a immaginarmelo che poi allo specchio si dice che è davvero un furbone.

Detto questo, so che Grillo se risponderà, lo farà come sempre con un calcio verbale in faccia, e la cosa come sempre rimane un esercizio verbale bilaterale, per fare titoli di giornale e mantenersi in discussione.

Per la proposta in se, l'idea di Renzi, che chi ha più voti, anche se forse solo il 22% dei voti totali, comanda e fa il governo, la cosa non mi piace, non mi convince, e pensando a un governo saldamente nelle mani di Berlusconi, credo che Renzi le leggi elettorali e le riforme - come ogni altro arraffone ed egoista, le immagina solo da vincitore, e mai dalla parte dell'elettore governato, che vuole qualche sicurezza per proteggersi dai farabutti.
Il ragionamento deriva da un assioma che purtroppo non è chiaro a chi deve votare:
Tutto funziona e si sostiene nel circolo di chi è eletto.
Perché chi è eletto, anche se non potrà comandare, si trova nella cricca dei privilegiati, e già quella è una vincita. L'unica cosa che vogliono cambiare è il meccanismo con il quale la ruota della fortuna assegna il maggior valore a un partito.
Per valore intendo che il partito e i politici al comando si ritroverà in posizione privilegiata per le lobby che vogliono favori.
Il gioco quindi è che tutti quelli sulla ruota di eletti vivranno benissimo, e a chi tocca la sorte toccheranno mazzette e premi di chi vuole vantaggi.

Renzi più che altro non pensa al risparmio del miliardo, ma a rendere diretto e semplice il meccanismo della lotteria che assegna il superpremio per cinque anni.

Per finire, non può mancare la frase offensiva:

Se anche gli elettori fossero furbi, invece chiederebbero un metodo semplice col quale falciare col solo voto le orde di disgraziati e di partiti arraffoni.
Perché sinceramente, io non credo che in Italia o altrove, sia maggioranza la gente che è convinta, che dopo il voto è la opzione migliore, avere un solo vincitore, che potrà fare tutto quello che is era proposto, senza nessuna moderazione di altri soci di governo che la pensano e la vedono diversamente.
Renzi quello che vuole è un meccanismo democratico per assegnare a un partito o coalizione il comando assoluto.
Sarebbe solo logico allora, che dopo il voto chi non è al governo non ottenga seggi e vada a casa!
(Ma li sta il rospo che non si può ingoiare. La sbafata si deve assicurare a tutti i giocatori, per mantenere vigente il gioco.)

Se la considero così, mi sembra molto utile avere due camere, e con criteri di composizione diverse, per richiedere che almeno due partiti si uniscano controllandosi e controbilanciandosi.

Pensando alla CDU di Merkel, che ha ottenuto un risultato strabiliante, e invece si è dovuta unire alla SPD per governare, i sogni di Renzi mi sembrano puzzolenti e pericolosi.


I miei propositi

Se non avete bisogno di una lista di propositi, bene per voi! Si vede che nel 2013 siete riusciti e vi siete realizzati!

Io invece come immaginate, una lista dovrei farla, e dovrei primaditutto lasciar da parte gli affari che non sono miei personali.

La tabellina pronta non la ho, ma almeno due decisioni le ho prese.

1. Importarmi della mia salute, e trattare correttamente il corpo (modo strano di esprimersi, di cui mi rendo pienamente conto, e a chi ha intuito si svela cosa penso della vita personale).

2. Trovare almeno due modi per essere un miglior complemento per mia moglie e mio figlio.
Anche questa una espressione molto astratta, ma qui è per proteggere la mia privacy.
Sono grato di avere mia moglie e mio figlio, e posso fare di più per sentirci famiglia.

3. Mentre scrivevo mi sovviene una terza cosa importante. Molto importante.
Che ho già deciso.
A 48 anni lo schema di comportamento che seguivo era di intuire quando la gente si approfitta di me, ma di lasciar fare fino agli estremi.
Credo che sia già passato il limite, e già da oggi ho cominciato a chiudere lo sportello e far capire, che chi prende deve dare.


A tre è buono fermarsi, perché se la lista si fa lunga, si finisce per annacquarla e non si fa niente.

mercoledì 1 gennaio 2014

Al Presidente Napolitano

Caro Signor Presidente,

Seguo da anni la politica italiana, senza mai votare (ho 48 anni).
Sono emigrato all'età di 20 anni, perché nel 1985 l'Italia (nel Sud) non offriva possibilità di lavoro, a meno che ci si prostituisse alla politica e ai partiti.

Ho appena finito di leggere la Sua dichiarazione, nella quale ribadisce che rimarrà in carica finché le cose comincino a migliorare, e rifiuta le accuse che le vengono mosse rispetto al strapotere.

Lei vive da privilegiato da molti decenni, e i suoi discendenti sicuramente li ha ben sistemati.
Io invece ho un figlio di sette anni, e ho l'assoluta certezza, che tornare in Italia per farlo crescere come italiano sarebbe una follia tremenda.
Il sistema di favori sul quale si reggeva allora la vita quotidiana è chiaramente fallito. Costa troppo, e spaventa chi ha la possibilità di investire altrove o vivere altrove.

Lei invece punta tutte le fiches degli italiani sulla preservazione del sistema di partiti tradizionale.
E la cosa mi da molto fastidio.
Ripeto, che non ho mai votato, e non considero lontanamente votare il M5S.
Sono un astensionista furioso.

Ma una cosa è certa: La ragnatela su cui si regge il paese va eliminata, no ottimizzata.

Sono ateo, ma le raccomando di considerare la scelta di Ratzinger!
L'Italia sono 60 milioni di persone, la maggior parte delle quali soffre per scelte fatte da poche migliaia di "amici".
Le "larghe intese" sono solo quelle con il popolo, non quelle con un migliaia di privilegiati politici.
E lei è il presidente di due partiti, non degli italiani, perché agli italiani non sta pensando affatto.

Non lo dico da fanatico, perché so ragionare.
Lei comincia tutto da diversi assiomi, che sono esattamente quelli che hanno causato la rovina attuale.
Come ha potuto auspicare intese con un personaggio pluriindagato, ormai condannato definitivamente?
Come sul serio può dirci, che una forza politica che unanimamente ha votato la cittadinanza e i legami familiari di una marocchina solo per proteggere il proprio "benefattore" è indispensabile per il benessere del paese?

Come funziona la sua coscienza, se ritiene necessario l'inganno, il circo, il clientelismo?
Come fa a difendere un sistema di politici scelti per essere ciecamente obbedienti, o per aver fatto favori anche di natura intima?

Signor Presidente, a mio figlio che Italia vuole lasciare? Quello convertito in immondezzaio?

Se la sua risposta è quella pragmatica di Churchill, che meglio non si può fare, posso assicurarle che non è vero.
Si può e si deve.
Non con idee utopiche e irrealizzabili come la democrazia diretta partecipativa, e neppure facendo tabula rasa per cominciare con un sistema scaturito da una mente fantasiosa illusa di saper fare tutto meglio.
Ma con maggior certezza, non mettendo nelle mani di partiti che per decenni hanno fatto gli affari loro, le sorti del paese che hanno rovinato.

La soluzione sta semplicemente nel creare la possibilità di esprimere alle elezioni un rifiuto alle proposte politiche che perduri tutta la legislatura.
Ovvero con un sistema di conteggio e assegnamento di seggi ispirato al sistema della Repubblica di Weimar.

So che la mia lettera non sortirà nessun effetto, perché un signore di quasi novanta anni sarà talmente convinto delle proprie opinioni, da non accettare idee da nessuno con la mettà della propria età.
Sono convinto, che Ratzinger, per la scelta fatta, sarà trattato benevolmente dagli storici futuri.
Il suo progetto politico invece è giudicato antitetico a quello del papa Francesco. (le conclusioni da trarne le lascio a Lei.)

Le auguro un felice 2014, e spero che ci sorprenda!

Orazio  di Bella

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La lettera è stata redatta sul sito ww.quirinale.it, ma l'accettazione è stata rifiutata dal sito.
Indubbiamente il Presidente della Repubblica o censura, oppure ha tappato la propria casella postale.