lunedì 29 aprile 2013

Piramidologia: Grillo e Casaleggio bocciati

La superbia (l'orgoglio) precede la rovina. Proverbi 16:18

La superbia e la sicurezza di fare una scelta giusta sono parenti.
Ma si possono distinguere.
La prima infatti non cerca consigli.

Le voci che danno la colpa a Grillo della "larga intesa" ... diremmo meglio, del matrimonio PdL/PD (dove il PdL detta, e il PD finge dirigere) aumenteranno. Sono una spiegazione pratica, hanno una certa logica, e servono a coprire tante cose che non si vogliono dire.

Spero che ci siano sufficienti mezzi di comunicazione e italiani non disposti a coprire assolutamente niente.

Ma stavolta mi dedico alla strategia purista dei dirigenti del M5S.

Sono un puro anche io. Non ho mai chiesto favori a nessuno, non ho mai ottenuto vantaggi da nessuno, e non ho mai dovuto pagare favori.
Gli unici favori dei quali ho goduto sono stati per scelte umane, per aiutarmi quando stavo male, ed erano favori che non erano collegati a scambio.
Non ho mai votato, per cui non ho mai venduto il mio voto. Non ho votato per convinzione (per mancanza, per non essere convinto da nessuno).

Lo devo dire, perché quello che seguirà è realismo:
Se strilli da diversi anni, che nel bosco ci sono SOLO lupi, e che vuoi l'incarico per andare nel bosco a debellare i lupi, ma poi ci vai da agnello ...
Scusami, ma cosa avevi in mente? Dimostrare che ci sono gli agnelli?
O che i lupi ci sono davvero, e sono davvero quasi tutti?

Se hai riunito tanta gente per avvisare del pericolo che rappresentano i lupi, e se hai ottenuto massivamente appoggio per la missione di andarli a cacciare,
è quello che devi - sappiamo di chi sto parlando, quindi correggo - dovevi fare.

Ma cari strateghi M5S, avete costruito male la vostra strategia.
Non lo avete fatto, ed è stato clamoroso.

E il motivo è che vi siete concentrati su due idee, ma la seconda delle due era sbagliata e vi ha sviato.

Grillo ha fatto una campagna elettorale straordinaria. Non seria, ne responsabile, ma straordinaria perché sommamente efficiente.
Grillo quindi il lavoro lo ha fatto benissimo.

Casaleggio invece no!

Casaleggio, da quel che si può capire dal poco materiale disponibile in rete, è l'ideatore della democrazia diretta partecipativa. Che a suo parere, tecnicamente è possibile tra 40 anni.
I sostenitori M5S invece ne parlano già ora, e deve essere perché già costituisce il dogma del M5S.
Li sta il problema!
Costruire società utopiche a tavolino è più facile che farle.
Puoi pensare una società per il film V come Vendetta, ma spiegare come dalla società del dopoguerra ci si arriva, e farlo con dettagli convincenti, è altra cosa.

Puoi pensare una società che organizza giochi crudeli, e copia la civiltà romana, come nel libro "I giochi della fame", che porta a una serie di film. Ma la trovata è zoppicante, anzi, piedi non ne ha, e Umberto Eco piangerebbe al leggere come è stata costruita male la cornice "storica" della trilogia.

La strategia politica del M5S è una bolla di aria, scaturita come sentimento poetico, e mai verificata e dibattuta.
Ed è fallita. Neanche clamorosamente, perché come strategia non è clamorosa.
Volere un cambio di sistema democratico, ma senza spiegarlo e senza porlo in primo luogo nel programma, è una omissione maligna.
È una ammissione, che la cosa stona, confonde, non convince, ed è talmente debole, da essere fatta a pezzi facilmente da chiunque.
Ma siccome è un dogma a cui forzosamente ci si deve attenere, gli si pone dinanzi una cortina per occultarlo e portarlo avanti come cavallo di Troia.

Cosa non hanno fatto Grillo e Casaleggio?
(E mi sorprende sommamente, perché dalle letture degli show di Grillo si capisce, che è informato e capisce i vincoli del potere).
Non hanno fatto una cartografia del potere. Che sicuramente ha una struttura piramidale.
Perché se studi nei dettagli la piramide del potere, non arriveresti mai a sognare di poterla distruggere con un pugno, polverizzarla, e ricostruire tutto da zero.
Sapresti alla perfezione, che se decidi inserirti nella piramide come potere, devi usare la tua posizione per deformare la piramide e indebolire i poteri.

Quello che noi cittadini comuni abbiamo capito della piramide è che:
1) Berlusconi non sta al vertice di quella internazionale.
2) Berlusconi non sta al vertice di quella nazionale.
3) Berlusconi sta comunque in una posizione molto importante, e sa "ingraziarsi" vari livelli della piramide, e con tale abilità, da consolidare la sua posizione.
4) Il PD la posizione la ha enormemente indebolita e ormai si deve far spingere da Berlusconi, che può addirittura usarlo per i suoi obbiettivi.
5) Il M5S aveva una posizione molto significativa, era un pericolo per tutti, e invece ha abdicato. La conseguenza è la perdita di potere.

La strategia giusta sarebbe stata cercare immediatamente legami con i poteri maggiori (Europa, finanze) e indebolire completamente la posizione di Berlusconi, per essere una alternativa solida alla stabilità mafiosa che può offrire. E trovare un modo di muoversi che rispetti l'onestà e l'interesse per i più vituperati senza tradirli.

Si deve lasciar chiara una cosa: La piramide o si attacca tutta (e poi risulta che quello che ne prende il posto ha la stessa forma con parecchi degli attori e gruppi precedenti) per distruggerla, oppure si conquista da dentro, tessendo relazioni e sostituendosi a un potere.
PERCHÉ LA PIRAMIDE DEVE PER FORZA ESSERE SOLIDA (per questioni di stabilità) E NON PUÒ CONTENERE BUCHI!
Se volessimo concedere, che Grillo e Casaleggio in precedenza avevano fatto le loro analisi, e che una strategia del genere è impossibile, perché fare parte del sistema ti fa funzionare a favore del sistema ...
l'unica risposta che gli si può dare è che allora sono incoerenti.
Il M5S ha zero probabilità di arrivare al 51%, e ancora più ora che si è condannato alla reclusione.
E quindi la distruzione del sistema da dentro è impossibile, e l'unico modo per riuscirvi sarebbe con una rivoluzione armata e con terrorismo, o meglio, con una guerra civile.

Possibilità che hanno ovviamente scartato. Per cui hanno sbagliato strategia.

Cosa attrae tutti i potenti?
La stabilità!
In primo luogo, la stabilità economica di chi è eletto. Cancellare rimborsi e dimezzare gli stipendi? Autogol.
Doveva far guadagnare punti, ma muoversi con richieste di questo genere quando sei un potere, è come chiedere ai tuoi compagni in un gioco di calcio di tagliarsi prima le gambe per giocare assieme a te.

Poi la stabilità per i poteri che volenti o nolenti ci sono attorno e con i quali anche se in modo trasparente e pulito un governo è vincolato. (Da ricordare, che Berlusconi è caduto per sfiducia dei mercati internazionali, che ora gliela danno dopo aver assistito allo schifo presentato dal PD e dal M5S).
Il che vuol dire che l'Italia da più fiducia con Berlusconi (Letta facciata salvaPD), che con gli altri (incluso M5S, che non ha nessun merito per non essersi voluto "inserire").

Il mio punto di vista si giudicherà di parte se non ripeto ancora una volta, che la fiducia dei poteri anche un M5S la poteva conquistare SENZA sporcarsi.
Ma il M5S è nato con un virus mortale: Il dogmatismo!

Se il M5S fosse stato un movimento PRAGMATICO senza dogmi eccetto uno: L'onestà, potrebbe intraprendere qualsiasi tipo di cammino vantaggioso per gli elettori, senza tradirsi.
Invece di non dover tradire l'odio verso l'Euro (che non ha fatto un cavolo. Semmai sono i governi italiani che mantengono una pubblica amministrazione poco efficiente e carissima che si può solo finanziare con debiti enormi) il principio poteva essere quello di riformulare l'amministrazione pubblica, mostrare intenzione e capacità di ridurre il costo e guadagnarsi la fiducia che si traduce in interessi più bassi.

Invece di essere una Lega Italia, che vuole segregare l'Italia, perché gli altri vogliono la nostra rovina, ci si poteva muovere in parte con gli altri per non creare sfiducia, accettare i segnalamenti su cose che non vanno bene, e poi sviluppare una linea propria.

2- a Grillo e Casaleggio per le loro teorie sul potere.

venerdì 26 aprile 2013

Ho sbagliato!

Mi chiedo, se faccio bene a non votare, e in momenti come questo non ne sono sicuro, ma continua a non trovare nessuno da votare.

Quindi, il fatto di sentire di aver sbagliato è reale, anche se non so come avrei fatto a non sbagliare.

Vorrei invitare tutti coloro che finora hanno partecipato alla vita politica italiana (perlomeno votando) a farsi le loro analisi di coscienza, perché quello che c'è lo hanno costruito loro.

Guardatevi allo specchio, e anche se non lo direte mai a nessuno, cercate di riuscire a dirvi, che avete sbagliato!

E che è buono riconoscerlo, perché chi sbaglia impara.

mercoledì 24 aprile 2013

Patologia del sistema democratico

Gli studi della psicologia umana si avvalgono molto dello studio della patologia psicologica.
È infatti illuminante capire le deviazioni e le anormalità, e da quelle scendere a forme molto più miti che fanno parte della psicologia "normale".

Conviene quindi esaminare le patologie, per capire la normalità e i rischi insiti nella natura umana.

L'Italia sta offrendo allo studio un caso di patologia democratica molto accentuato.
Il rischio del sistema adottato dal mondo occidentale è chiaramente visibile dai tumori apparsi nel sistema italiano.
Lo studio potrebbe servire a migliorare il sistema per renderlo più coerente ed efficiente.
L'efficienza alla quale mi riferisco è quella che riguarda lo scopo dichiarato dello stesso sistema:
Equità, giustizia per tutti, e solidarietà.

Manca una sola osservazione:
Non ci sono alternative allo studio e alla medicazione.
Non prodigarsi per studiare la patologia caratterizza chi ne è affetto.
Voler sostituire il sistema con un altro, del quale non si conoscono i difetti e le debolezze ... non è meno patologico.

PM10

La sigla PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccole particelle) identifica materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro. (Wikipedia).

La materia particolata si studia e misura perché è collegata a certi tipi di tumori, e causa decessi.
Non si tratta esattamente di tossicità dell'aria quanto di inquinamento, che con certe caratteristiche è dannoso per gli esseri umani.

L'Italia vive con un PM10 politico inquinante. Non è necessario dimostrarlo. Buona parte della popolazione soffre di inquinamento politico, presenta segni di allergia, e manifesta sintomi come nausea, accessi di ira, malessere, ansia, etc.

Sappiamo che l'Italia è altamente inquinata, e che l'unica soluzione è sospendere o ridurre fortemente le cause inquinanti.
Non è sufficiente ridurre l'esposizione cosciente. Gli effetti dell'inquinamento sono piuttosto omogenei e non ci sono aree meno colpite nelle quali rifugiarsi (a meno che non si ricorra alla emigrazione).

Per sospendere o ridurre le cause inquinanti, ... è necessario separarle dal potere.
Soluzione non impossibile, che richiede determinati provvedimenti tecnici e determinazione.
Qualsiasi tipo di sostegno invece farebbe fallire il tentativo di combattere la piaga.

martedì 23 aprile 2013

La democrazia identificativa

Scherzavo giorni fa su democrazie di nuovo stampo, per le quali basta inventarsi un termine.
E se ne è presentato uno a me, solo che non è scherzoso.

Secondo Ludwig Feuerbach Dio è la proiezione dell'essere umano, della sua immaginazione e dei suoi desideri. Parte idealizzazione, astrazione di se stesso, e parte perfezionamento.

Nei film di fantascienza generalmente gli extraterrestri si presentano negli Stati Uniti, probabilmente perché la geografia permette atterraggi più agevoli.
Gli extraterrestri generalmente hanno studiato gli esseri umani vedendo programmi televisivi americani. E parlano l'inglese.
Generalmente nel lontano futuro esiste una evoluzione del mondo americano. Dei cinesi del futuro non c'è traccia.

Per tagliare l'ironia:
L'essere umano inferisce da se stesso e si proietta.
Proietta la sua specie, la sua società, la sua religione, la sua psicologia.
Dipende dalla tela sulla quale si interagisce o ci si muove, quale delle proiezioni ci farà.

Nelle elezioni politiche la proiezione in linea generale è di se stesso.

La nostra democrazia quindi oltre che rappresentativa è identificativa, perché si cerca il rappresentante col quale ci si può identificare.

Devo esprimere molto chiaramente un dubbio che ho:
Se funzioniamo in questo modo, ed è una tendenza l'identificazione e la fusione, mi sembra difficile introdurre un sistema democratico che richiede un cambio totale di atteggiamento.
Io mi aspetterei ... che un cambio di sistema comporti una adesione minima.
E avere 26,000 elettori che partecipano e propongono, su quasi 9 milioni di elettori che delegano, mi sembra confermare il  dubbio.

La democrazia partecipativa è volontaria, e la partecipazione è minima. Io avrei detto che è inferiore al 10%.

La seconda osservazione da fare è che chi partecipa non lo fa perché ha una certa maturità o qualificazione.

Nei film di fantascienza nel 2020 ci sarà la terza guerra mondiale che durerà quasi 20 anni.
Nel presente ci sono persone che sognano, che parlano, e che vengono ritenuti profeti.

Dem-A-Crazia

Scrivere demacrazia stona. Sembra aver scritto male democrazia.
Con democrazia ci si riferisce a una forma di governo dove il potere deriva dal popolo.
Strana cosa, perché tempo fa derivava da Dio, che sembra essere stato espropriato senza lamentarsi.

ll popolo il suo potere non lo esercita, perché sarebbe complicato farlo. L'individuo ha un potere irrisorio, e bisogna metterlo assieme perché da semplice idea e pensiero riesca ad essere sufficiente per muovere qualcosa.
Insomma, se uno sputa non fa nessuno differenza, solo un pò di schifo, ma se milioni sputano assieme sullo stesso punto, magari il poveretto che si trova li affoga.
O è una democrazia rappresentativa, e non è un poveretto, ma uno che raccoglie gli sputi, e con il suo potenziale inondatore può farsi strada autorevolmente.

In ogni caso, il popolo il potere praticamente non lo esercita. Lo può solo delegare.

Si può quindi ancora e correttamente parlare di popolo senza potere (che è il termine che uso io).

La cosa è abbastanza curiosa, perché siamo i proprietari del potere, ma dobbiamo trasferirlo, o lo perdiamo.
E una volta trasferito, chi lo riceve ci fa quello che vuole, senza nessuno dovere di rendiconto.

La idea democratica è vecchia, e il suo modo di funzionare non adempie lo scopo.
Possiamo buttarlo tutto a monte e confidare che i meccanismi pensati dai nuovi padri democratici siano migliori, oppure aggiustare il sistema che conosciamo.

Purtroppo anche dopo anni di proselitismo per la democrazia diretta partecipativa non ci sono rivelazioni su come funziona, e alle persone che non riescono ad infettarsi con illusioni collettive resta solo studiare maniere per correggere quello che funziona male.

Quel che è certo comunque è che la democrazia italiana funziona malissimo e non è accettabile per chi può solo votare. (Perché il voto comunque finisce col spingere Berlusconi alla sala di comando, non importa chi voti.)

domenica 21 aprile 2013

Politics for dummies

Non sono ne tanto intelligente, ne gli altri sono stupidi.
Ma le frasi vogliono essere dette.

E dal dire si fanno strada, e arrivano certe volte nelle mani di chi è molto più abile, e le ricostruisce, scolpendole.

Facciamo quindi l'inizio.
Prosaicamente.

Suppongo che la domanda "perché Rodotà no?" era retorica.
Qualcuno ha tentato la risposta, e scelgo quella di Fassino come la più illuminante.
"Rodotà? Marchiato da Grillo. Impossibile votarlo." Parole dette diversamente, ma il Fatto Quotidiano le spreme e le serve benissimo.

Se dovessimo spiegare cosa è la teologia, possiamo cominciare benevolmente con "scienza che tratta di Dio" (ma la scelta del termine scienza irriterebbe persino i preti poveri di spirito).
E man mano che ci incattiviamo, arriviamo a definizioni che esprimono giudizio "giri di parole" (si, senza nessuna coda. Togliamo anche l'oggetto. Parole e niente altro.)

E lo stesso lo dobbiamo fare con il termine politica, che parte da "arte di governare le società" (Wikipedia), ma perde immediatamente l'arte e ci nega la fede nello scopo.
Politica non è governare le società.
È approfittare delle regole (e della Costituzione) forse pensate e volute per fare le cose a regola d'arte, per altri scopi.

L'idea originale era di trasferire e riunire in modo concentrato il potere dei singoli cittadini su rappresentanti che ne promuovono le volontà.
Di ciò è rimasto solamente il trasferimento.
Le elezioni sono il momento in cui i cittadini RINUNCIANO di fatto alla loro sovranità.
A partire da quel momento, i personaggi eletti hanno il via libera a decidere e volere in propria, liberi da mandato anche loro di fatto, e senza obbligo a compiere la missione derivante dal mandato, ne tenuti a rendere conto. E neppure in sogno minacciati da licenziamento per tradire i mandanti.

In questi giorni è stato dichiarato diverse volte, che non tocca ai cittadini fare un nome per la candidatura a la Presidenza, e che le regole assegnano il compito a un migliaio di persone.

Politica è in parole poverissime, la gestione del potere consegnato dagli elettori.
Dove gestione è un termine troppo amichevole.
Infatti include il gioco d'azzardo col potere ottenuto, i bluff, le vendite, gli scambi, insomma, interazioni dei più svariati tipi, quasi tutte operate sottobanco e a porte chiuse, ma di qualità molto più spregevole che la vendita del corpo da parte di una mercenaria stradale.

Che Rodotà era "marchiato" non vuole dire niente.
È una frase idiota, e Fassino è un idiota che si crede furbo.
Perché se Rodotà era marchiato da Grillo (falso in tondo, perché il nome è sorto in rete ed è stato votato da decine di migliaia di elettori online - non sappiamo da quanti, ma il candidato era un candidato POPOLARE), Marini era marchiato da Berlusconi.
Al massimo possiamo lasciare valida la frase di Fassino se diciamo:
Su Rodotà c'era la pipì di Grillo, e quindi era sotto la sua sfera di potere (anche se Rodotà è indipendente. Parliamo di altra cosa.), e si cercava un personaggio con la pipì di Berlusconi.
(Per cui Prodi era un colpo di testa di Bersani, e il PD che nelle viscere sapeva quali marchi condividere, ha agito di conseguenza).

Il candidato di per se non conta. Conta il meccanismo e i movimenti.
Conta l'accordo introduttivo. L'intesa.
Quel bisbiglío di potenti che si spartono le cose onorevolmente, perché avere le mani nel potere è cosa di onore.

Vorrei sentire qualche specialista per sapere quali differenze ci sono tra una sessione di una cupola mafiosa e le trattative tra forze politiche. Io vedo molte similitudini. E chiederei il favore di non menzionare la Costituzione, perché quella corrisponde al codice di onore al massimo, e non è affatto il punto sul quale io dirigo i riflettori. (io parlo di quello che succede davvero e che non si spiffera ai quattro venti).

Il boss principale vittorioso lo abbiamo identificato. Voglio dire, che lo conoscevamo da anni, ma oggi si è visto che è il capo dei capi.

Eh già, spiegare la politica in modo semplice ti porta a fare analogie con la mafia!

sabato 20 aprile 2013

Larghe intese, Democrazia ridotta

Le frasi politiche si devono tradurre, perché la politica la fanno i politici, ma chi è suddito ha il diritto di capire.

Larghe intese è una definizione molto bella.
È come dire che si mantiene d'accordo il paese.

Ma la realtà è che sono intese su interessi.
E che chi si intende sono pochissimi. Un migliaio, e forse i milioni di elettori di destra, che sono felici di poter proteggere i propri interessi grazie agli eletti in maggioranza della sinistra.

Se si parte dai numeri globali, sessanta milioni di italiani, le larghe intese favorite dai politici si restringono a circa 700 politici (vedremo presto i voti pro Napolitano), e in maggioranza a cittadini che esultano per aver vinto le elezioni tramite il potere occulto del pascià Berlusconi.
Rimanendo sui numeri: Le larghe intese si riferiscono a un 30% al massimo degli italiani.

Forse la cosa ormai è così evidente, che cominceranno le lotte di classe, perché si tratta di una classe che non deve compiere gli obblighi, mentre la maggioranza non riesce a sottrarsi.

Berlusconi monarca

Non hanno ancora votato, ma ormai sono improbabili le sorprese.

Berlusconi si riconferma in pole position.
Non si muove il paese se Berlusconi non vuole.
Ha il 75% del paese contro, ma i poteri non possono escluderlo.

Un personaggio che quando non può governare compra sufficienti pedine per far inciampare altri, ha sufficienti "incentivi" per costringere le forze politiche a farlo partecipare.

Dopo le elezioni Pestilenziali commemoriamo la morte della Repubblica Italiana e ne constatiamo la metamorfosi in Repubblica Mafiosa.

Quinto atto

Ma quanto affetto per Berlusconi!
La sinistra si sbriciola per lui!

E tutti assieme a dimenarsi come un verme a cui è stato tagliato un pezzetto, a difendere la sua integrità.
A resistere ... ai cittadini.
Come bambini che gettano le braccia attorno al loro malloppo per non farselo prendere da nessuno.
Perché accettare una intrusione corrisponderebbe a farsi buttare giù lo steccato.

Cosa è la loro tragedia?
Dare segnale che devono piegarsi? Che poi non possono garantire più ... che sono un buon investimento?

La rappresentazione alla quale assistiamo è incredibilmente interessante.

Riflessioni nell'intermezzo

Ci sono due cose che fanno riflettere:
1) Tutte le volte che qualcuno del PD parla di "larghe" convergenze, "intese" o quando dice di non voler "spaccare" il paese, l'unica cosa che vuol dire è che non vuole lasciare Berlusconi impalato e dargli le spalle.
E tutte le volte a chiunque lascia altrettanto chiaro, che le convergenze e le intese non le ha con il M5S.
Politicamente parlando, visto che parecchie proposte del M5S sono abbastanza a sinistra, puzza molto che il PD (quelli che parlano e comandano e muovono pedine e voti) si senta così vicino a Berlusconi, nonostante il fatto che gli si deve accettare l'ingerenza e la manipolazione dello Stato per le faccende personali.
2) Il candidato Prodi era stato applaudito. E poi invece è stato rifiutato da chi lo aveva proposto.
Ma il PdL era furioso.
Bersani quindi ha prima presentato un candidato scelto da Berlusconi, dopo due mesi di proposte d'amore al M5S (sarà stato Bersani, o la cupola PD gli ha dato l'incarico?), e poi è tornato alla sua linea anteriore, e ha proposto Prodi. Che a sorpresa gli hanno fatto cadere.
Ma la domanda è, perché lo hanno fatto cadere.
I cento che non volevano Prodi probabilmente hanno detto di si a Marini.
Cosa non andava quindi con Prodi? Che fa rivoltare gli intestini di Berlusconi, perché ora tutta l'Italia sa che il governo Prodi lo ha fatto saltare comprando deputati, e Prodi non gliene farebbe passare una?

Presto lo sapremo. Se il PD voterà un candidato per Berlusconi, Grillo aveva ragione, e alle prossime elezioni la sinistra pagherà per aver salvato Berlusconi.

A me è chiarissima una cosa:
Nessuno alle Camere si illude che ci siano italiani con un quoziente di intelligenza al disopra di 90 che credano, che un Presidente salvachiappe per Berlusconi e una intesa con lo stesso sia per il bene del paese. È apertamente ALLA FACCIA della maggioranza degli italiani che è impotente, e per salvaguardare interessi che vanno contro quelli degli elettori.

Suspense

La decisione di Bersani la prevedevo da ieri.
Non sappiamo i retroscena, e chissà, le tre carte offerte a Berlusconi non erano idea sua, ma a lui è toccato "vendere" la trovata.
E a lui è toccato pagarla.
Sono indeciso se concludere che si è silurato da solo, o se lo hanno silurato i suoi per essersi permesso di cambiare linea di 180 gradi dopo due mesi.
Ma lo sapremo presto.
Se il prossimo candidato è D'Alema, è il partito che fa gli occhiolini in ogni direzione. Se non lo è, gli eletti sono persone che si danno una direzione e sono coerenti.

Si può fare un pò di fantapolitica e immaginare cosa potrebbe succedere, ma è questione di qualche giorno, e è più comodo sedersi in poltrona e assistere allo spettacolo.

Popcorn o noccioline?

venerdì 19 aprile 2013

La spirale della preoccupazione

Non voglio spiegare la depressione di altri, perché non so se ci sono similarità, e non frequento un circolo di depressi anonimi.

E anche se ci convivo da parecchio, non affermerei neanche di averla capita e decifrata completamente.
Quindi parlo solo sommariamente.

La depressione non la noto quando ho da fare, devo concentrarmi, e il risultato dipende da me.
Non mi abbatte il fatto che un risultato non vuole apparire per vie normali (dal 1989 al 2000 ho lavorato installando piccole reti con software CAD). Anzi, gli ostacoli, una volta sormontati con trucchetti, rendono soddisfatto, e si fa esercizio di ingegno.

Quindi, se in teoria devo affrontare un compito, che però progredisce e va davvero avanti, la depressione rimane in sottofondo e si manifesta come visione pessimista della vita in generale.

Sfonda invece e entra nel quotidiano, ostacolando, quando la soddisfazione manca, e quando la preoccupazione è assillante. Quando da una preoccupazione si salta a quella successiva, e le preoccupazioni non terminano mai.
Specialmente quando si aggiungono "sciagure" e "ingiustizie", alle quali non si può far fronte, o contro le quali si può solo lottare ricostruendo, ma senza riuscire ad arginare o a contenere le cause delle sciagure.

E poi si insedia e inabilita molte altre capacità, e buona parte della iniziativa che uno ha.
In prevalenza si vegeta, ci si sente sballottati e senza controllo, ci si butta un passo avanti, ma gli ostacoli spuntano come funghi, e la minima sciocchezza sembra una montagna, e anche se si supera una dopo l'altra, i tempi lunghi fanno disperare, e ci si rende benissimo conto di essere a un minimo di efficienza, di non sopportare nessun disordine e di rinunciare appena si pone davanti uno dei soliti problemi che richiede regolare e continua e ripetuta pazienza.

Insomma, quando vivi in un mondo avverso, che non compie, e non sei il tipo che ringhia rabbiosamente e da la sensazione che morde, entri in un circolo vizioso che ti mantiene per mesi e mesi sullo stesso punto. Dove fai un passo avanti in una cosa e uno indietro nell'altra.
Dove in continuazione vivi con sacrificio, l'obbligo non allenta mai la sua presa, e cominci a sentire che sei una rotella che deve girare per forza.

Non è a questo punto affatto strano, che uno si accolla anche la preoccupazione dei problemi mondiali.
È in fin dei conti solo coerenza.
E, se uno le capacità analitiche le ha, se è capace di visioni razionali, e sa sintetizzare soluzioni, è un ripiego. Perché se non hai il potere di risolvere i tuoi problemi (dico potere e non capacità), perlomeno riesci a creare il diagramma della soluzione di problemi pubblici.
E se una delle tue proposte si realizza, anche se non ci guadagni assolutamente niente, ti senti molto sollevato perché la tua vita ha avuto il senso di migliorare quella di molti altri.
Servire davvero da senso alla vita.

giovedì 18 aprile 2013

Ed è subito sera

Caro Bersani, e caro PD.

Dopo due mesi di resistenza al suicidio, oggi avete fatto un salto gigantesco e vi siete piazzati sull'orlo dell'abisso.

Fate quindi il passo che avete annunciato, e ci sarà solo da dirvi, mentre precipitate:

Ed è subito sera.

mercoledì 17 aprile 2013

Uno Nessuno. Nessuno Nessuno e Nessuno

Certe frasi d'un tratto diventano slogan, e da li si trasformano in battute.

L' "uno vale uno" ha evocato l' "Uno, Nessuno, Centomila".
Da li battute che invertono l'ordine, giocano con le parole, e in un modo o nell'altro dicono che l'Uno e i Centomila di fronte ai "Due" diventano Nessuno.
O cose del genere.

Di questo non voglio parlare, anche se non nego di essere amico delle battute maliziose.

Voglio parlare di ognuno di noi.
Perché l'identità più immediata che riconosciamo, e alla quale torniamo sempre dopo i viaggi di esplorazione, è l'io uno.
Ma è una identità che racchiude diversi livelli.
Da quello istintivo che non può essere descritto, perché inerente alla stessa esistenza, a quello del rapporto con l'identità osservata (come allo specchio), al metalivello astratto che filosofizza e che si avvicina a tutto come a una sagoma che emerge da coltri di nebbia.

Nei viaggi esplorativi l'io può sparire. Non necessariamente per dissociazione, quanto per fissazione su cose e identità esterne.
E l'uno si sublima in qualunque. O forse sfuma.
Ma non riesce per molto, a meno che non sia un esercizio di repressione della propria identità.
E quando si reprime, l'uno si riafferma con forza.

La repressione dell'io voglio chiamarla anche "Nessuno per mandato".
È un gioco intenso di lotta repulsiva all'ego.

L'identità non si può delegare. A meno che non si consegni al boia. (Attenzione, questa è una battuta!)
Ma si può indebolire il baricentro di se stessi abbandonandosi in modo dispersivo sui qualunque, aumentando la sensazione di incorporare parecchio Nessuno.

Vi chiedo scusa per il ragionamento.
Sono esercizi cerebrali di un ateo che pensa al Nirvana senza sottofondo mistico.

Politica ai bambini

Non ricordo dove e chi, ma qualche settimana fa ho letto una richiesta di insegnamento della politica ai bambini.

POVERETTI!
Ai miei tempi non ci insegnavano ancora che bisogna salvare il pianeta. Oggi invece è normale assillarli già dai primi anni delle elementari.
Così che con il pianeta moribondo del quale si devono preoccupare, poi vogliamo anche confonderli completamente con la politica.

Perché in fin dei conti, come vorremmo insegnare la politica?
Io ho perfettamente capito come si vuole insegnare la politica ... ma ...
diciamo sul serio, che raccontiamo loro una bella teoria, e nel giro di qualche anno ascoltando le notizie si rendono conto che è una immensa balla, e che la politica in realtà è quella cosa che imparano nelle ore di Storia ... tipo "il papa Tale istigava il principe Caio contro il vicino re Tizio etc." e questo ripetuto una cinquantina di volte per ogni secolo?
Sul serio: La politica i bambini la capiscono con la Storia. Abbiamo meccanismi diversi, ma facciamo gli stessi schifi storici.

Se volessimo parlare di politica ai bambini, anzi, insegnarla, e in modo positivo ...
dovremmo prima riformarla.

Ma non con utopie che cominciano dal credo nella democrazia diretta partecipativa (fra qualche decina di anni spunteranno democrazie verbalmente affini, tanto inventarsi nomi non costa e si fa una bella figura).
La riforma, stranamente, va su due binari:
Deve cambiare il cittadino, e deve cambiare la politica.
Va bene quindi l'educazione dei bambini, ma non se allo stesso tempo non si aggiusta anche la politica (o la democrazia).

I bambini cominciano a empatizzare solo a partire dai 4-5 anni. Si può cominciare da quel momento a sensibilizzarli a una società. Perché vedano la società come gente meno favorita o fortunata, e gente che può cedere un poco per sostenere gli altri. E che ciò è di beneficio a tutti. Che l'organizzazione, l'ordine, la sicurezza, i servizi sono importanti, e che per gestire queste cose, e amministrare il presente, ci deve essere gente che si dedica a farlo con coscienza e per il bene di tutti.
Qui siamo alla teoria che potremmo propinare già oggi.
Ma sarebbe una bugia, perché sappiamo della Casta, dell'evasione, della compravendita di potere, delle lobby ... e beato chi ne conosce poche!

E cosa potremmo fare per riformare?
Due cose:
1) Creare canali per la partecipazione (non insistendo sul modello Casaleggio, perché la democrazia nazionale in rete, se cominciamo a lavorarci su oggi, la realizziamo nel 2054, come dice lo stesso Casaleggio.)
2) Cambiare le regole e ridurre l'onnipotenza degli eletti. O meglio: Silurare completamente quella parte che conosciamo come politica. Gli sgambettamenti, le speculazioni per ottenere potere e vantaggi, la convenienza a rinnegare e cambiare bandiera, etc.
Non ho una ricetta per ogni difetto, solo una richiesta in linea generale: Fare modifiche alle regole, per sgretolare il piedistallo, per obbligare partiti e politici a rendere conto, a pagare per danni fatti intenzionalmente, ad assumersi responsabilità.
E a ridurre le giustificazioni e le propagande per abbellire (ma quelle le possiamo anche ostacolare con cittadini educati a non farsi prendere in giro o manipolare con costruzioni verbali che non corrispondono ai fatti.)

A chi osserva che il ragionamento è abbastanza vago e "politico" (poco concreto, per impressionare e poi non si fa assolutamente niente) rimando ai miei commenti sull'educazione, che è un tema che mi interessa sul serio, e concretamente, e sulle riforme democratiche e amministrative che chiedo con proposte molto specifiche.

martedì 16 aprile 2013

Politica senza soldi

L'Italia assieme alla Francia ha la fama di essere il paese della moda.
Da qualche tempo ha anche la pretesa di dare nuovi trend alla politica.
Mentre infatti ovunque la politica è un costo pubblico, in Italia si parla di renderlo uno volontario o privato.

E si addita la rete come strumento gratuito per farlo.

Io sul merito non voglio pronunciarmi. Sono molto scettico, e vorrei una discussione pubblica e professionale sulla faccenda. Ovviamente da parte di gente senza interessi, anche se ammetterei rappresentanti della politica a giustificare le loro richieste.

Ma la mia curiosità (di carattere economico) si rivolge al risparmio e a un possibile aumento di efficienza.

Sinceramente mi sorprende la decisione del M5S di rinunciare ai rimborsi. Li avrebbe potuto usare per finire la piattaforma che intende usare per permettere la democrazia dal basso, e non credo che molti lo avrebbero criticato.

Visto comunque che hanno deciso di profilarsi come asceti politici, li lascio tranquilli nel loro Hungerschau (esposizione della fame).

Sono curioso pero di vedere come si svilupperà la moda, perché non credo che si fermerà agli annunci delle possibilità. Sono sicuro che già tutti i partiti stanno studiando come aprirsi e permettere interazioni o interventi di ogni cittadino in rete.
Per ora avremo fenomeni spontanei non sincronizzati, dove i partiti vorranno far vedere che l'uno conta e che gli si da spazio in rete.
Ma si arriverà poi a un momento dove ci sarà un livellamento, e si chiederanno regole.
E probabilmente sorgerà la richiesta di garantire l'accesso e la disponibilità a qualsiasi cittadino, e che lo Stato se ne faccia carico.
Cioè che ci sia una piattaforma statale, tutelata come l'acqua pubblica (ma anche sviluppata), che gestisce la vita politica e l'interazione tra politici e cittadini.

Alla fine dei conti saremo noi cittadini a renderci conto, che la politica è un servizio e che non possiamo lasciarla a chi la strumentalizza dopo averla pagata.

Forse molti di noi si sono già resi conto che non possiamo neppure accettare che tutto il consenso dipenda dalla presenza mediatica, e che dobbiamo trovare percorsi e strutture di par condicio anche li e nelle campagne.
Perché è più facile fare regole che educare la nostra specie ad essere razionale.

lunedì 15 aprile 2013

Terrapitecus

Qualche giorno fa circolò il nome di una specie fossile rinvenuta da Matthew Berger, di nove anni, figlio di un ricercatore.
La specie Australopitecus sediba sarebbe vissuta circa due milioni di anni fa, sarebbe imparentata con il più famoso Australopitecus afarensis (rappresentato dalla famosa "Lucy"), ma ha caratteristiche un po meno umane, e forse non fa parte dei nostri antenati. Per cui, la specie sediba potrebbe essere "zia" dell'umanità.

Quando ci sono ritrovamenti del genere, gli annunci includono sempre considerazioni sull'importanza della scoperta, e sul fatto che "magari" sono specie che fanno parte dell'albero genealogico umano.
Un vizietto molto antropomorfo, perché le scimmie con qualche caratteristica umana ci interessano meno delle scimmie dalle quali si originò l'essere umano.

Ma a parte la critica, la notizia ha aspetti positivi, perché abbiamo ricuperato memoria di una specie sconosciuta che ha a che vedere con noi.

E io mi immagino fra due milioni di anni qualche scheletro che ritroveranno nella penisola italica.
Chissà se parleranno di Italopitecus!

Sappiamo che l'homo sapiens sparirà, e fra due milioni di anni non ci dovrebbe essere più.
È parecchio tempo, ma potremmo lasciare dei ricordi che non siano solamente i nostri scheletri.

E ancora meno scheletri con pallottole, bruciati dalle bombe, etc. per far subito capire che ci dedichiamo intensivamente alla violenza.
La letteratura? Biblioteche digitali? Avranno bisogno di un Champollion nel futuro per decifrarci?
Perché l'inglese di oggi tra 500 anni già non si capirà più!

E pensando al di fuori del nostro pianeta:
Sarebbe una buona idea mandare il nostro DNA in viaggio interstellare a offrirsi alla scoperta per presentarci?

La mortalità avvicina tutti gli umani.
Ci riuniremo per creare il nostro mausoleo per i millenni a venire?

Un monumento mondiale ... visibile come le linee di Nazca  ... o ancora più grande e visibile?
Un faro della nostra esistenza, della nostra morte.
Del nostro abbandono.
Un singhiozzo dell'umanità.

I genitori alieni

La storia si ripete ...
Non so se è vero.
È vero invece, che l'animo umano prova un numero limitato di emozioni, ha reazioni limitate, e che a certe situazioni si ripete la risposta.
Si ripetono le risposte storiche.
E se la storia dell'umanità non è bella da raccontare, sono le "domande" e le risposte a non essere belle.

Eric Berne in "Games people play" credo che non parla esplicitamente di un gioco collettivo che decora la storia dell'umanità: La rivoluzione.
Il gioco si presenta in diverse varianti.
Comincia con l'assioma:
"Occupiamo lo stesso spazio, e non possiamo tollerarci."
La seconda caratteristica è che chi fa la rivoluzione poi si comporta come una specie aliena, arrivata da un altro pianeta, estranea alla situazione e alle dinamiche, e con diffidenza verso ogni tipo di logistica sociale che non conosce.
Tabula rasa si fa per azzerare e per disinfettare. Per non lasciare il primitivo contagioso.

La passione per la distruzione invece tradisce il quadro logico.
È solo vendetta e paura di ricaduta nella condizione anteriore.
La vendetta deriva dal gioco anteriore, che consisteva nella separazione di due gruppi. Uno che può e l'altro che deve.

E ora vorremmo chiedere a Berne, quale strategia consiglia, lasciando aperto a chi si potrebbe rivolgere.

E lui probabilmente chiederebbe a tutti di evolversi, lasciare le interazioni genitore-bambino, rinunciare all'inversione di ruoli, e puntare sulla maturità, per un faccia a faccia tra adulti.

domenica 14 aprile 2013

L'oscurità

Lo gnosticismo è la versione giudaica dei culti misterici, che godettero della massima popolarità nell'era dei Cesari in tutto il bacino Mediterraneo.
La maggior parte delle idee che conosciamo le dobbiamo ai padri della Chiesa, che videro tale movimento come concorrente pericoloso.

Gli gnostici ci mostrano il Dio dell'Antico Testamento come Dio puntiglioso, di visione ridotta e di gerarchia inferiore al Dio cosmico dell'amore incondizionato, il Dio padre del Messia risuscitato.

Se non abbiamo la premura di giustificare e spiegare alcuna fede, possiamo fare riassunti sommari e crudi.
E a noi sembra, che il primo secolo è quando si cercano giustificazioni al fatto che in un mondo di tenebre regnerebbe un Dio di luce.
Che non si manifesta nel mondo, ma nell'individuo rinato a tale conoscenza.
Cioè: Il Dio di luce esiste perché il fedele lo "conosce" in se stesso.
E se non lo fa, resta il mondo di tenebre.

Se ne deduce, che le tenebre appartengono alla realtà, e la luce a un sentimento interiore "provocato".
Più corretto sarebbe dire "generato" contro l'istinto e l'intuizione.

Le religioni cominciano attribuendo poteri alla natura. Spesso poteri umorali, maligni, ostili. Talmente avversi, da richiedere azioni di bonifica e sacrificio.
Una specie di pizzo col quale assicurarsi di essere lasciati in pace.
Solo con le religioni monoteiste comincia l'idea di un padre di tutti, alla guida di un gruppo scelto che vuole veder prosperare.
E da li nasce il bisogno di giustificare la sua inerzia col fatto che consisterebbe di pura bontà, giustizia e luce.
E grazie a tali qualità si riesce a giocare con la ragione, alla quale si presentano logiche che dirotterebbero Dio dal fare le cose come ci sembrano buone per intuito: Farsi vedere e sentire, guidarci tutti a voce, e educarci.

La menzogna quindi è l'arma con la quale la vita si afferma sul niente che incombe.

Eccesso di destra

Accanto a "inciucio" e "Casta" un'altra parola di moda è "autoreferenziale".
Tutte definizioni che presuppongono strategie e ragionamenti .

Mancano invece termini per definire situazioni più chiare, crude,
Ed è perché sono situazioni che invece di essere prese sul serio provocano solo reazioni di burla.

Voglio usare questo spazio per prendere sul serio una di queste situazioni:

Definire Berlusconi un martire, il personaggio più perseguitato della storia, è cinismo e egoismo allo stato puro!
È passata appena una settimana dai suicidi di Civitanova. E una Parlamentare invece si azzarda a chiedere compassione per Berlusconi!

Solo giungo a una conclusione logica:
Per la Parlamentare ci deve essere una differenza enorme grande tra la sua categoria e quella dei cittadini di Civitanova!
Se fossero sullo stesso livello sociale e umano, la coscienza l'avrebbe fermata prima di aprire la bocca.

Per la Vicari i tre suicidi sono meno che irrilevanti. Sono una specie inesistente.

E ne deduco, che la Destra attrae persone che combattono l'uguaglianza, e vogliono una società nella quale solo la maggioranza insignificante deve sottostare alle leggi.

I candidati del PD

Siamo in molti a notare che i candidati proposti dai 48,000 iscritti al blog di Grillo e certificati per votare hanno scelto personaggi di sinistra.

Tra i dieci più proposti, Beppe Grillo non può essere eletto e Dario Fo ha dichiarato di non essere disponibile per l'incarico.
Tutti gli altri otto potrebbero senza problemi piacere al PD, e solo la Bonino sarebbe papabile per il PdL. (Un fatto notevole, una volta che i candidati menzionati dai media sono tutti secondo i gusti di Berlusconi.)

Se il candidato M5S è scelto bene
(1. che accetta la candidatura; 2. che è qualificato per il compito; 3. che attira consensi dal PD)
potrebbe realmente divenire il prossimo Presidente della Repubblica.
E in tal caso il M5S ... anzi no: In tal caso Grillo ha davvero reso un servizio alla democrazia, e regalato qualcosa al paese.

Dei candidati proposti, quelli adatti sono diversi:
Rodotà, Imposimato, Caselli, Zagrebelsy.
Spero che prima di Lunedì sia chiaro chi accetterebbe e chi no. E quali sono le posizioni di ognuno di loro.

Arriverà a noi 48,000 anche l'invito di scegliere un candidato per la Presidenza del Consiglio?

Quasi sicuramente no. Ma non so spiegare i motivi per i quali non siamo chiamati alla decisione.

Posologia democratica

Pochi giorni fa dal blog di Beppe Grillo ricevetti l'invito elettronico inaspettato per proporre un nome per la Presidenza della Repubblica.
Mi sembra davvero lodevole!

È vero che il Presidente viene scelto da circa un migliaio di eletti e non direttamente dai cittadini, ma il fatto che un partito chieda agli elettori di nominare un candidato, da un bel sapore di democrazia!
In confronto a tutti gli altri dove sono le cupole a decidere cosa conviene a loro, in vista di accordi con altri, abbiamo la libertà totale di proposta e scelta dal basso, seguendo criteri propri.

Dopo il primo turno sono stati separati i dieci nomi più menzionati, e nel secondo si dovrà scegliere tra questi.
Spero e mi aspetto però una riduzione prima del voto finale, perché i candidati che non accetterebbero l'incarico è inutile votarli. Se risultasse votato qualcuno che poi rifiuta, la votazione farebbe ridere anche gli extraterrestri.

Lunedì quindi circa 48,000 persone potranno scegliere.
Sono purtroppo solo il 0.1% degli elettori italiani. Ammesso che tutti partecipino.

Una democrazia un po concentrata. Anche più concentrata di quella ateniese, dove gli elettori erano all'incirca il 10-15%.

L'invito di Grillo però mi ha fatto pensare ad altro:
Perché dopo le elezioni siamo chiamati solo ora a esprimere una volontà in modo democratico?
Perché a noi 48,000 non hanno chiesto se volevamo il M5S al governo, e con chi?
La nostra "competenza" non è sufficiente?
Ci manca la maturità democratica?

Mi piacerebbe allora un elenco di responsabilità per le quali siamo maturi e uno di quelle per le quali non lo siamo. Di queste ultime vorrei poi sapere chi decide, come decide, e perché lo fa, e quale è la preparazione di cui dispone (e dato che ci siamo, vorrei sapere in cosa consiste la preparazione, e come ci si qualifica.)

venerdì 12 aprile 2013

Diluire l'animale

Gran parte di quello che chiamiamo umano e civile (e certamente quello che è l'etica rigorosa) è appreso.
È culturale, se vi includiamo la cultura sociale.

L'uomo animale invece ha fatto buona parte della storia d'azione.
Quello civile ha fatto una parte della storia del sapere e della cultura.

Se si soppesano le notizie mondiali apprese nella nostra vita, prevale di gran lunga l'atto animale.

Rifiuto categoricamente l'affermazione che i tempi e le persone peggiorano. (II Timoteo 3)

Non mi azzardo però ad affermare che la relazione tra esseri civili rispetto agli animali è costante.
E ho il pochino di fiducia nell'educazione, che è quella che trasforma in misura più o meno profonda ognuno di noi.
Ma sono del parere, che il metodo infallibile non è ancora stato studiato.
E se mi appresto a immaginare qualcosa, lo faccio senza credere di essere poi considerato il padre dell'educazione superiore del futuro.

Secondo me l'educazione e la scuola devono cominciare prima della scuola dell'obbligo.
Già da prima delle elementari si aprono certi "canali" mentali per certi apprendimenti. Non si può sprecare l'opportunità!

Si deve evitare l'indottrinamento dei bambini e approfittare della disponibilità ad apprendere qualsiasi insegnamento senza opporsi troppo, per inculcare qualità civili.
Non sono capace di enumerare tutte le tecniche e le possibilità, ma una addizionale mi sembra opportuna:
Usare la teoria dei giochi per insegnare tramite giochi il comportamente sociale.
Giochi competitivi dove solo uno vince e tutti gli altri perdono.
Giochi dove un gruppo si sostiene per far perdere gli altri.
Giochi dove si affrontano squadre ma una sola vince.
E poi alla fine giochi dove ognuno vince qualcosa.
Giochi che poi si analizzano e si spiegano, non dimenticando di menzionare, che tutti essi si ritrovano nella vita da grandi.
Si possono poi insegnare maniere per evitare di entrare in una dinamica di gioco che non piace, di ostacolare un gioco o di dirottarlo.
Modi di parlare delle persone. Come si litiga, e come si può controllare lo scontro.
Tutto a livello prescolare, tramite giochi o impersonando personaggi (o mostrando personaggi di film per bambini).

Credo che basta per dare l'idea.
Mi piacerebbe vedere i bambini imparando a analizzare la comunicazione e le interazioni, e come gestirle.



giovedì 11 aprile 2013

Governo GRATIS!

Quando hai un figlio ribelle, ti consigliano di evitare di opporti, castigare e correggere.
Se vuole fumare, obbligalo a fumarsi un paccheto nel giro di qualche ora.
Se vuole uscire e tornare tardi, digli che per non svegliarti preferisci che torni solo dopo le otto del mattino.
Insomma, a chi ti spinge, fai Judo psicologico, usa la sua forza, tiralo in direzione della spinta e fallo cadere.

O provoca la controreazione:
Tua figlia vuole il ragazzo? Organizzale il matrimonio! e forse lascerà perdere e si prenderà un tempo di extra prima di ossessionarsi con l'amore.

Siamo in piena campagna di riduzione dei costi della politica.
Come già sapete, secondo me è la maniera di scoraggiare la carriera politica, e invogliare i partiti a estinguersi e a lasciare fare al cittadino in rete.
Ma d'altra parte, la realtà di oggi è che chi chiede l'annullamento dei rimborsi e il taglio agli stipendi, ha una squadra di eletti, dei quali qualcuno già fa i conti, e conclude che andare a Roma forse non conviene.

Per far rinsavire i giovanotti e le ragazzine (la Lombardi mi sia grata di toglierle anni di cellulite), proporrei subito sul serio di gestire la politica totalmente gratis.
Totalmente no, ma totalmente senza che i cittadini debbano pagare.

Come si potrebbe fare?

Si diminuiscono i premibottoni e i presentafaccia (cioè quelli che devono rappresentare, stringere mani di stranieri, andare ai funerali, andare agli show a gridare e dire parolacce) a un numero sufficiente, ma molto più piccolo.
Si fa la democrazia diretta partecipativa CON QUORUM (abbiamo bisogno di un minimo calcolato) via rete, e i politici si pagano esclusivamente con le entrate generate dai milioni di clic sulla piattaforma democratica.

Anzi: Credo che in una democrazia diretta alla Casaleggio, dove i cittadini fanno le leggi senza compensi, anche i politici dovrebbero campare di aria.
Potremmo chiedere como requisito il celibato obbligatorio (con castrazione chimica per evitare discendenze) e istituire un sacerdozio politico ma niente soldi.
Sarebbe la politica più bella dell'universo!
La politica degli angeli in terra!

mercoledì 10 aprile 2013

Haute couturiers italiennes

La cosa più importante per l'Italia, dopo una quarantina di giorni, è cambiare il procedimento, saltare alcuni passi, e fare le Commissioni.
Perché si può fare.

Che non si è mai fatto così lo sappiamo tutti.
Che si può fare sono affermazioni di alcuni, e anche se non sono informato e non mi interessa (per me questi sono atti burocratici necessari che hanno a che vedere con il potere, non con i cittadini), mi sembra assurdo che con i lebbrosi non si vuole neanche parlare per telefono, ma poi ci si aspetta che senza parlarsi si riesca a fare capriole, che perlomeno dovrebbero essere coordinate parlando.

Cosa ci voleva a mettersi d'accordo con gli altri, e cercare cooperazione per arrivare all'obiettivo?
Che poi non vogliono? Ma dal dialogo conosceremmo le ragioni, le parti le avrebbero intese, e non dovremmo leggere sui giornali e sui blog che qualcuno tenta il colpo di Stato.
(Il golpe più pesante infatti è voler cambiare la democrazia rappresentativa con quella diretta, senza neanche consultare i cittadini e senza spiegarla. E dopo aver dissolto i partiti.)

Per me è chiaro, che per governare devi avere il 50% + 1 dei voti.
Non mi interessa se con leggi a tuo piacere riesci a farlo col 30%. Sarebbe altamente disonesto e scorretto. Non è morale comandare col 30% di voti utili contro una opposizione del 70%, che tramite filtri e giochetti legali si trasformano in 54% contro 46%.

Attualmente nessuno dei partiti e delle coalizioni ha la minima possibilità di arrivare al 50%. Neanche se il PD si scioglie. (È del PdL invece che uno desidera lo scioglimento, e che la gente che si trova a destra possa avere un partito o vari a rappresentarlo, ma senza ombra e senza burattini di Berlusconi).
La cosa importante per noi cittadini in questo momento sembra stare nel sapere che ci sono partiti cattivissimi che vogliono "impedire" certe nomine.
Che poi, agli effetti del lavoro, non cambia molto, e che in previsione di un accordo tra chissà chi (attualmente sembra tutto fermo) sembra comunque dubitabile che servirà ad avanzare ...
tutto sembra un gran "diluvio" scatenato dentro un bicchierino per liquori.

Vogliono cucire lo smoking allo spaventapasseri, ma sanno che quello poi non andrà da nessuna parte e non muoverà un solo dito.

E a chi dice che è una complicazione senza utilità (sarebbe da dimostrare che un percorso nuovo porta a una meta e non a un vicolo cieco!) gli si risponde "alla Grillo" (che è facendo uso abbondante di acido muriatico).

Elettore, questo ti meriti!
Tu dipendi da chi eleggi, non al contrario.
Se finora pensavi che c'è una Casta che ti prende in giro e vive da re, e che ormai lo fa sfacciatamente, spero che cominci a capire che non è il massimo a cui si può arrivare.
Il passo seguente infatti è ricattarti, perché se vuoi che lavorino, devi votare in modo ancora più limitato.
Ora sei obbligato a votare o per un gruppo o per l'altro, altrimenti correrai il rischio di avere gente pagata che rifiuta di sedersi assieme e mettersi d'accordo.
L'accordo e il compromesso che loro non fanno lo devi fare tu!
Lo hai già capito: Se tu non fai i conti e non voti una coalizione o partito per farla/o ad arrivare al 50% + 1, tu pagherai.
Tu sempre paghi.
È il passo preliminare per la riduzione di partiti. Siamo a due partiti, e se scegli quello nuovo si arriverà subito a un solo partito, così metterai l'anima in pace e la tua sovranità è cosa del passato.

Si, conosciamo la promessa futura: Ognuno varrà uno.
E come si integrano dentro un movimento TUTTI gli elettori, se il movimento vuole abbandonare l'Euro, ma il 60% degli elettori no?
Come si integrano quelli che vogliono scappatoie per ubbidire meno degli altri alle leggi?

Bisogna confidare nel fatto che un esperto di marketing per internet, un cabarettista politico e un professore di filosofia hanno escogitato la ricetta giusta?

Fate prima a confidare nel regno di Dio che vengono ad annunciarvi quelli che bussano alle vostre porte la Domenica mattina! Dio perlomeno ha le credenziali per fare miracoli.

martedì 9 aprile 2013

Tassazione e contabilità semplificata

Un'altra proposta per semplificare il lavoro di verifica degli enti di stato offre a certi tipi di aziende (al disotto di un certo reddito, e appartenente a certe categorie) la possibilità di tassazione diretta sulla fattura.
Sarebbe quindi chiarissimo agli imprenditori dal momento della fatturazione quanto rimane su ogni fattura.
Nel senso che su una fattura di 100 ci sarebbe IVA e altre tasse (eventualmente un valore a forfait) già definite.
Si potrebbero offrire diverse categorie, ma l'idea di fondo è che sai quale pacchetto di tasse ti toccherà detrarre al momento della vendita. Il resto non incorrerà più in tassazioni se lasciato in ditta. Se invece le utilità vengono intascate, ci sono tasse sul reddito personale.
(E tali tasse derivanti dalle imprese dovrebbero finire in un fondo da usare per sostenere le stesse imprese. O in un banco che concede crediti a tassi ridotti alle aziende).

Proposte da formulare meglio, ma buttate giù per prevenirne la perdita in caso mi cogliesse un infarto stanotte :)

IVA, tessera & evasione

Tanto per rompere il disco, oggi un altro tema:

L'Italia, che obbliga all'uso di registri di cassa omologati e controllati, dove in una fiera per un espresso ti devono fare lo scontrino, ma dove si continua ad evadere (perché si sono solo concentrati a obbligarti alla "fedeltà nelle cose piccole" - chi conosce i vangeli sa a quale frase mi riferisco), perché i controlli vengono fatti con la vista di talpa, potrebbe adottare un trucchetto usato altrove:

Per ogni tipo di acquisto chiedi che venga registrato col tuo tesserino col codice fiscale.
Ti arriverà una mail al tuo indirizzo elettronico (se lo hai) per confermarti l'acquisto.

L'IVA si aumenta di qualche punto (diciamo 2) ma al cittadino privato alla fine dell'anno rimborsano il 1.5% dell'IVA pagata (idealmente sotto forma di titoli di Stato :) - meglio proporlo così l'idea più fetente c'è dal primo momento ...
Alle ditte invece ogni mese.

A cosa serve tanto ... movimento di soldi che poi tornano?
A "vedere" i flussi di denaro e contenere l'evasione.
(Ovviamente le sanzioni si aumentano e si induriscono.)



sabato 6 aprile 2013

L'Italia sotto scacco

Ho una piccola ditta che fabbrica utensili per un settore industriale.
Ci arriva il disegno del prodotto che vogliono fabbricare, noi fabbrichiamo lo "stampo" di cui hanno bisogno nella macchina di produzione, e nel giro di uno a tre giorni lo consegniamo.
I materiali dobbiamo pagarli prima di riceverli, e le fatture ...

... alcune riusciamo a farle subito e consegnarle assieme allo stampo.
Un cliente in teoria non accetta fattura se non menzioniamo il suo numero di ordinazione. Ma per fortuna ci obbliga a consegnare l'ordine e la fattura assieme e quindi emette il numero a qualche ora dalla richiesta, e la fattura la consegniamo allo stesso tempo.

Un altro cliente non ci comunica il suo numero (forse lo usa internamente).
Con la consegna portiamo la fattura che ci firmano al ricevere il materiale, ma dobbiamo tornare un Lunedì (ci conviene quello seguente) tra le 16:00 e le 18:00 per lasciare le fatture firmate e ricevere una controricevuta.
La controricevuta serve per ritirare l'assegno per il pagamento. Anche quello in teoria solo i Lunedi dalle 16:00 alle 18:00, ma conviene chiamare prima verso le 12:30 per sapere se quel Lunedi pagano.

Perché la faccenda dei pagamenti è tutto un dramma.

Un cliente che ha smesso di comprare da noi ci deve ancora i pagamenti di quattro fatture del 2011.
Chiamiamo ogni settimana, perché l'assegno è pronto, ma manca la firma.

Un altro cliente lavora anche lui con il numero dell'ordine. Noi mandiamo il materiale, passiamo il prezzo, e poi per generare l'ordine ci vogliono tre firme diverse. Finora ci mettono in media 6-8 settimane per farci avere l'ordine.
Noi poi fatturiamo. Ma internamente hanno un processo chiamato remissione, anche quello non molto frequente. Le fatture rimangono a riposo fino alla remissione, vengono finalmente approvate, e poi una copia fisica approvata deve arrivare al magazzino. Solo allora scatta il momento dal quale decorrono 60 giorni per il pagamento puntualissimo. Il problema è che dalla consegna fino all'inizio del countdown possono passare quattro mesi.

Fornitori di materiale ne abbiamo diversi. Perché non sappiamo mai chi ha il materiale del quale abbiamo bisogno. In teoria lo hanno tutti, ma nel momento in cui lo cerchiamo da ognuno possiamo ottenere la risposta che gli è finito ed arriva di nuovo tra sei o otto settimane.

Il mercato non è molto grande, e alla fine dobbiamo andare d'accordo con tutti.
Facciamo politica. O no?

Immaginiamo che domani cominciamo a selezionare i fornitori e i clienti perfetti.
I fornitori ... dovrei scartarli tutti. Quindi chiudo bottega.
E di clienti perfetti ne rimangono così pochi, che ... chiudo bottega.
E se i nostri clienti devono limitarsi al fornitore (noi e i nostri concorrenti) che non sbaglia mai, anche loro chiudono per mancanza di fornitori.

Ora io mi chiedo cosa cavolo vuol dire fare il politico puro.
Cosa vuol dire? Essere perfetto in un mondo da cani?
Cosa sarebbe la pretesa, che gli altri sono tutti infangati, e non ci si vuole sporcare con loro?
È una dichiarazione sincera?

NO. È un pretesto ingannevole. È una bugia, come quella che Dio ha creato il Purgatorio per chi è disposto ad atti di pentimento riabilitativi. E spendere qualcosa in indulgenze accorcia i tempi.

La purezza dei nuovi politici è un mero pretesto.
I nuovi politici non sono noi. Nessuno potrà esserlo una volta che è mediatore.
Dichiararsi uguali solo in pochi casi è dovuto a cretinaggine.
Nella maggior parte dei casi è un sotterfugio per non dover dire verità.

I nuovi mediatori hanno due vie da scegliere:
Studiare come "servire" e cominciare a farlo approfittando al massimo le opportunità che si offrono (e sono moltissime), oppure rifiutarsi.
Si, rifiutarsi di servire il paese, e ricattare.
Ricattare quella parte di elettori che possono essere ricattati, perché si muovano e si aggiungano allo schieramento.
L'Italia è sotto scacco.
Ma si farebbe male a guardare solo da un lato.
Lo scacco è doppio.
Allo stesso tempo continua (perché l'inizio di questa mossa è di parecchio anteriore) l'attacco all'uguaglianza garantita dalla magistratura.

Non ci sono cospirazioni in gioco. Soni i cittadini che credono che colpire alle ginocchia la struttura legale e politica del paese sia la mossa giusta.
Forse è la ribellione tardiva all'unificazione dell'Italia voluta dalla sovranità e non per scelta del popolo.

venerdì 5 aprile 2013

Homo web

Prima o poi uno è costretto a trarre qualche conclusione, se sull'argomento i riflettori vengono puntati di continuo.

E così, per quanto riguarda la rete, cioè le interazioni tra persone su internet, dopo aver sentito diverse descrizioni che a volte mi sembrano avere la profondità psicologica e la logica dei cartoni animati Scooby Doo (o, per i lettori molto maliziosi, del libro di Mormon, che in certi passaggi mi ha ricordato scenografie e dinamiche da Scooby Doo), che non mi hanno illuso per neanche un secondo, e che non mi sono mai sembrate visioni (semmai storie male sviluppate di Disney di terza categoria - ma ci tengo a precisare che Disney ormai si sforza molto con le storie), finalmente comincia a tirare le somme.

La mia esperienza nel mondo virtuale di personaggi reali.
Cosa fanno i personaggi reali in rete.

Anticipo la risposta come fanno generalmente autori americani:
Si comportano molto peggio di quanto si comportano nel mondo reale.
Il mezzo di comunicazione lo usano come se fosse una distanza tra se e chi interagisce.

Lasciamo quelli che parlano di rete come possibile confessionale grazie all'anonimità che puoi mantenere.
È ovviamente possibile e alcuni in rete si spogliano di tutto.
Ma è una minoranza quasi insignificante.

L'uomo della rete invece è in rete comunica poco.
Fa monologhi come me. Si mette in scena.
Quando è una cosa sincera, la rete diventa il Dio al quale si rivolge la preghiera, ovvero l'altra parte di se stesso alla quale si dirige il dialogo con se stessi, la confessione personale.

Ma come dicevo, è un fenomeno trascurabile.
In rete statisticamente si vende.

E se lo si fa è perché è un mercato frequentato da compratori.

Mi muovo su internet dal 1990 e qualcosa. 1993 o 94, forse prima. Lavoravo con modem già dal 1989 (con 1200 baud) ma i ricordi di internet non risalgono fino a quella data.

Ricevo spam a palate ogni giorno, offerte losche dalla Nigeria, dal Ghana, dalla China, da tanti altri paesi. E ignoro quasi tutto.
Anche le lettere di cittadine dell'Ucraina che vogliono conoscermi perché mi hanno notato da qualche parte in rete (ma non sanno niente di me).

Eppure, quando un messaggio è indirizzato a me personalmente, e chi lo ha scritto vuole proprio parlare a me, mi comporto allo stesso modo come farei se una persona sconosciuta mi parlasse in un luogo reale.
Sarei impacciato, diffidente, ma risponderei. Mi farei vivo.

Invece noto con grande sorpresa, che se io scrivo a gente che non conosco, non mi rispondono.

L'idea del cafone mediatico mi ha sfiorato quando volevo trovare un elenco di ragioni, ma è una spiegazione alla quale non credo.
Per me la rete non da la sensazione di essere una piattaforma per interazioni umane. Tutto qui.
Se io mi imbatttessi nella gente a cui ho scritto, un qualche segno di risposta ci sarebbe.

L'uomo di rete è quindi una uomo fortemente filtrato. Uno che limita il dialogo perché non ci crede.

Io vorrei davvero sapere come dovrebbe funzionare un processo democratico affidato al web.

giovedì 4 aprile 2013

I principolli

Libri su strategia ce ne sono diversi.
Gli autori storici di libri sulla strategia sono Clausewitz - Musashi - Seneca - Hagakure - Sun Tsu e il "nostro" Machiavelli.

In politica la strategia e molto importante. Brutta a triste cosa, ma purtroppo realtà.
Fino a questo momento la strategia ritenuta perfetta da Casaleggio e Grillo è quella originale:
Insistere che tutti meno il M5S sono Casta corrotta, rifiutarsi a qualsiasi dialogo, ma aprirsi a insulti, e chiedere ancora più sostegno elettorale.

Su altro livello la speculazione su una alleanza PD-PdL che servirebbe a un aumento di percentuali elettorali quando ci sarebbero elezioni.

Da considerare poi la possibilità che una parte importante delle motivazioni dipende dalla previsione di introiti via internet per le pagine di proprietà privata che vengono cliccate.

Un bel problema già soppesare cosa fare con tante variabili, alle quali si aggiungono poi gli avvenimenti, che finora non sembravano incidere sulle considerazioni e sulle scelte.

Non sono un analista e genio di giochetti politici, ma fiuto aria di cambio.

Tra Renzi che guadagna nei sondaggi, il M5S che perde parecchio (e non credo che molti fedeli lo perdonerebbero a Grillo, che rischierebbe di perdere il controllo) e candidati che già cominciano a aprire la bocca e dire che hanno cervello e volontà propria ...

... aumenta la probabilità di una rivelazione illuminata dei leader, che annuncia arrivata l'ora della presa di responsabilità.

Voglio solo ricordare ai fedeli, che le due guide sono in ritardo a tanta gente normale e comune che "sentivano" questa come la scelta più responsabile.

Vediamo!





lunedì 1 aprile 2013

La siesta integral de los vigilantes

La gente poco spiritosa come me ci mette qualche giorno prima di trovare la frase giusta.

Ma non me ne duole, perché anche i giornalisti da 90 certe volte ci mettono mesi prima di capire una cosa.

Marco Travaglio per esempio, solo ora si rende conto di uno sbaglio strategico di Grillo.
Se avesse analizzato meglio tutto il materiale disponibile, invece di usarne una parte per fare il suo collage, ora eviterebbe la delusione.

Sia Travaglio che la maggior parte degli elettori M5S pensavano di dare potere e mandato a Vigilantes popolari.
Gente a digiuno di potere e politica, che funzionasse da valvola e da regolatore alla politica, nonché da polizia.

E invece si ritrovano la gente mediocre, incapace di lavorare, che consciamente avevan scelto e accettato, ma che ora rifiuta il mandato a Vigilare.

E tutto per un semplice fatto: Perché i leader del partito hanno dato istruzioni diverse. Perché il vero scopo del movimento è arrivare alla democrazia diretta partecipativa senza quorum, che si deve gestire via internet su un portale che ancora non esiste, ma che sarebbe il portale più cliccato della storia del mondo futuro.
Previsto per il 2054. E che ora a sorpresa si era presentato a portata di mano, e aveva svegliato la tentazione.

Ai vigilantes è state prescritta la siesta completa.

Chivas - America

Sono stato alla mia prima partita di calcio. Voluto così da mia moglie.
Mio figlio di sette anni non era affatto entusiasta, e infatti si è annoiato terribilmente, e siamo riusciti a distrarlo solo con patatine, pizzetta e zucchero filato.

Lo stadio era molto spazioso, organizzato, e la gente abbastanza tranquilla.
Le cose interessanti sono state le pubblicità.
Ragazze scosciate facendo i giri dello stadio con bandiere e banner. Un gruppo per una birreria, un'altro per la società di telefoni cellulari, un terzo gruppo per pane da toast.
Poi sugli schermi durante la partita distribuzioni di borse di pane omaggio a spettatori selezionati come "vincitori" (probabilmente in posti di facile accesso alle camere).
Annunci di cambi di giocatori seguiti da annunci pubblicitari letti immediatamente dallo stesso presentatore.
Nella pausa quindici minuti di mariachi offerti dalla birreria, con diverse dozzine di partecipanti sul campo, un tappetone pubblicitario steso, e le ragazze con gli stendardi parati.

Come spettatore si guadagna molto. Non tanto come visibilità, perché in televisione si vede tutto chiaramente, e sul posto no.
Ma si guadagna l'audio completo. Si ascolta cosa dicono i cori. I nomi dei giocatori che scendono in campo vengono letti con distanza di vari secondi l'uno dall'altro, cosi i tifosi possono commentare in coro con la parola "Puto".
Poi durante il gioco scandiscono spesso "Culero" e altre parole esplicite e chiare.

Il servizio di bevande, birre, dolci, pizze, panini, salcicce è ben organizzato. I venditori passano spesso e nessuno muore di fame o sete.

I padroni di casa sembrano amare il veicolo medico elettrico che ritira i feriti dal campo di battaglia.
Lo hanno fatto chiamare mezza dozzina di volte, e credo che quattro giocatori perlomeno si sono fatti dare il passaggio per uscire dal campo.
Degli avversari ospiti invece nessuno ne ha avuto bisogno. Non mi è sembrato comunque che fossero più resistenti o più brutali.

Dopo la partita, finita verso le dieci della notte, davanti allo stadio ci si poteva riunire a saltare alla musica di un DJ allestito per complementare lo spettacolo. Non so se come "rimborso" ai tifosi della squadra perdente, oppure per festeggiare i vincitori.
Erano presenti dozzine di autobus gratuiti per i cittadini spettatori.

Prima di andarci ricordai una breve conversazione sostenuta molti anni con un amico.
Stava conducendo la sua automobile ed eravamo in viaggio ad una fiera.
Siccome il fine settimana aveva un biglietto per assistere al gioco della sua squadra (il Bayer Leverkusen), mi chiese se a me davvero non interessava il calcio.
Ci pensai su qualche secondo e poi gli risposi onestamente, che mi interesserebbe uno studio sul vocabolario e la comunicazione de cronisti sportivi nel passar del tempo.
Girò la testa scioccato e mi fissò esclamando:
"Tu sei matto!"

Ma non è vero. Sono solo alieno.