lunedì 28 aprile 2014

Influencing è tutto!

Non sto scoprendo l'acqua.
Raccontare la storia umana aveva un fine principale: Influencing!
Per una ragione molto semplice: Perché la comunicazione umana ha questo come obbiettivo principale.

Berlusconi ha un elettorato consistente, perché ha un apparato di influencing notevole.
La sinistra ha fatto storicamente "influencing" attuando la dottrina, che la funzione dello Stato è provvedere. (Distribuendo pesci insomma!)
E Casaleggio ha preceduto Berlusconi su un nuovo campo, limitato ma esteso, sul quale influencing è pressocché invisibile, ma molto efficiente, affiancato da Grillo, che lo fa nella maniera più antica.

La riflessione si ferma tutta qui.
Non mi pare che ci sia da aggiungere molto.
Mi pare invece, che la democrazia diretta partecipativa RESPONSABILE non combina con l'influencing.

E se il "sogno" di Casaleggio è una democrazia diretta partecipativa, dove la partecipazione è diretta e orientata tramite influencing (e poi ovviamente dirottata da lobby), l'utopia grandiosa che si presentava con Dario Fo si riduce a una traduzione dello stato delle cose alla rete, con "perdita" di sfumature. Ma è un trasloco a uno spazio oscuro, non illuminabile per completo, e pieno di "opportunità" per quelle "virtù" umane che hanno fatto la storia ignobile della specie.

Prosaicamente allora "Gaia" è la "visione, che la tecnologia delle comunicazioni ci permetterà di fare  politica in modo individuale e partecipativo.
Ma saremo manipolati dai Casaleggio.
Sarà la novità dello strumento nuovo.
E rimarrà, che come specie lo strumento cervello che abbiamo da milioni di anni non ci piace per costruire e fare scelte razionali.

I Berlusconi, Grillo e Renzi ci offiranno una poltiglia indefinibile chiamata soluzioni, e i tecnici orchestreranno il nostro consenso.

La buona notizia è che l'influencing non funziona con tutti.
Perché l'astensione non viene promossa da nessuna lobby, e siamo spesso il maggior partito!

Tutto ribolle

Caro Heraclito,

alla tua teoria della relatività devo fare una piccola appendice:
Forse avevi ragione che tutto scorre, ma se si fa cornice sul comportamento umano, i personaggi di Tucidide (che rispetto a Erodoto li presenta elaborati, ma meno ritoccati) sembrano attuali.

Purtroppo non penso a evoluzione, e neanche a entropia:
Il comportamento umano in società non è molto ampio e si ripete.
Ribolle.
Termine di comodo, non esatto.
Ribollire fa pensare a un rimescolamento. Alla cottura e frammentazione. Alla reazione fra le parti formando qualcosa di omogeneo.

Dei ruoli, reazioni, relazioni tra individui e gruppi nella società umana, ve ne è una quantità limitata "preferita" e costante.
È quello che scaturisce dalla psicologia individuale, dagli istinti e dalle reazioni emotive preponderanti.

Configurazione che può essere gestita nell'interesse sociale in gruppi piccoli, ma che in quelli maggiori rimane ignorata perché l'individuo per attecchire socialmente deve essere "inserito", con ranking e funzione.

La tendenza al ranking e alla funzione è innata, e viene soddisfatta da società alternative, come le religioni e le sette, le tifoserie, etc.

Quello che ritorna e si rifà, è la natura sociale della specie.
Non è una cosa che si frammenta, e siccome fino ad oggi nessuno ha ideato una società fondata sulla natura umana, ma costruita in modo tale da essere equa senza opprimere nessuno, ritornano i modelli o schemi di interrelazione. Le associazioni per avvantaggiarsi, il parassitismo, la dominazione.


Inchini al potere

Ho letto il testo sull'affidamento ai servizi sociali di Berlusconi.
Sembra "Le antichità giudaiche" di Giuseppe Flavio che contiene dei passaggi generalmente considerati apocrifi, possibilmente inseriti da Eusebio di Cesarea.

L'affidamento ai servizi sociali di Berlusconi si giustifica interpretando il pagamento di 10 milioni di Euro (tasse evase nel periodo 2002-2003 più interessi, quando il testo afferma che l'evasione si protrasse per un ventennio!) e la richiesta dell'affidamento ai servizi sociali come chiari segnali di riadattazione sociale.
Il testo non può ignorare tante dichiarazioni rilasciate da Berlusconi, che invece indicano il contrario.
Per questo le reinterpreta, affermando che Berlusconi le fa per senso i responsabilità verso i suoi elettori (insomma, per evitare che ci rimangano male e si deprimano).
(La spiegazione e l'ironia sono mie!)

Il paragrafo sembra l'interpolazione delle antichità giudaiche (mi riferisco ai due passaggi dove Giuseppe definirebbe Gesù come il Messia), in quanto dopo tanto di relazione sul delinquere e i diversi processi, e non tralasciando l'attitudine ostile verso la magistratura che è chjaro segno, che non accetta la sanzione, qualcuno gli attesta volontà di redenzione e giustifica pure le sue uscite come misure di cura emozionale degli elettori!

Bontà condivisa da Napolitano e Renzi, che "rispettano" il peso dell'elettorato di Berlusconi ma ignorano il peso eguale dell'elettorato di Grillo.

Non resta che concludere, che non si tratta dell'elettorato, ma dei poteri sostenitori e sostenuti, dei quali Grillo è privo.

sabato 26 aprile 2014

La democrazia soggetta

Sul blog di Grillo è popolare, molto popolare, accusare Renzi, Napolitano, i parlamentari entrati col Porcellum, di non essere stati votati democraticamente.

Non ho dubbi, che Grillo sa molto bene cosa è la democrazia.

Deve saperlo anche Berlusconi ...

Eppure i due gestiscono il partito allo stesso modo, cioè
da padroni.

Almeno Renzi, per dirigere, si è dovuto far votare.

Il più intoccabile è Grillo.
Nell'ultimo atto ufficiale (quello della multa di 250,000) è dichiarato il capo del partito.
La differenza tra parlamentari comprati che votano anche la parentela di una marocchina, e parlamentari qualunque soggetti a due controllori e a multa quale sarebbe?

Casaleggio e Grillo usano meccanismi decmocratici, come la democrazia diretta di cellule organizzate, per presentare un progetto etichettato come ultrademocratico, ma in fondo impongono la loro linea nei temi che reputano cruciali.

Per esempio:
I candidati alle Europee sono preparati per chiedere gli Eurobond.
E se questi vengono rifiutati, devono chiedere il referendum sull'Euro.
Un percorso velocissimo ...
Velocissimo davvero, perché chiedere gli Eurobond richiederebbe fare lobbying tra i gruppi parlamentari, cosa che richiede dialogo con altri partiti ...
... una pratica peccaminosa che condurrebbe allo sfiduciamento!

Potrebbe addirittura indurre a capire perché Merkel li rifiuta. ( I tedeschi non sono disposti ad accollarsi ancora più debiti contratti da altri paesi. Mi sembra una attitudine logica. Non credo che gli italiani vorrebbero fare da garanti - e poi pagare - per debiti contratti da un paese fallito (tipo Sudan o Nigeria - senza offesa) dove i politici di turno ripuliscono le casse e favoriscono gli amici.)
E allora dovrebbero cercare vie alternative, molto più impegnative delle idee semplicistiche (e sperimentali) scaturite dai cervelli di Casaleggio e Grillo.
L'uno troppo distratto nell'"influenzare" con tattiche web gli internauti, l'altro nell'ideare le batttute e i nomignoli perfetti.

Fatto sta, che la democrazia diretta 5S è intermittente. Funziona laddove non tange le idee di Grillo e Casaleggio. Non crea personaggi, ma i personaggi ci sono, e sono due. Esterni, non soggetti a voto e non soggetti a recall.
Che poi si fanno interpreti della volontà della base (per caso dal casino di posts caotici del blog? e comunque evitando scrupolosamente le consulte!) per indicare agli eletti le strategie e le scelte per specifici temi politici, e ovviamente "per conto dei votanti" li tengono al guinzaglio.

Manca la nipote di Mubarak.
Grillo, sebbene più giovane di una dozzina di anni, non è "frivolo".

giovedì 24 aprile 2014

Regole M5S prima del maquillage

Il M5S mi ricorda altri tempi e altre chiese.
E come allora, sento il bisogno di schiarire l'orizzonte.

Il "caso" Pizzarotti viene discusso dimenticando di chiarire quali sono le regole reali del M5S.
Sono semplici, ma per via delle decorazioni volute da Grillo e Casaleggio, che non possono rinunciare allo status democratico, si fa parecchia confusione.

Il Movimento 5 Stelle è organizzato in gruppi locali (o in rete, se si tratta di circoscrizioni estere dove gli iscritti sono distanti tra di loro), dove vige la democrazia. Uno vale uno.
Oviamente ci sono quelli che sono più in sintonia, e quelli che lo sono meno.

Su questo si innestano Grillo e Casaleggio.
Uno è quello che fa i peli alle altre forze politiche e vende il suo M5S come soluzione migliore.
Per tale immagine è sufficiente chiedere due soli requisiti:
1) Non avere processi penali.
2) Rinunciare a una parte dello stipendio.
Sono due manovre mediatiche (la prima completamente ragonevole, e condivisibile) che elevano i cndidati totalmente ignoti su un piedistallo rispetto a quelli degli altri partiti, generalmente invischiati nella rete di potere e interessi che li permeano.

Il terzo punto, quello del massimo di due mandati, non è mediaico. Ironicamente, Casaleggio e Grillo sono riusciti a farlo accettare internamente, perché aumenta la speranza degli attivisti di ottenere un mandato se è obbliatoria la rotazione.
E da li lo si vende come garanzia che il M5S fa politica pulita.
Cosa che può essere vera, ma che garantisce che il tasso di incompetenza e inefficienza sarà alto. (Forse uguale a quello degli altri partiti, ma la "soluzione" non rende il M5S più competente, anzi lo azzoppa in continuazione).
Il vero scopo dei due mandati, che possono anche ridursi, come si vede dal caso dei Senatori e di Pizzarotti, è che Grillo e Casaleggio vogliono la forza politica anonima, dove l'unico visibile e presente è Grillo, e dove la strategia la fa lui con Casaleggio, senza che ci si mettano altri.

La democrazia diretta del Movimento certamente non è un male. Laddove decidono persone interessate a cose che li riguardano) e riguardano il loro ambiente e territorio.

Esttamente questa è l'immagine che Grillo e Casaleggio vendono per ottenere voti!
Ed è quello che gli attivisti confermano, o perché non hanno notato incongruenze, oppure perché sorvolano per amore verso la causa.
Esiguo il numero di attivisti che invece criticano l'innesto a livello di controllo operato da Grillo e Casaleggio. Come tipico delle sette (gli apostati sono sempre una cifra percentuale annuale piccola!)

L'incoerenza è finalmente visibile grazie alle interviste e alle dichiarazioni rilasciate da Grillo e Casaleggio, e a quello che si vede dal blog.
La libertà concessa è stata:
- Ascoltare uno specialista per definire i punti di una legge elettorale.
Risultato: Una legge che obbliga a coalizioni.
Che comunque non è importante strategicamente per Grillo e Casaleggio. È chiaro che in Italia la maggioranza vuole una legge che assegna la maggioranza a una forza politica del 37%, e fare una proposta giusta fa guadagnare punti, ma la legge migliore è quella che permette di arrivare al potere senza avere la maggioranza.
- Scegliere un pesonaggio per la Presidenza.
Non c'era da aspettarsi cattive sorprese, tipo attrice pornografica, e quindi c'era da affidarsi al buonsenso degli attivisti iscritti (ripeto: In generale gli attivisti sono affidabili se lasciati liberi!).
- Prodigarsi nel leggere proposte di legge e commentare (commenti che al 90% non servono a niente, se non a costruirsi un curriculum di "impegno" o a lanciare idee strampalate).
Buona iniziativa, che poi rivela gli immensi limiti rappresentati dalle masse che si lanciano in quantità su spazi aperti.
Da immaginare con 10 olte più partecipanti! Sarebbe un immondezzaio tremendo di testi, dove nessuno vorrebbe perdersi per andare a cercare i pochi testi coerenti e utili.

Non è invece stata concessa per "confermare" o ratificare la linea politica di non cooperae e formare maggioranza, con un piano di governo che permetta la realizzazione di punti voluti dal M5S.

E c'è stato abuso nel chiedere di ratificare una scelta di espulsone in blocco, senza fornire materiale e permettere spiegazioni e giustificazioni (un tribunale virtuale che di democratico non ha niente. Somiglia più al linciaggio che a un giudizio!)

Molto da notare invece i pesanti e grandi "silenzi" voluti da Grillo e Casaleggio.

L'immagine che si da è che gli attivisti definiscono democraticamente le proposte, e Grillo e Casaleggio vigilano per controllare la dissidenza, e estirparla specialmente se comincia ad avere attenzioni mediatiche.
I silenzi e l'anonimato voluto invece mostrano un panorama diverso:
L'organizzazione e le regole di Grillo vogliono azzerare il contrasto con Grillo e Casaleggio.
Le grandi linee (poche ovviamente) sono il vero progetto dei due. E sono volontà che si scontrerebbero con le critiche, per cui non possono essere proposte. Devono essere attuate quando le critiche non fermano l'attuazione, ovvero quando il movimento decide da solo come forza di governo.

Chi accusa Grillo di voler essere la star non lo capisce.
Grillo fa lo show, ma ha in comune con Casaleggio che la priorità spetta al progetto.
A quello fanno scudo e lo proteggono (sottraendolo al dibattito).

Il M5S è un veicolo per raggiungere lo scopo definito da Grillo e Casaleggio.
Per questo sono ingombranti e frenanti quelli che fanno radici e catturano l'attenzione degli elettori, dando volto e parole proprie, quando l'intenzione è di raccogliere consenso ovunque per fare il cambio epocale della democrazia.

E per questo, personaggi come Taverna, Di Battista e Di Maio sono anche apprezzati. Perché duplicano Grillo e Casaleggio come divulgatori, ma non fanno considerazioni che vanno contro la strategia (dialogo con altri è strategicamente impossibile. Assieme ad altri non è possibile realizzare la democrazia diretta senza discussione, adottandola in fase presperimentale per sostituire la demorazia rappresentativa.)

Se le regole fossere sincere, il caso Pizzarotti sarebbe facile da risolvere:
Chiunque esprime visibilmente dubbi sulle strategie di grillo e Casaleggio è automaticamente "off the movement", che è inteso nel senso che gli si vuole togliere ogni visibilità (rinuncia mandato e oblio politico). I "portavoce" devono facicchiare, guadagnare medaglie e buoni per il M5S, e rimanere anonimi.

mercoledì 23 aprile 2014

Il Movimento Inquisitorio

Come promesso, sono andato a cercare i numeri:

Alla prima consultazione per la legge elettorle (proposta M5S) i partecipanti sono stati 32.847.

Alle votazioni M5S  per i candidati al Parlamento Europeo hanno partecipato 35.188 iscritti.

La logica dice, che trattandosi di una votazione con interessi personali (sostenitori dei candidati), il numero sia stato davvero alto.

Ma sorprendentemente, mesi prima, quando si doveva confermare l'espulsione voluta da Grillo dei quattro senatori, i votanti "furono" 43.368!

Ora, o il Movimento si appassiona quando si tratta di castigare, anche per leggerezze, e per ironizzare su Canetti (Masse und Macht. Non ricordo bene, se menziona una Hundemeute, caso in cui non faccio neanche ironia, e lo cito solamente!) il M5S è una Massa Inquisitoria (che si riunisce per la caccia alle streghe), oppure Casaleggio ha fatto lievitare i numeri.

Che ha un cattivo carattere lo sappiamo ...
Provoca per questo il sorgere di cattive impressioni.

martedì 22 aprile 2014

Lo stile del leader

La terza cosa che noto è lo stile di Casaleggio nel trattare "con" Pizzarotti.

Casaleggio s'intende di comunicazione e mezzi di comunicazione.
Anche se da poco Grillo è ufficialmente il capo del Movimento, la via che Casaleggio sceglie per trattare critiche a personaggi del movimento ...

no, non è l'incontro e la telefonata!

È l'intervista. Come dicevo subito, la decisione è stata presa in alto, Grillo e Casaleggio hanno fornito qualche motivo (deboli, come sono stati deboli quelli per l'espulsione degli altri in precedenza), e l'azione consiste in chiamare i lupi senza volto che faranno il lavoro sporco.

O Pizzarotti non resiste al bullying indetto da Casaleggio e si ritira, oppure si procede fino al voto che generalmente asseconda la volontà dei capi.

Ho un piccolo sospetto:
Le candidature al Parlamento europeo sono state votate da meno iscritti che le espulsioni dei senatori.
Lo verificherò. Nel caso fosse vero, i voti per le espulsioni sarebbero molto sospetti!

La caccia alla Pizza

Il secondo aspetto dell'intervista di Casaleggio è l'apertura ufficiale della caccia a Pizzarotti.
Con uno strano pretesto giustifcatorio: Il recall.

Il recall ha i suoi limiti e le sue regole.
È inammissibile che una maggioranza usi il recall per togliersi di torno personaggi troppo preparati dell'opposizione.
Ed è particolarmente strano, che il leader permanente di un partito, non soggetto a votazioni, non soggetto a recall, indica il recall di un sindaco.

Se è democrazia diretta all'opera, equivale alla presentazione di Windows 95 (crash in diretta).

Visto che Casaleggio è il teorico, e conosciuta la teoria, che consiste di vincolo di mandato, multa e scomunica dall'alto, la faccenda del recall è senza dubbio una giustificazione superficiale per spiegare il fenomeno delle purghe indette da Grillo e Casaleggio.

E dice molto il fatto che Casaleggio smerita chi è eletto.
Dice chiaramente, che gli eletti sono insignificanti, perché chi dirige è l'elettorato.
E in un certo senso, si deriva, che nel momento in cui qualcuno acquista visibilità, si pone in posizione di altissimo rischio.
Bastano poche affermazioni non gradite, e scatta l'operazione "azzeramento".

Le cavie democratiche

L'intervista del Fatto Quotidiano a Casaleggio contiene tre aspetti interessanti.
Cominciamo dal primo:

Casaleggio ha un cattivo carattere ...
... ci sono cose sulle quali non ha intenzione di rispondere esaustivamente,

e sulla democrazia diretta ammette, che quello che si vede non è impressionante, perché "stanno facendo sperimentazione".

Non mi ripeterò, e chiedo solamente:
Se la democrazia diretta non è stata prima progettata a fondo a tavolino, come fa Casaleggio a sapere, che è funzionale e che è migliore della democrazia rappresentativa nel bilancio vantaggi/svantaggi?

Posso dare una risposta io:
Se Casaleggio sperimenta, e non ha esempi dai quali imparare, è altrettanto valida la critica che io faccio alla democrazia diretta da un paio di anni!

mercoledì 16 aprile 2014

Il cavallo di Musil

Robert Musil comincia "L'uomo senza qualità" citando una notizia della sezione sportiva di un giornale, dove un cavallo di corsa viene definito "geniale".

La cosa gli sembra un allarmante segnale di decadenza culturale e premonizione di grandi sventure alla civiltà umana.
Siamo nel 1913.


Il modo di esprimersi di Grillo, copiato da centinaia di migliaia di italiani, e difeso a spada tratta, anche quando Grillo non ha la sensibilità di lasciar stare ogni riferimento all'Olocausto per etichettare lo scenario politico italiano (e poi insiste e conferma che è privo di sensibilità!) ...

a me ... davvero e sinceramente ...
non è segnale di decadenza e sventure, ma solo e semplicemente della "genialità" di Grillo.
Riconosciuta e celebrata da migliaia.

giovedì 10 aprile 2014

Die geangelte Masse

La specie umana è socialmente attrezzata per vivere in gruppi piccoli.
Per la gestione di quelli grandi, è necessario grande dispendio di energie, logistica, e regole.

Sono tentato a ripetere la frase.
È molto utile farlo.

Siamo degli esseri che riescono a gestirsi e a gestire rapporti in una società sufficientemente piccola, nella quale tutti si conoscono.
E basta.

Ripeto:
Li è la fine, davvero la fine, delle nostre capacità istintive.

È il limite.

E da li che facciamo interpolazione, se ci troviamo in società più grandi.

Già nella società gestibile abbiamo personaggi di riferimento, i capobranco. O mediatori.
Quale sia la funzione che occupano, sono quelli che si occupano delle relazioni appena si deve trascendere il livello normale e paritario.

D'obbligo ora contraddire Grillo:
La democrazia diretta non è un sistema naturale.
A livello di piccolo paese è una cosa lodevole, ma non corrisponde affatto al modo in cui l'essere umano ha gestito la convivenza in passato.

Casaleggio e Grillo pero ci presentano la democrazia diretta come novità.
Cioè come una evoluzione della nostra forma di società.
Ma ... pensandoci bene, non è nessuan evoluzione, perché evoluzione presuppone che sia l'organismo che sviluppa varianti e cambia modi, non che a tavolino gli si prepari un nuovo abito sociale, e lo si induca a usarlo.
È corretto, per ora, di parlare di progetto utopico.
Ed è bene farlo, perché Grillo e Casaleggio con gli atti mostrano, che il loro modo di trattare le masse è arcaico.
Non è minimamente "evoluto"!
Usare la rete, per fare leva con alcune dozzine di persone per "influenzare" le masse è una tattica manipolativa che non ha nulla di democratico e "moderno" in senso sociale e psicologico.
La democrazia diretta richiede partecipanti maturi, non influenzati.

Se invece, come dimostrano i fatti, gli ideatori della democrazia diretta nella pratica la usano come etichetta di vendita, ma a tutti gli effetti dirigono opinioni, voti e pompano le parole d'ordine e gli slogan, il futuro di Gaia è solamente una variante delle società fantasiate da Huxley, Orwell o Bradbury,

mercoledì 9 aprile 2014

Identificazione

È molto sottavalutato (specialmente ora, che il "trend" è parlare di autodeterminazione) il fenomeno dell'identificazione dell'elettore con l'eletto.

Generalmente non ho l'ambizione di essere completo.
Così anche oggi non lo sarò, e mi limiterò a scrivere solo su quello che ha catturato la mia attenzione, lasciando il resto a tempi futuri.

Come sapete, frequento virtualmente il mondo del M5S.
Lo osservo e cerco di capirlo, specialmente dalla premessa che io non posso amalgamarmi per insoddisfacente qualità logica e mancanza di pluralità.

Probabilmente l'elettore vota Grillo e non i candidati.
L'identificazione sarebbe quindi con Grillo.

Che qualità ha Grillo, che potrebbero rispecchiare l'elettore, o sembrargli desiderabili?

- Grillo ha ragione.
Si fa ragione. Ci riesce, evitando il dialogo, il confronto (con l'alibi che i media fanno distorsione. Pretesto fino ad ora efficace.)
- Grillo ha autorità.
Non permette alternative o dubbi.
Le sue soluzioni quindi sono "autorevoli".
- Grillo è sicuro.
Niente tentennamenti, bilanci di pro e contro, compromessi.
- Grillo è indipendente.
Cominciando dal rifiuto di riconoscersi in una direzione politica.
Secondo alcuni apologisti, è postideologico. Quindi anche moderno! Sarebbe come ... il progresso in politica.
Lo conferma, tagliando con tutti.
-  Grillo è l'evoluzione, il futuro.
Non è necessario nessun argomento fondato per provarlo. Basta essere diverso, ed essere coerente nel non voler "continuare", ma rompere.
- Grillo, se in maggioranza, sarà il Terminator del mondo cattivo.
Credo che ci sia parecchia gente con sete di distruzione.
Indicativo il vocabolario del mondo satellite a Grillo. "Distruggere" è molto comune, e gli "eroi" dell'unverso M5S vengono continuamente celebrati come "distruttori" di altri.
Credo che il vocabolario sia intenzionale, e l'uso serva a stabilizzare e consolidare la cerchia di sostenitori.
- Grillo impersona la causa.
Non c'è distinzione fra la persona e la causa. Anche le epurazioni vengono viste come parte del progetto, che richiede massima coesione, e quindi rinuncia al giudizio autonomo.
- M5S permette il perfetto sado-masochismo.
Come anche nei fascismi, chi si trova nei livelli più bassi ha il potere di terminare qualsiasi personaggio deviante. Ed essendo obbligatoria l'uniformità di volontà e esternazioni pubbliche, i criteri per occupare cariche possono essere soddisfatti da tutti.

L'ho già detto e lo ripeto:
Non credo affatto, che la maggioranza dell'ettorato M5S si ritrova le sopraddette caratteristiche.
Chi vota comunque è perché preferisce ignorare gli aspetti preoccupanti, perché preferisce selezionare due criteri positivi, o perché pensa di capire tutte le proposte, e le considera coerenti.

Per dirlo con una sola frase e rimanere in tema:
La maggioranza degli elettori M5S non si identifica con Grillo.
Si tratta quindi di un gruppo, che non è legato, e che prima di votare fa una scelta e prende una decisione.

Li troveremo!

Il povero Renzi, per trovare i fondi per elargire 80 Euro mensili in busta paga, ha faticato parecchio.
E soddisfatto annuncia di averli trovati.

Immagino un governo a Cinque Stelle.
Di maggioranza ovviamente!

Per mantenere la promessa del reddito di cittadinanza, chiederà prima di uscire dall'Euro, per pagare il reddito in moneta nazionale.
Visto che la Costituzione non permette il referendum per l'uscita, sarà dichiarato indispensabile cambiare la Costituzione e il sistema politico (di passata alla democrazia diretta).

Così per offrire una fava, ci si farà consegnare due piccioni.

martedì 8 aprile 2014

Auguri

Auguri a mia mogle, che non sa neppure che scrivo un blog, per il suo compleanno!

Non so voi, ma non rimpiango affatto essere stato sposato :)

sabato 5 aprile 2014

Il mio partito ideale

non esiste ancora.

Altrimenti non sarei astensionista.

Ma una volta che ho passato la maggior parte della vita da astensionista, l'astensione, anche se ci fosse il partito virtuoso, la devo vedere rispettata.
Como da tempo sapete: Perché aiuta a migliorare la democrazia, se se ne tiene conto.

Il mio partito ideale quindi comincia proprio dall'astensione.
Si farebbe garante di promuovere la tutela e divulgare il concetto, che ignorare e rubare il voto di chi si astiene, è un'offesa grave ai diritti umani.

La seconda cosa che mi aspetterei da un partito fatto a misura per me ...
no, non è il famoso progetto per rifare l'amministrazione pubblica :)

è la "visione" del mondo dalla quale partono le iniziative e i ragionamenti.

Uno che fa giochi mentali come Casaleggio con Gaia, secondo me non è una persona psicologicamente e socialmente matura.

La visione del mondo non e un film gradevole.
È quello che si dedurrebbe da un Documentario che non tralascia niente (o possibilmente niente).

E lo scopo non sarebbe in primo luogo quello di migliorare i cittadini.
Se una cosa simile sia possibile lo dubito molto.
Forse. E per il forse puntiamo su una educazione migliore, e che includa intense attenzioni psicologiche ai giovani.

Ma il punto di partenza è la realtà. Composta da gente che prende le decisioni che fanno l'Italia attuale.
Da rendere chiaro al massimo: L'Italia di oggi è il risultato delle decisione prese e evitate da tutti i cittadini assieme.
Altrettanto chiara la negazione: L'Italia di oggi non è migliore proprio perché la maggioranza delle decisioni prese non la vogliono migliore.

Mi faccio una domanda molto stupida;
I beneficiati dal clientelismo, quelli che hanno ottenuto l'impiego pubblico, non sono affatto la maggioranza.
Quale è la ragione che spinge la maggioranza a credere, che il governo del favoritismo conviene?
Mancanza di perspettive, di orizzonte, di "fantasia", di conoscere paesi dove le cose funzionano molto meglio senza l'ossessione per il favore e la raccomandazione, nonché la furberia?

Faccio domande. Le risposte non le conosco, e se me le dessero, non le prenderei per verità sicura.
Penso invece, che è già sufficiente usare la conoscenza della realtà per sviluppare piani di azione. Tendenti a usare i gruppi di interessi diplomaticamente, e bloccando quelli illegali tenendo conto delle strategie usate per aggirar i controlli e le sanzioni.

Non credo a nessuno, diffido anche delle mie idee, ma riconosco, che la necessità di creare l'alternativa bilanciata è grande, e che vi vorrei partecipare.

martedì 1 aprile 2014

Colpa della Costituzione! A morte la Costituzione!

Gli italiani, tutti, hanno un vizio tremendo e permanente:
Se qualcosa va male, ce lo hanno nel sangue di alzare la mano, stirare l'indice, e trovare da qualche parte chi o cosa è il colpevole!
Perché poi ovviamente basta avere sufficiente potere, per ribaltare la situazione!

L'indice è un surrogato della bacchetta magica.
E identificare il colpevole è altrettanto atavico: È farsi padroni perché si conosce il nome (Rumpelstielzchen e Golem).

La cattiva notizia è che nessuno si salva!
Chi pensa, che Grillo e Casaleggio siano diversi, o non vuole vedere, o non vuole ammetterlo.

Il colpevole da anni era la Costituzione:
Berlusconi vuole degradare il potere giudiziario a ancella di quello politico. Fastidiosi infatti i magistrati che danno addosso ai politici.
Sapendo di se stesso, che è il Messia (il geniale Razzi lo ha riconosciuto!), puro e libero dal peccato, venuto a salvare il paese altruisticamente, dando il meglio della sua vita, non può che rendersi conto, che i magistrati sono delle carogne malvage al servizio dei poteri oscuri.
Tipo Voldemort e la Sinistra.

Altrettanto profonda, e condivisa da moltissima italiani, è la scoperta di Renzi:
È impossibile votare con i voti ottenuti alle elezioni!

E siccome ai due ci si mette di traverso la Costituzione, eccoli uniti per cambiarla.
Quel parecchio sufficiente per sentirsi realizzati.

Grillo e Casaleggio sottoscrivono che i ritocchi renziani alla Costituzione non vanno bene, perché si rischia una deriva autoritaria.
Ma quando viene fatto loro notare, che rappresentano un pericolo simile, non si degnano neppure a chiedere motivazioni.
La parola facile e concludente è "Vaffanculo".

Purtroppo nello cambio rapido non è stato fatto notare, che Grillo e Casaleggio non sono da meno di Renzi!
Se si vuole fare il cambio da Democrazia rappresentativa a diretta, la Costituzione si deve cambiare parecchio più che quello che vuole fare Renzi. E il cambio di Berlusconi al confronto è una bazzecola!

Si aggiunge, che la democrazia diretta non è un punto del programma e non statuto del M5S. È il "veicolo" sul quale si offrono tutte le proposte ufficiali. Ciòe: Se vuoi i punti del programma realizzati, devi fare proselitismo, e col 50% di voti (grazie a Renzi sarà sufficiente il 37%!) la democrazia diretta si instaura d'ufficio, senza consulta e senza dibattito parlamentare.
Per volontà dal basso, voluta dall'alto.

Ecco, visto cosa sono gli italiani, spero in elezioni anticipate, e al M5S auguro il 38% di voti al primo giro.
Dieci anni dopo, se campo ancora, vorrei Grillo e Casaleggio vivi, a indicarci il nuovo colpevole che ha impedito, nonostante la maggioranza acquisita, di "aggiustare" il paese.
O forse ci diranno, che si vede che l'Italia non aveva la tempra per la perfezione, e che quindi merita il disastro.