domenica 31 luglio 2011

Il nome futuro del presente


Gli intellettuali con un minimo di ambizione tentano di creare etichette che vengano accettate,
per esempio di tendenze, di cose o di periodi storici.
Siccome la storia si può spezzettare a piacimento, l’epoca contemporanea si presta facilmente a tale tipo di giochetti. Se ne prende l’ultimo pezzo da ora a qualche anno fa, e gli si da un nome.
Io non ho ambizioni, ma l’etichetta mi sovviene, come a Leopardi sovveniva l’infinito.
Mettendo su una bilancia ciò che si è fatto in Italia nell’ultimo decennio, pesa maggiormente un accanimento ostinato a raggiungere un certo obbiettivo. Per anni e anni il paese gira in carosello attorno a una necessità, che si riformula e riprende.
L’Italia al carosello.
L'ERA LACCHÈ

Le cose lunghe


Molte cose ci piacciono lunghe.
La pizza e la birra al metro, le svedesi di due metri, i vatussi, i tempi supplementari alla finale del campionato mondiale, le novelas e le soap operas, il naso di Pinocchio, Rocco Siffredi.

Ai Parlamentari e ai Senatori  piacciono i processi lunghi. O meglio, al governo piacciono.
Tanto, che per mettere in vigore questo aggiustamento a una legge ha chiesto il voto di fiducia.
I processi lunghi devono quindi essere di vitale importanza per il governo.
Tanto, che se non si approva, il governo si dimetterà e la maggioranza al potere perderà il potere che invece gli è garantito per altri due anni.
E siccome ai soci al governo piace governare – deve essere in primo luogo per i benefici e per la bontà della mensa parlamentare – hanno tutti accettato con piacere.

I processi lunghi sono un favore ai ricchi.
Sul processo lungo ci punta chi ha le prove chiaramente puntate contro di se, perché pagando arriva alla prescrizione e non può perdere. E così evita condanne, multe e carcere.
È per i ricchi, perché tirarla per le lunghe costa di più, ma è da vedere come un investimento.

Ora l’Italia è il paradiso per gli imbrogli in grande stile.
Se sei ricco, ti conviene reclutare giovani avvocati brillanti, e specializzarli nello stiracchiare un processo.
Poi fai i tuoi affari poco puliti, ti mantengo il processo fino alla proscrizione, e tu fai profitti a palate. Il costo del processo lungo lo aggiungi nel business plan.
Avvocati avviati potrebbero addirittura offrire pacchetti processo lungo.

Insomma: In Italia è felicità per gli avvocati e per gli affari poco puliti. Quelli molto grossi.

In un processo ci sono sempre due parti.
Il processo lungo conviene alla parte colpevole.
Se un ricco frega l’altro, considerando il processo lungo, quello che ha subito il torto o il danno non ha possibilità di ottenere giustizia. Trattandosi di ricchi, prevedo che prima o poi apparirà qualche clausola per salvaguardare i loro interessi, altrimenti qui si faranno solo imbrogli.
Quando invece è la magistratura a fare un inchiesta, in un certo senso la parte che processa è il popolo.
In un senso reale, è il popolo che paga i costi, perché si pagano con denaro pubblico.
Quindi il processo lungo alla fine dei conti vuole dire che anche il popolo spende di più, e al contrario di prima, non ha speranza di recuperare niente.
Il processo lungo quindi, stringendo ancora di più, vuol dire che una maggior parte dei fondi pubblici sarà spesa persa.
(Spenderemo di più in magistrati e si recupererà di meno).

In nome degli italiani quindi il governo ha deciso che si sprecheranno più soldi e i ricchi avranno un privilegio. Con i soldi si piegherà la giustizia.

Alla fine dei conti, per migliorarli i conti, si dovrebbe quindi scegliere tra due opzioni:
1)      Facciamo un censimento dei ricchi che hanno i mezzi per investire nel processo lungo, per tenerli schedati. (Potenziali nemici della società, perché possono tirare a fregarla impunemente).
Si fa anche un preventivo del costo pubblico di un processo lungo. Così sappiamo cosa ci aspetta. E il costo minimo che il ricco dovrebbe sostenere per superarlo.
Quando il processo lungo si presenta, alla prima udienza si propone al ricco di pagare alle casse dello Stato il 70% del suo costo previsto. Se ha rubato miliardi, ci evitiamo di spendere milioni a vanvera, e recuperiamo qualche milioncino.
Per farlo ci vuole ovviamente una legge apposta, ma il nostro governo sicuramente accetterà una proposta del genere, visto che va nella stessa direzione da loro presa, e va un passo oltre. E l’opposizione non potrebbe farci niente.
2)      L’altra possibilità è quella di avere pazienza, e appena possibile abolire la leggina.
Cosa che dipende da te. Se continui come finora, anche l’Italia continuerà uguale.

Considerando l’affluenza al referendum e la chiara risposta a leggi che proteggono dalla giustizia ad alcuni pochi privilegiati, è chiaro che il processo lungo è un sotterfugio per riuscire nell’intento per altre vie e gabbare la volontà popolare.

I tedeschi direbbero che ci hanno mostrato un naso lungo, cosa che potremmo tradurre  come che ci hanno fatti fessi.

Se la nuova cultura a base di media ci ha anche cambiati sotto questo aspetto, c’è poca speranza che l’italiano di maggioranza ne sia risentito.
Per tradizione comunque l’italiano non si faceva fare fesso.
Vedremo!

sabato 30 luglio 2011

Il nome della rosa light

Umberto Eco presenterà tra qualche mese la versione semplificata del suo famoso romanzo.
Apparentemente, per modernizzarlo, ma trattandosi di una persona colta ed intelligente, le ragioni potrebbero anche essere altre.
Forse vuole anche vedere cosa succede. Anzi, sarebbe uno studio fantastico vedere cosa succede e analizzarlo.
Una ragione che escludo è quella che voglia rendere la lettura attraente agli ormai popolari "tamarri".

Forse troverà un nuovo mercato, se lo rifacesse alla Giobbe Covatta, in versione sgangherata, suppostamente comica.

Escludo anche che lo faccia per ricevere un premio Nobel in letteratura, ma forse mi sbaglio.

Il nome della rosa formato bookclip forse.

Clip, breve, tagliato, mostrando pose. Per impressionare, ma non migliore da capire.

Agli eletti gli elettori ideali sono proprio questi: Quelli che si lasciano catturare con slogan e qualche mossa. Molti. MTV comunica, ma è immagine, e il paese non funziona meglio con belle immagini.

Perciò il nome della rosa si deve spiegare. Si devono aprire tutte le pieghe e far luce su tutte le pagine.
Tagliuzzare e semplificare può servire, ma il dettaglio rimane importante.

Se chiediamo meno corruzione, dobbiamo partire dalla corruzione attuale, identificare come funziona, escogitare un metodo per farne a meno senza lo scontro diretto (nello scontro col potere perde la parte più debole, e in una democrazia corrotta spesso è chi il potere non lo ha).
Per cui, in tutto quello che si fa, bisogna pensarci in molti.

venerdì 29 luglio 2011

L'evoluzione

Voglio consigliarti la lettura di diversi libri, ma lo farò in un prossimo articolo.
Ora voglio solo esporre un'idea tratta da un libro di Daniel Dennett, un filosofo evoluzionista.
Dennett descrive l' evoluzione biologica dal punto di vista logistico e organizzazionale. Ma lo stesso vale anche per l'organizzazione di una società.

Sono stato il fondatore di tre ditte e ho avuto in tutto sette soci.
Posso con assoluta certezza riferire quale convinzioni mi porto da queste esperienze:
- Se nella società si fanno i propri interessi, chi ci rimette è la società.
- Se si fa brainstorming, ovvero si fanno fermentare lee idee in discussioni aperte, il risultato sono progetti impressionanti e motivazione.

Come su tutto, c'è da approfondire.
In una società (azienda) con diversi soci, ogni socio ha una certa fetta di potere.
È sufficiente che un socio, anche con relativamente poco potere, abbia interessi occulti propri e sia sufficientemente abile per macchinare, e il risultato sarà che il successo dell'azienda sarà una corsa agli ostacoli (a quelli estern isi aggiungeranno quelli interni, più insidiosi quando non sono identificabili).

Anche un libro vecchio come "La guerra del Peloponneso" di Tucidide è una lettura estremamente interessante.
È uno spaccato su come anche in democrazie gli interessi individuali riescono a prevalere sugli interessi della maggioranza e rovinare la cosa pubblica, a scapito di tutti.

Rifacendoci a Dennett, la realtà è quindi, che ci sono due forze in azione:
Una è quella che lui descrive, di costruzione e evoluzione, che sofistica sempre di più e crea strutture o ingegnerie impressionanti.
L'altra è la creazione/costruzione depredatoria di individui.
La speranza che l'interesse egoista sparisca, lo lasciamo ai film di Disney e agli esoterici.
Ma possiamo limitarne la superficie di attecchimento organizzando la società in modo tale, da lasciarle meno spazio.

Se sono io a desiderarlo e averle l'intelligenza di immaginarmi modi per farlo, ce ne saranno miglia di altri con le stesse capacità nel nostro piccolo mondo, no?

giovedì 28 luglio 2011

Possibilità reali

Facciamo un inventario.

Chi siamo: Gente comune, con idee diverse, che conosce solo a poca altra gente, che non ha migliaia di fans.
In comune probabilmente abbiamo che se ci fosse la possibilità di migliorare qualcosa, daremmo il nostro appoggio, sempre che non costi soldi.

Non ci vuole molti di più!
Ci vuole un collegamento a internet. Se siete assidui di facebook o twitter o cose simili, il tempo lo perdete già in abbondanza.
Nel nostro inventario c'è anche il sistema elettorale italiano.
Niente di spaventoso come in Messico, dove ci sono otto partiti e una legge che impedisce la formazione di nuovi partiti.
La strada c'è e si può usare facilmente per aprire tutte le finestre e tirare fuori la polvere e buttare via la zavorra.

Quindi ripetiamo:
Siamo in rete. Possiamo fare due cose: O partecipare alle discussioni (in modo costruttivo) per arrivare a proposte, oppure andare a caccia di adesione.
Ti chiedo di partecipare con una delle due attività.

Il mio primo progetto (di minimo comune denominatore) è:
Il potere di governo e i fondi ai partiti sono da ridurre. Tutte le astensioni e voti nulli contano.
I politici governano solo con i voti che hanno realmente ottenuto, e ricevono rimborsi solamente in proporzione diretta ai voti reali ottenuti.
Mi spiego:
Astensione = riduzione di potere e riduzione di denaro. Il denaro va a progetti sociali.
I seggi in parlamento si assegnano in proporzione ai voti, senza rubare quelli delle astensioni.
Se Camera e Senato sono 650 seggi, con una astensione del 40% se ne occupano solo 390. Gli altri rimangono vuoti, non si pagano stipendi, etc., ma il governo può governare comunque.

L'intenzione è solo in parte anarchica. La vera intenzione è di creare il vuoto, ovvero un mercato per politici diversi.
Se non ci piacciono, non li votiamo, e risparmiamo! Così abbiamo perlomeno la speranza che la gente seria e responsabile cominci ad affiorare. (Il sistema attuale è collaudato per le cricche!)

Como si raggiunge:
Si crea il partito degli astensionisti, puntando sulla speranza che su quello riusciamo a metterci d'accordo in molti. Il partito avrà lo scopo di rendere automatico la canalizzazione dei rimborsi ai voti astenuti a progetti sociali (educazione, vecchiaia, etc.) e  ridurre i seggi pagati. Una volta ancorato in legge tali richieste, il partito si scioglie.

Nel frattempo in tanti avremo la possibilità di ripensare le cose e ci saranno nuove proposte (sia da partiti esistenti, sia da partiti ancora non nati).
La mia seconda proposta è la democrazia ricostruita in rete da discussioni libere a tutti.
E la terza proposta 1e tecnica: Riprogettare tutta l'amministrazione pubblica, dall'A alla Z. Fuori dall'Italia, preferibilmente in modo tale da servire a molte altre nazioni, così si dividono i costi.

Le mie carte sono già tutte scoperte.

lunedì 25 luglio 2011

Linneo al posto suo

Molti animali hanno una memoria "prenatale".
Senza impararlo da se, sanno che certe caratteristiche di oggetti li rendono pericolosi.
Sono caratteristiche dei loro predatori.
Per cui riuscite a spaventarli, se per esempio avvicinate a una certa velocità un oggetto peloso a una gallina, che entrerà in panico credendo sia una volpe.

Noi umani non abbiamo una programmazione simile.
Nel senso, che se ci sono, sono pochissimi i dati coi quali veniamo al mondo, e in cambio abbiamo uno spazio memoria e apprendimento molto esteso.

Già al secondo anno di vita cominciamo a dare nomi alle cose e a distinguere categorie e relazioni tra di esse.

Chi insegnò a farlo sistematicamente per piante e animali fu uno svedese.

È praticamente un lavoro simile alla contabilità, o alla raccolta di termini e parole in un dizionario.
E lo facciamo troppo spesso.

Quando appare gente che si schianta volontariamente con aerei dirottati nei grattacieli, o salta in aria in mezzo a gente che non conosce, li chiamiamo estremisti islamici. Abbiamo lo scaffale giusto per loro, e abbiamo messo il mondo in ordine.
Quando dobbiamo andare a scegliere la gente che gestisce la cosa pubblica, abbiamo a disposizione un pool di persone che hanno fatto una campagna elettorale, una specie di metodo per costruirsi un'immagine, ovvero mettersi un'etichetta.
Per ovvie ragioni, sulle etichette non c'è mai scritto: Sono un bugiardo, cinico e farabutto, e mi interessa il potere per fregare soldi e fare il prepotente.
Probabilmente, se le facessi tu le etichette, le parole usate da te sarebbero anche peggiori.
(Sospetto che la puzzola, se potesse dircelo, ci chiederebbe risarcimento miliardario per discriminarla con un nome che la descrive solamente per qualcosa che fa in situazioni molto rare).
Farsi una immagine invece corrisponde a scegliersi il nome che più conviene.

La tassonomia è indicata per gli oggetti e le cose, ma ingannevole nelle interazioni.
Lì sarebbe molto meglio, se usassimo altri modi di percezioni.
Metodi che in parte conosciamo intuitivamente, ma un poco più complicati.

Tecnicamente neppure affibbiare nomi è una faccenda così semplice. È una tendenza che abbiamo, ovvero siamo predisposti a dividere in categorie e gruppi per "sistemare" il mondo. Le categorie non esistono di per se. Siamo noi che le creiamo, e Linneo per essere una persona organizzata, propose di di sistemare in un certo modo una parte del mondo, se visto staticamente.

Il nostro mondo invece non è di sottofondi dipinti. Se tentassimo di definirlo per le dinamiche, risulterebbe che la parte meno dinamica siamo proprio noi.
Siamo una piccola parte poco influente in un sistema di migliaia di ingranaggi.

Fare scelte migliori quindi dipende da come riusciamo a riconoscere le dinamiche.

Se abbiamo a che fare con una persona, quello che meno importa è il suo aspetto.
Per noi è più utile capire i suoi moventi, le sue paure, principi e valori, il suo grado di sanità, la sua personalità.
Dell'etichetta che si mette ci interessa perché lo fa. Cosa vuole ottenere da noi.
Bisogna quindi essere un pò psicologi.

Un politico quasi sempre ci ispira diffidenza.
Se gli diamo la preferenza siamo pronti ad essere delusi.

Forse, se la campagna consistesse in farci capire che tipo di persona è, anche quando non agisce esattamente come avremmo preferito, capiremmo perché ha preso certe decisioni, e lo accetteremmo.
Non si può essere sempre d'accordo, ma si può accettare un certo modo di ragionare, specialmente quando è coerente.
Ma niente illusioni: Finchè ci accontentiamo delle etichette, quelle ci mettono sul vassoio.
La manipolazione funziona benissimo. Ritocchiamo la fotografia, cambiamo lo slogan, costruiamo qualche nemico che ci spaventa, un mondo che sogniamo, e la gente annuisce felice.

Dicevo:
E se ti ci metti tu a dare il tuo contributo? Se raccogliamo idee? Certamente saranno idee che rispecchiano i tuoi interessi, non quelli di altri. Probabilmente non saranno gli interessi di gruppi che cercano utilità.

Non dimenticare che oggi le tue idee contano, se aiuti a fare lo spazio necessario.
Prima si fa lo spazio, ovvero un vuoto, e poi si aprono le porte alle proposte.

To the relatives of the norwegian victims

Dear families of the people killed in Oslo and Utøya,


There are thousands and thousands of people outside Norway who were not able to let you know that they feel the deepest sympathy and share your sorrow.

I am only one of them.

We are also parents, we also already imagine our grandchildren, and we are disgusted by people who think that killing innocents is "necessary".
Resepct is the only necessary thing. A person who doesn't respect human life is not human.


Orazio di Bella
Sicily, July, 24, 2011

domenica 24 luglio 2011

NO!

Ci educano male.
Nei nostri libri di storia nazionale, qualunque sia il paese, ci raccontano con un bel pathos le storie degli eroi della Patria.
Quelli che hanno congiurato, fatto saltare in aria, organizzato attentati ... insomma, gente che ha ucciso per degli ideali.
Quelli che si legano attorno degli esplosivi e poi si fanno saltare in aria credono di essere della stessa categoria.

I nostri libri si dimenticano di farci notare i dettagli e farci ragionare.
Brigate rosse, carbonari, fascisti sono la stessa cosa, con ideali diversi?

No. Non lo sono.

Il NO è rivolto al Signore che ha trucidato almeno 85 ragazzi in Norvegia.
No, non era necessario, non è giustificato, e sei un maledetto e disgraziato assassino!

Duecento anni fa c'erano governi mantenuti con la forza e voluti da una minoranza.
Democrazia è stato il risultato di una decisione chiara: Il potere deriva dal popolo, non da Dio. (Possiamo dubitare seriamente del fatto, che sia stato Dio a scegliere la gentaglia che ha deciso le sorti del mondo.)
Il popolo sceglie chi vuole alle redini del governo, lo fa con scadenze, e poi decide nuovamente.

Non è la soluzione perfetta, ma sempre meglio che imporre eredi a vita e decisioni superiori prese senza tenere in conto ciò che causano ai governati, anzi, decisioni prese solo in beneficio di pochi a scapito dei molti.

Duecento anni fa non c'era un documento ufficiale per riconoscere diritti umani.
Anche se la violenza non è un mezzo adeguato, allora risultò essere l'unico metodo efficiente per costringere ad ascoltare i desideri del popolo.

Che il sistema ovunque favoreggi chi ha i mezzi per presentarsi e creare immagine è vero, ma... la colpa è la nostra. Noi lo abbiamo fatto così ... o l'abbiamo lasciato così.

Quello che gli eroi della patria hanno in comune con i violenti contemporanei, sono gli ideali.
Ovviamente opposti:
Gli uni volevano libertà garantite ad ognuno, gli altri vogliono costringerci a vedere il mondo a modo loro, e obbligare la nostra società ad interazioni limitanti secondo le loro prescrizioni.
La differenza quindi è chiara: Lottare per far rispettare i diritti di tutti (anche quelli delle minoranze) ti porta ai libri di storia.
Uccidere per introdurre la discriminazione ... ti porta al disonore.
Lo puoi fare in grande stile come Hitler, o da solo. Ma non cambia quello che sei: Un infame criminale prepotente che non ha rispetto per la diversità.
Se hai delle idee o ideali che ti sembrano corretti, convinci gli altri a partecipare.
Se non ce la fai, il tuo mondo è troppo piccolo e non ci entrano gli altri. Tienitelo e non rompere!

Perchè uccidere ragazzi dai 14 ai 20 anni?
Perché a questo essere è molto chiaro che è la società che non condivide le sue discriminazioni.
E con la società se la prende. E il modo più efficiente è l'atrocità con innocenti. Assolutamente non necessaria.

Quando se la prendono con cittadini non coinvolti, vogliono farci spaventare e obbligarci con il terrore a fare quello che dicono loro.
Ovvero, vogliono riportarci indietro di duecento anni.

I diritti umani e la democrazia sono progetti cominciati, ma sono da perfezionare, e i nostri tempi ce lo mostrano chiaramente.

mercoledì 20 luglio 2011

La tribuna dei predatori

E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra somiglianza."

Possiamo recitarla, o ragionarci su.
A somiglianza di quali noi?
Angeli, cherubini, serafini, inclso angeli caduti e diavolo?

Per queste speculazioni dovrete andare dai teologi. Io rimango su quello che conosciamo tutti:
Io direi che siamo a somiglianza degli animali.
E se non ci credete, è ora di leggere Konrad Lorenz!

L'isola vulcanica che studieremo non è abitata da esseri umani.
È spuntata da un'eruzione di qualche centinaio di anni fa.
Non vi si sono evoluti animali. Ci sono solo arrivati in qualche modo, e poche specie.
Le tigri non ce l'hanno fatta, e neanche altri predatori.
Ci sono uccelli, qualche roditore, e lucertoloni.
Questi ultimi sono quelli che ci sorprendono: Li conosciamo da altri luoghi del mondo, ci aspettiamo lo stesso comportamento, e invece su quest'isola fanno i predatori e vanno a caccia degli altri animali, invece di accontentarsi di insetti!

Se abbiamo letto qualcosa di Rupert Sheldrake, siamo tentati a metterci un'etichetta e a ritirarci soddisfatti. Diremo che la funzione di predatore è memorizzata in un campo morfogenetico. Ci sentiamo sapienti, e abbiamo risolto tutto.
Il mondo è crudele e non c'è niente da fare.

Ma c'è una considerazione più banale, che fa a meno di forze ancora non dimostrate.
(Eppoi, i campi morfogenetici di Sheldrake perlomeno quando si tratta di comportamento hanno un nome molto più comprensibile: Abitudine):
L'opportunità fa il ladro.
Oppure la massima dell'edonismo: Ottenere il maggior beneficio col minimo sforzo.

Se le prede dei lucertoloni fossero in grado di aumentare lo sforzo necessario per nutrirsi di loro, i lucertoloni si dedicherebbero a cibarsi col sistema tradizionale, che è più consono alla loro specie.

Morale:
Il nostro mondo lo facciamo noi, e possiamo creare regole ed ostacoli.
Lo hanno già fatto i nostri antenati. Hanno mandato in pensione i re, il duce, il Führer e gli imperatori, e hanno creato un sistema di potere a scadenza.
Lo dobbiamo solo migliorare, e creare altri modi di esercizio del potere.
I governanti potrebbero essere i nostri impiegati e tecnici per fare le cose bene, ma noi definiamo in linea generale, mettendo assieme i nostri cervelli, cosa è più corretto e benefico per tutti.

Intermezzo: Il dubbio

Dubitare è un modo di proteggerci contro la manipulazione.
Ed è una strategia per manipolare.
Dicevano infatti i latini: Divide et impera.
E i papi lo facevano.
Cominciarono col fabbricarsi un documento che affermava, che il mondo occidentale era di loro proprietà (la donazione Costantiniana), e che erano loro a delegare il potere temporale ai principi regionali.
E poi badavano a mantenere gli equilibri di potere, per controllare tutti i potenti d'Europa, congiurando e macchinando con tutti, per mantenerli disuniti e piccolini.

Dicono i Siciliani, che chi gioca da solo non può perdere.
Io direi, che non può essere tradito. E che difficilmente può vincere.
Di gente solitaria ce ne sarà stata molta. Qualcuno non avrà perso, ma nella storia non ne sono rimaste molte tracce.
Le tracce sì sono rimaste dei greci, degli inca, degli aztechi e di tanti altri popoli. Sono trace di masse controllate da oligarchie o da sovrani.
Sembra che ci sono solo due possibilità:
O ti isoli, oppure ti strumentalizzano.
 (Vabbene, ci sono i pochi che mantengono il controllo, ma per te e me la speranza di esserlo è minima, e io perlomeno non ho interesse a riuscirci).
Invece ci dimentichiamo della nostra realtà: Siamo strumentalizzati come gli antichi, ma con metodi diversi. Non ci obbligano. Ci seducono e ci distraggono. Ci dividono.


Ma non c'è due senza tre!
Le posizioni del potere sono tre, non due.
Le due alle quali siamo abituati sono le più facili, perché funzionano senza la ragione.
In analisi transazionale le chiamano "il genitore" e "il bambino".
Siccome invece ci sentiamo adulti, è meglio se ci mettiamo a studiare per comportarci da adulti.

L'adulto per cominciare, si rende conto che poco prima si comportava da bambino e doveva essere guidato, o si faceva comandare. E sa che non ne ha più bisogno e può muoversi alla pari.

Massa e potere

Sugli italiani c'è un paragrafo nel libro di Elias Canetti (Massa e potere appunto).
Non ci aiuta molto ad escogitare uno stratagemma per "unire" abbastanza italiani.
Sappiamo che che un mondiale di calcio riesce per qualche settimana a creare una sensazione di appartenenza comune, ma sono solo poche settimane (e io sono di quelli immuni al calcio).

Canetti comunque spiega anche, che una comunità o un collettivo si coatta se ha un avversario.
Tattica usata spesso a volentierei, se si pensa agli ebrei, agli extracomunitari, a quelli del Sud che si prendono i soldi pagati al Nord, a quelli della Destra, a quelli della Sinistra.

Dobbiamo quindi o dar forma a un nemico in comune, o a un interesse che abbiamo in comune.
Qualcosa dai contorni chiari, netti.

E ripeto probabilmente, che siccome gli italiani ci sentiamo molto furbi, non ci piace farci fregare.
Ci sono quelli che fregando vivono molto bene, ma i fregati sono la gran maggioranza, e ci consola poco se nel nostro piccolo riusciamo a fregare un pochino.

Il nemico quindi è l'oligarchia fregona. Metteteci le facce o le categorie che volete. A me interessa di più i lsistema che usa come veicolo per muoversi. Preferisco sgonfiare le ruote, anziché picchiare quelli che ci stanno in carrozza. Perché tutte le volte che i nostri antenati hanno sbattuto giù la gente in carrozza, poco dopo ci sono saliti altri, e il gioco è continuato.
La cosa giusta è quindi prendersela con le carrozze, o fare in modo che le carrozze non riescano più a muoversi sulle strade. Rendendo le strade impervie per le carrozze.

Per capire meglio, invece dell'Islanda andiamo su un'isola vulcanica. Ci servirà a scoprire quale è il problema di fondo, e perché invece di lottare contro i mulini a vento "basta" togliere il vento per renderli ruderi col tempo. (Cosa niente affatto facile ovviamente, ma la possibilità c'è di riuscirci).

Tra poco passo con la barca per portarvi sull'isola.

lunedì 18 luglio 2011

A tu Socrate

Dicevamo sintonizzarsi.
Rapport.
È una necessità basica, e dovremo badarvi in continuazione.

Quindi:
Per sintonizzarci abbiamo un problema gigantesco: Siamo Italiani.
Discendenti di quelli che l'unità l'hanno fatta 150 anni fa da dozzine di staterelli sempre in guerra tra di loro.
"Uno per tutti e tutti per uno" non appartiene alla nostra cultura.
Perlomeno non la versione francese.
Semmai quella del gruppo TNT ( Un dollaro per tutti, e tutto il resto per il numero uno).

Quindi neppure ci sogniamo di venire con queste balle.
Non siamo d'accordo. Abbiamo dozzine di partiti, sono diversi principalmente negli interessi, perché in Italia ci sono circa 60 milioni di interessi (senza contare quelli esteri).

Una cosa però l'abbiamo in comune: Ci scocciamo spesso, e allo stesso modo, anche se su cose diverse.

Possiamo tentarla alla Socrate, da dietro. E non pensate male per favore!
Più cose mettiamo sul piatto già pronte, meno consenso ci sarà.
Se quindi sul piatto ci mettiamo pochissimo, in teoria niente, potremmo essere d'accordo che vale la pena partecipare.

Ci potremmo mettere il NO.
Socrate sapeva molto. Sapeva di tantissime cose che non sapeva.
Ma a noi non conviene caricarci con molti no. Ogni no in più potenzialmente riduce l'adesione.
Abbiamo un minimo comun denominatore che ci può interessare: Far saltare in aria il catenaccio del sistema. Quando poi si aprono i cancelli, chiunque voglia potrà fare le sue proposte.
La mia proposta allora sarebbe quella di rifare il sistema.
Qualche idea già la avete su cosa mi frulla in mente.
Cioè, che più frulliamo e mettiamo assieme, meglio ci riesce il menu, perché le lobby da accontentare in teoria sono tutte, e non solo quelle che hanno i soldi e le amicizie.

Quindi, tutti all'unisono a mandarli tutti a quel paese!

I nasi

Quando la comunicazione non era globale, e ci si faceva sentire per mezzo di giornali e libri sottoposti a censura, con canali di distribuzione esigui, parlare per dodici capitoli sui nasi era divertente, e una birichinata tra autore e lettori.
Forse era evasione, visto che i limiti erano stretti. Ma sarà stato sicuramente un modo per sintonizzarsi.

Per questo, dei nasi dobbiamo parlare.

Perché da buoni birichini, assieme possiamo fare il naso più lungo del mondo.

Salomone sbagliava

Scriveva qualcuno qualche secolo prima dell'Era Volgare, passato alla tradizione come il saggio re Salomone (comunque anteriore all'ignoto scrittore di forse otto secoli) che
"non vi è nulla di nuovo sotto il sole".

Sbagliava.
E spesso.

Certe sostanze chimiche sono artificialmente prodotte in laboratorio e non esistono in natura. Sono nuove.
Automobili, treni, aerei, TV, iPad, iPhone, iPod, iFart - tutte cose nuove (no, l'ultima è antichissima!)
E la rete mondiale di comunicazione ha meno di trenta anni.

Novità Signor Salomone, molte novità.
Ovvio, la rete anche se contiene montagne di informazione, non ci rende saggi.
Ce n'è per tutti. Chi vuole farsi prendere in giro vi trova ore ed ore di prove filmate di extraterrestri, di ritrovamenti stupefacenti di cui non parlano i mezzi di comunicazione, di teorie di cospirazione (campioni i giudei, che vorrebbero dominare e sfruttare tutto il mondo).
Ma l'informazione c'è, si trova spesso gratis, ed è immensa.
E gratis ci si riunisce con altri, ovunque.
L'agora ora è il pianeta ... sulla tua scrivania o sul tuo grembo.
E tu cosa ci fai?
Ciatti, cinguetti, ti fai vedere in costume da bagno a tutto il mondo, ti crei l'immagine e rispondi a domandine strane che servono solo a far cliccare molto in rete, così si muove la pubblicità.
Già non è vero che ci domina il capitalismo e il consumismo. Siamo già altrove. La nostra società si regge sullo spettacolo. Quello che consumiamo e quello che facciamo.
E ci dimentichiamo di fare cose nuove sotto il sole.

I ciarlatani, i truffatori, i falsari, i bugiardi, gli ingannatori e gli ipocriti ci sono sempre stati. In proporzione molto alta nei settori del potere.
E quelli che si lamentano ci sono sempre stati.
Le rivoluzioni sono come le ondate, e poi tutto torna uguale. E ci sono state anche quelle sotto.
C'è stato sempre che il popolo è ignorante, che a comandare non possono essere in molti, perché sennò sarebbe il caos, e che per questo quello che c'è te lo tieni, e più non dimandare.

Su cinquanta e tanti milioni di italiani, quante migliaia ce ne saranno, che se ci mettono impegno hanno idee costruttive?
Beppe Grillo o Armando Siri hanno diverse. Siri ha una Costituzione nuova, proposta da lui, e una proposta di ristrutturazione nuova dello stato. Anche quella definita da lui. (Praticamente uno stato in cui comanda un'unica persona con qualche decina di Consiglieri. Insomma, qualcosa secolo 21 tipo monarchia a scadenza o Reich con Führer, anche se in caso che il duce fosse moderato non sarebbe tanto brutta (ma la concentrazione di potere attirerebbe i peggiori farabutti).
Sir ha anche alcune proposte numeriche sulla tassazione, ed è quella la parte che mi para più interessante, anche se mi piace solo l'idea e non i dettagli.

Io credo che il cammino da fare sia in direzione contraria.
Se lasciamo in piedi le piramidi o le facciamo più appuntite, è solo lo stesso di sempre, o più dello stesso.
Se le piramidi le schiacciamo e le rendiamo piatte, il giochetto cambia, e eliminiamo qualche zona d'ombra.
Il sole quindi toccherebbe a più gente.

Al contrario di Beppe Grillo e Armando Siri, la cosa importante che mi propongo di fare non è dare soluzioni o fare critiche divertenti.
Voglio farvi capire con quale facilità di può rifare tutto, proprio tutto il sistema, partendo da zero, senza affidare il lavoro agli specialisti.
Gli specialisti vengono molto dopo, e servono a ripulire e mettere in ordine.

Voglio parlare con te di due cose:
Ti voglio prima far capire che il sistema si può scardinare e aprire. Lo si può fare con pochissimi soldi.
E poi il processo si può invertire. Come sono da governare lo stabiliscono quelli che si fanno governare, non quelli che acchiappano i sedili del governo e del potere.
Il governante è il delegato messo li a fare il lavoro che gli viene incaricato dagli elettori, non quello che gli piace fare o quello che gli conviene fare perché gli rende.

La prossima puntata sarà su come fare. Poi segue qualche proposta mia, e si apre la battuta di caccia alle vostre proposte, a discussioni e a coinvolgere più gente possibile.

La piazza in casa e il potere in piazza

Potrebbe essere stata una battuta leggerina quando Einstein disse, che l'unica cosa infinita di cui fosse certo, è la stupidità umana.

Ma probabilmente è stata una battuta meditata.

Grazie ai mezzi di comunicazione, oggi più che mai abbiamo la possibilità di conoscere tutte le faccette, spesso quasi in tempo reale, della banalità, futilità e stupidaggine umana. E il fatto che ci siano spettacoli che invece di presentarci talenti ci mettono solo in compagnia di gente futile, è dovuto al fatto che i balordi non sono pochi freaks. Hanno eserciti di persone che li capiscono, che ne condividono la vacuità e li ammirano per ... niente.
Però bisogna essere giusti: Il fenomeno solo emerge e trova palcoscenico. Non è un mondo nuovo nato ora. Il vulgo c'è sempre stato, e i romani ne soddisfacevano i gusti crudi nei teatri.
La differenza oggi è che lo spettacolo incivile e incolto puoi produrlo da solo in casa (o col telefonino) e da solo lo metti su internet, a disposizione di tutta l'umanità che può connettersi.

Non vi dico niente di nuovo, ma la novità c'è!
La novità è, che se ormai a casa tua ci arriva tutto il mondo, e tu arrivi ovunque ...
c'è lo strumento per fare anche cose meno banali.
L'unico problema che sussiste e impedisce di cambiare il nostro mondo ormai sei solo TU!

Continui a dire che non è vero?
Già dimenticato L'Egitto e altri paesi arabi?
Come ci sono riusciti?
Dicono che con Twitter e Facebook.
Hanno scambiato idee, erano idee che molti condividevano, si sono messi d'accordo, e hanno fatto lo sgambetto a chi li governava.

In Islanda la situazione è stata molto più civile.
Dopo il fallimento delle loro banche e il debito gigantesco dovuto a speculazioni dei banchieri, al popolo islandese le istituzioni internazionali hanno accollato debiti giganteschi da pagare.
Cosa che dopo un pò di meditazione non è affatto piaciuta (i farabutti le fanno alla chetichella, e poi quando gli va male paghiamo noi!) e il governo ha deciso di far partecipare tutti i cittadini alla redazione di una nuova costituzione. Via internet.

Forse dirai: Ecco! È stato il governo che ha aperto le porte alla partecipazione popolare!
Ma ti ho già ricordato l'Egitto. Lì è stato il popolo che ha usato i mezzi disponibili per tirare i tappeti rossi e sbattere giù chi vi ci si muoveva sopra.

E in paesi organizzati come l'Italia, oltre ad avere gli stessi strumenti, abbiamo un'organizzazione di stato che ci permette fare a meno di rivoluzioni violente.
Oggi non ci sarebbe più bisogno di no TAV, antiglobal e cose del genere.
E se ci sono, è perché amano fare qualcosa che in rete non si può fare: Amano distruggere ed essere violenti.

Ho detto che sto parlando con "te".
Ho detto conversare, e ciò significa che voglio discutere, avere scambi di idee.
Per ora sono all'introduzione, ma presto capirai a cosa penso, e dovrai partecipare.

Comincia a prepararti!

Illusioni, ideali e il mondo piatto

Parliamo di ottimisti, realisti e pessimisti.

No, non ne parleremo nei dettagli. Lo hanno fatto già tantissimi e molto bene.
Parleremo della confusione che si fa nell'identificarli.
L'ottimista spesso passa per sognatore, e il sognatore si classifica come uno che non ha i piedi nella realtà. Il pessimista generalmente si definisce realista e nega di essersi specializzato nel vedere i peli.

Il realista sicuramente non è il contabile della realtà. Quello che solo ti sa elencare cosa è la realtà, che quando cerchi soluzioni ti blocca, perché la realtà è questa o quella, è un essere statico. Neppure vegetale, perché se abbandoni le cose a se stesse, i vegetali (in condizioni favorevoli) coprono tutto.
Essere realisti include riconoscere i movimenti, gli sviluppi e le possibilità.
Un realista potrebbe essere quindi scambiato per un sognatore. Quando gli si da il nome di "visionari" gli si fa altrettanto torto. Le visioni hanno un connotato negativo. Il DSM IV le metterebbe al livello di allucinazioni o di costruzioni fantasiose, a alienazione.

Siamo arrivati alla descrizione che faccio di me stesso (un osservatore alieno), all'Islanda e al fatto che la terra non è un globo, bensì un disco.
La terra è piatta, come dice Thomas L. Friedman.

Purtroppo pochi a questo punto capiranno di cosa voglio parlare. (Italia, paese povero perché privo di lettori.)

Che la terra è piatta significa che non ci sono montagne. Non ce n'è nessuna da scalare, nessuno può costruirsi castelli e fortezze sui picchi, e nessuno domina dalla alture.
Non vuol dire che non ci sono castelli, fortezze e concentrazioni di potere. Ma partono tutti dal piano, e per ognuno il punto di partenza è allo stesso livello.

Il mondo piatto del potere è cominciato in Islanda

domenica 17 luglio 2011

Aufbau

Prima di andare in Islanda, chiudiamo da pignoli con la Germania.
Nella parola equivalente a ricostruzione la parte debole è Aufbau, ovvero Costruzione.
In tedesco fa pensare prima a montare nuovamente qualcosa. La fase di progettazione è anteriore alla parola.
In italiano, quando si allontana un poco il prefisso, si include la progettazione.

Per continuare il viaggio comunque non siamo ancora pronti.

Infatti, anche se questo tecnicamente è un blog, e anche se Facebook è la piattaforma per crearsi una immagine, il mio scopo è quello di coinvolgere. L'Islanda mi aiuterà a spiegarmi.

Forse qualcuno ha letto "Conversazioni con Dio" di Neale Donald Walsch.
Al leggerlo mi venne in mente di fingere delle "Conversazioni con Satana", di per sè molto simili a quelle di Walsch nella modernità, ma prive della pretesa di propinare verità e saggezze superiori. (La pretesa Walsch la ha, ma il Dio che gli parla è un santino di campagna.)

Pochi avranno letto "Italia Nuova' di Armando Siri, che troverete qui su Facebook.
Siri ha fondato un nuovo partito, che propone un fascismo con linguaggio teologico.
Anche lui monologa con qualcuno ...
anche se lo fa rispondere.
Il libro di Siri è una conversazione fittizia con Berlusconi.

Quindi quando si inizia a parlare a vanvera, si può scegliere un interlocutore di grossa stazza.
Ballando, o meglio, parlando coi potenti, ci s ieleva al loro gradino, probabilmente al gradino immediatamente al disotto di loro, e ciò può costituire una bella ascesa.

Parlare con Satana sarebbe stato uguali, anche se apparentemente agli antipodi.
Invece agli antipodi ci sta qualcun altro:
TU!

Quindi io parlo a te in persona, e spero che tu mi risponda.
Voglio incoraggiarti a pensare, a pensare sul serio, a sviluppare delle idee o ad analizzare idee di altri.
E a rispondere.

E l'Islanda c"entra perché lì lo hanno già fatto.

Riassunto:
Ci sono due cose che contano:
L'immagine (spesso amica del potere) e le idee.
Le idee sopravvivono e rimangono alle generazioni future. Le maneggiano i colti, ma influiscono anche sugli ignoranti.
L'immagine ha una vita più corta. Generalmente serve più ai culti e alla preservazione dell'ignoranza.

Wiederaufbau

Qualche volta la traduzione migliore per una parola non rende l'esatto significato in un'altra lingua.
La parola tedesca Wiederaufbau è equivalente a ricostruzione. O quasi.
La parola ai tedeschi fa in primo luogo pensare alla ricostruzione della Germania dopo la Seconda Guerra mondiale. E quando vogliono astrarre, pensano a un lavoro di riparazione, anche se in realtà fatto da zero, di qualcosa che c'era prima.
In italiano ci vanno bene queste descrizioni, ma riusciamo in ugual misura pensare a ri-costruire qualcosa. A ri-progettarla, cioè a riconcepire qualcosa che esiste.
Pero al pari dei tedeschi, portrebbe essere qualcosa che costituisce il nostro intorno più importante.

La ricostruzione, oltre a riferirsi al mondo in cui viviamo, è un fatto costante della nostra vita.
La nostra memoria altro non è che una ricostruzione costante fatta da ricordi.
Subito da correggere: I ricordi sono una ricostruzione.
Costantamente ri-costruiamo la nostra autobiografia.
Nel migliore dei casi non modifichiamo eccessivamente la prima versione per tutta la vita. Nel peggiore ci rifacciamo il passato decine e decine di volte.

La storia è una ricostruzione di fatti. Come dicono i maligni, è la versione dei vincitori. Ma in realtà è una brodaglia dai mille sapori, e vi prevale qualche sapore a seconda di chi la tira fuori.

La realtà, per il fatto di essere interpretata, ovvero in un certo senso ricostruita per darle senso e logica, è soggetta alla stessa soggettività. Ipoteticamente la realtà esiste, ma è una realtà aliena alle nostre menti.
Una cosa è la realtà, tante altre cose sono le ricostruzioni di essa fatte nella mente di ciascuno.
Di cani, porci, politici ed elettori.
Il lavoro principale di un partito politico è prefabbricare interpretazioni della realtà e presentare proposte convincenti su come migliorare le cose.
Il lavoro lo fanno gli intelligenti, e gli stupidi comprano e pagano il consumo.
E quelli che non hanno appetito vanno all'inferno, perchè non contano.

Molte persone che mi conoscono dicono che sono un sognatore.
Giudizio svelto e non corretto.
Sono un osservatore alieno.

E per lasciare chiare le cose: Per un osservatore la cosa meno importante è cosa sia lui. Quello che importa sono le sue analisi e i suoi pensieri.

A presto!