domenica 14 aprile 2013

Posologia democratica

Pochi giorni fa dal blog di Beppe Grillo ricevetti l'invito elettronico inaspettato per proporre un nome per la Presidenza della Repubblica.
Mi sembra davvero lodevole!

È vero che il Presidente viene scelto da circa un migliaio di eletti e non direttamente dai cittadini, ma il fatto che un partito chieda agli elettori di nominare un candidato, da un bel sapore di democrazia!
In confronto a tutti gli altri dove sono le cupole a decidere cosa conviene a loro, in vista di accordi con altri, abbiamo la libertà totale di proposta e scelta dal basso, seguendo criteri propri.

Dopo il primo turno sono stati separati i dieci nomi più menzionati, e nel secondo si dovrà scegliere tra questi.
Spero e mi aspetto però una riduzione prima del voto finale, perché i candidati che non accetterebbero l'incarico è inutile votarli. Se risultasse votato qualcuno che poi rifiuta, la votazione farebbe ridere anche gli extraterrestri.

Lunedì quindi circa 48,000 persone potranno scegliere.
Sono purtroppo solo il 0.1% degli elettori italiani. Ammesso che tutti partecipino.

Una democrazia un po concentrata. Anche più concentrata di quella ateniese, dove gli elettori erano all'incirca il 10-15%.

L'invito di Grillo però mi ha fatto pensare ad altro:
Perché dopo le elezioni siamo chiamati solo ora a esprimere una volontà in modo democratico?
Perché a noi 48,000 non hanno chiesto se volevamo il M5S al governo, e con chi?
La nostra "competenza" non è sufficiente?
Ci manca la maturità democratica?

Mi piacerebbe allora un elenco di responsabilità per le quali siamo maturi e uno di quelle per le quali non lo siamo. Di queste ultime vorrei poi sapere chi decide, come decide, e perché lo fa, e quale è la preparazione di cui dispone (e dato che ci siamo, vorrei sapere in cosa consiste la preparazione, e come ci si qualifica.)

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