lunedì 1 aprile 2013

Chivas - America

Sono stato alla mia prima partita di calcio. Voluto così da mia moglie.
Mio figlio di sette anni non era affatto entusiasta, e infatti si è annoiato terribilmente, e siamo riusciti a distrarlo solo con patatine, pizzetta e zucchero filato.

Lo stadio era molto spazioso, organizzato, e la gente abbastanza tranquilla.
Le cose interessanti sono state le pubblicità.
Ragazze scosciate facendo i giri dello stadio con bandiere e banner. Un gruppo per una birreria, un'altro per la società di telefoni cellulari, un terzo gruppo per pane da toast.
Poi sugli schermi durante la partita distribuzioni di borse di pane omaggio a spettatori selezionati come "vincitori" (probabilmente in posti di facile accesso alle camere).
Annunci di cambi di giocatori seguiti da annunci pubblicitari letti immediatamente dallo stesso presentatore.
Nella pausa quindici minuti di mariachi offerti dalla birreria, con diverse dozzine di partecipanti sul campo, un tappetone pubblicitario steso, e le ragazze con gli stendardi parati.

Come spettatore si guadagna molto. Non tanto come visibilità, perché in televisione si vede tutto chiaramente, e sul posto no.
Ma si guadagna l'audio completo. Si ascolta cosa dicono i cori. I nomi dei giocatori che scendono in campo vengono letti con distanza di vari secondi l'uno dall'altro, cosi i tifosi possono commentare in coro con la parola "Puto".
Poi durante il gioco scandiscono spesso "Culero" e altre parole esplicite e chiare.

Il servizio di bevande, birre, dolci, pizze, panini, salcicce è ben organizzato. I venditori passano spesso e nessuno muore di fame o sete.

I padroni di casa sembrano amare il veicolo medico elettrico che ritira i feriti dal campo di battaglia.
Lo hanno fatto chiamare mezza dozzina di volte, e credo che quattro giocatori perlomeno si sono fatti dare il passaggio per uscire dal campo.
Degli avversari ospiti invece nessuno ne ha avuto bisogno. Non mi è sembrato comunque che fossero più resistenti o più brutali.

Dopo la partita, finita verso le dieci della notte, davanti allo stadio ci si poteva riunire a saltare alla musica di un DJ allestito per complementare lo spettacolo. Non so se come "rimborso" ai tifosi della squadra perdente, oppure per festeggiare i vincitori.
Erano presenti dozzine di autobus gratuiti per i cittadini spettatori.

Prima di andarci ricordai una breve conversazione sostenuta molti anni con un amico.
Stava conducendo la sua automobile ed eravamo in viaggio ad una fiera.
Siccome il fine settimana aveva un biglietto per assistere al gioco della sua squadra (il Bayer Leverkusen), mi chiese se a me davvero non interessava il calcio.
Ci pensai su qualche secondo e poi gli risposi onestamente, che mi interesserebbe uno studio sul vocabolario e la comunicazione de cronisti sportivi nel passar del tempo.
Girò la testa scioccato e mi fissò esclamando:
"Tu sei matto!"

Ma non è vero. Sono solo alieno.

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