La Psicologia ha già da tempo compiuto i cento anni.
Da una trentina è presente nella vita quotidiana, specialmente sotto forma di libri contenenti consigli per la vita personale.
Eppure manca nelle scuole!
Invece di andare a scovare cosa non va bene (le lamentele servono come intrattenimento, ma c’è gente che ha serbatoi piccoli e non ne sopporta troppe), mi propongo di disegnare un quadro di come potrebbe funzionare la scuola.
Prima di tutto:
Corsi speciali a maestri e personale amministrativo curricolare (direttori, etc.) sulla psiche umana, sui tipi di personalità, sui potenziali di ogni personalità e le patologie tipiche di ognuna. Su come coltivare i potenziali e come reagire a comportamenti patologici.
Ai maestri inoltre si da un manuale che li aiuti a capire comportamenti asociali, a identificare la patologia di fondo, e a sapere come comportarsi, o quando chiedere assistenza.
Segue:
Un test psicologico a partire da un certo livello (per esempio all’ingresso alle Scuole medie) di ogni alunno. Potrebbe essere un semplice questionario scritto, per determinare la personalità e il suo grado di maturità. Il profilo psicologico è disponibile per i maestri, che adeguano le loro lezioni alle personalità degli alunni e hanno un’idea basica su come trattare comportamenti inadeguati.
Inclusione nel curriculum scolastico di lezioni agli alunni per conoscersi, capire i propri talenti, capire quali tendenze di filtraggio della realtà hanno, come interagiscono con altri e come vedono la società.
Il profilo si attualizza lungo l’iter scolastico per documentare il progresso e la maturità dell’alunno.
Qualcosa del genere, al giorno d’oggi, dovrebbe essere standard.
Ma a quanto ne so, in tutto il mondo la scuola è ancora una istituzione che solo riempie le teste di nozioni.
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