martedì 6 settembre 2011

Political correctness & incorrectness


La correttezza politica è non discriminare. Trattare da uguali.
L’incorrettezza è l’opposto.
Entrambi le strategie sono molto popolari.
La sinistra è politicamente corretta, e la destra intollerante (immaginando che ce ne sia una parte tollerante) non lo è.
Le due attitudini inducono ad atteggiamenti e a politiche negative.
Cosa è una politica negativa?
Quella basata su un principio ritenuto giusto, e applicata senza curarsi dei risultati e dei disagi che causa.
Quindi, essere politicamente corretti ti fa fare danni.
La correttezza politica è divenuta di moda pochi decenni fa.
Probabilmente si basa sulla popolarità acquisita dai diritti umani.
La tentazione di fare le cose alla cieca quindi deriva dalla Charta dei Diritti Umani.

Tale Charta non è un documento che sgorga dalla natura dell’uomo.
Ripeto: I diritti umani sono diritti che l’essere umano non riconosce per natura.
Sono diritti ideali e artificiali.

Il diritto naturale, quello cucito nel nostro essere, è straconosciuto:
“Occhio per occhio ...”

Quindi, per prima cosa, invece di ignorare cosa siamo, cominciamo dal riconoscere, che i diritti umani sono un ideale che perseguiamo.
E che spesso non rispettiamo, a cominciare dai governi.
Il “preemptive strike” considerato dal governo Bush era una chiara lesione ai diritti umani.
E molto di quello che sappiamo dai cabli di Wikileaks ci fanno capire perché i diritti umani enunciati nella Charta delle Nazioni Unite siano una cosa, e il diritto delle Nazioni, con le loro Costituzioni, e il modo di applicare la legge siano su un altro piano.

Però siamo politici “migliori” e vogliamo far vedere che applichiamo indistintamente i diritti umani.
Che hanno un piccolo problema: Sono ennunciati chiaramente, ma non c’è nessun manuale che spiega come e quando applicarli.
Da qui deriva la correttezza politica. La richiesta di chiudere gli occhi e ... ignorare l’individuo, per sentirlo solo come stereotipo.
Da umano si trasforma in figura. In figura equivalente al cittadino.
Invece di trattare la persona come un essere umano alla pari, la si astrae.
E si fa lo sbaglio di dimenticare, che il tuo cittadino ha diritti, ma ha anche obblighi.
Uno di essi è il rispetto degli altri.

L’extracomunitario, l’Ausländer, è quindi un essere umano. La correttezza politica non è come lo tratti e come lo vedi, bensì la posizione nella quale ti presenti a lui e tratti con lui.
Tale correttezza non è un’obbligazione all’ignoranza da parte tua. Colui o colei che ti sta di fronte, se si immette nella società, deve apprendere le regole, seguire quelle obbligatorie, e rispettare le usanze della società.

I diritti umani sono definiti come ideale, in un mondo in cui ognuno li rispetta.
In un mondo che non li rispetta, o si comincia a mostrare come si applicano al mondo reale, oppure si mettono in un cassone e si archiviano.

A me sembra che aver formulato i diritti umani sia stato un passo positivo.
Fermarsi alla formulazione invece è stato sbagliato, e altrettanto erroneo è stato promuovere l'istituzione di enti che salvaguardano i diritti umani ... senza approfondire prima.

Per cominciare, la lista dei diritti umani ha una gemella: La Charta dei doveri umani.
Dopo averla redatta, si torna ai due documenti, e si complementano, evidenziando i doveri che accompagnano i diritti, e le parti coinvolte.

E poi, con molta serietà, si crea un manuale che contenga considerazioni sull'atteggiamento possibile in caso di mancato rispetto dei diritti o compimento dei doveri.

Nessun commento:

Posta un commento