lunedì 29 ottobre 2012

Il doppio legame

Mamma, me li dai tu cinquanta Euro per comprarmi gli spinelli, o me li da papà? (Sottinteso, uno dei due paga!)

Cittadino, voti A o B (o C, etc.?) - (Sottinteso: Voti tra la selezione che ti è offerta ...)

Il doppio legame è una strategia comunicativa di apparente scelta, che in realtà serve a "legare" il soggetto a un campo ristretto di scelte.

IL VOTO DEMOCRATICO È UN DOPPIO LEGAME!

Col doppio legame per cominciare si cerca di manipolare.

Pierino, i compiti li farai prima o dopo cena? (Sottinteso: I compiti ovviamente li farai!)
Risposta: Non c'ho voglia di farli!
Reazione: Non si accetta il no e si ribadisce l'apparente scelta tra le due proposte originali, o si inventano altre opzioni, ma sempre sotto la premessa, che i compiti si devono fare, e la libera scelta è solo per i dettagli.

Nel nostro voto la premessa è, che noi accettiamo il sistema elettorale e la maniera come l'azione del popolo elettorale viene trasformata in mandati.
Non siamo né in grado di dire che i compiti non li faremo e basta, e non  possiamo neppure rispondere: E tu chi ti credi, che mi cerchi di condizionare alle tue "proposte" limitate?

Se non rispondiamo facendo una delle scelte che ci sono state offerte ...
NON ESISTIAMO!

Chi ha dimestichezza con il doppio legame (studiato approfonditamente da Gregory Bateson, ma anticipato da Milton Erickson e usato da questi in tecniche ipnotiche), sa che applicarlo in una cosa così libera, così legata alla "volontà" democratica ... è vergognoso.

Ripeto per l'ennesima volta:
Il processo elettorale democratico NON PUÒ ignorare l'astensione, senza squalificarsi da solo.
Viviamo nel 2012.
È già da un pezzo che è impossibile preservare vecchi schemi di controllo del voto.
I mandati non sono atti di rinuncia a favore di pochi individui.
Il voto non è una lotteria, il cui esito si rivela solo col trascorrere del periodo legislativo.

Immaginiamo un buffet di pietanze.
Si aprono i battenti, e gli invitati possono scegliere.
Se si limita la loro scelta (o accetti qualcosa di quello che ti è offerto, o devi fare la fame!), i cuochi non avranno mai la necessità di migliorare, e potranno servire i resti, perché tanto, o mangi o crepi, e le lamentele mi fanno solo ridere.

Se invece i cuochi perdono clienti, e la loro piazza è aperta per nuovi concorrenti ... presto migliora la cucina, e gli invitati trovano più cose appetitevoli.

Tornerò sull'argomento quando avrò meno sonno e il concetto riesco a spiegarlo in maniera più illuminante.

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