domenica 16 ottobre 2011

Le tre porte

Secondo il Vangelo ci sono due strade. Una stretta e una larga.
A Dio non piace la vita comoda.
(A me invece la vita viziosa è quella che sembra stretta ...)

Un'altra dichiarazione della Bibbia, di qualche secolo anteriore, afferma che tutto è vanità.
Eventualmente alla fine, ci illudiamo sopra la virtù, e sia vizio che virtù sono nient'altro che insignificanti vanità.

Ma c'è gente che si ricorda, che la vita consiste di realtà e non di teorie e filosofie.
Si devono fare scelte. Quelle che sono permesse. Che sono possibili.

E spesso sembra, che le le possibilità siano due.
Ying e Yang.

Se si legge Konrad Lorenz, c'è più varietà.
Gli organismi animali si organizzano in società colletive, tribali, o individuali (per esempio i predatori).

Sembra che a noi umani siano possibili vari tipi di società ... che alla fine in fondo sono tribali.
Anzi, il tribale non rimane in fondo. Quando le acque si schiariscono, il tribale emerge.

È vero?
No.
Ci sono ancora i dinosauri. Quelli che credono che il mondo gira solo quando lo vogliono loro.
Che si prendono quello che vogliono, che hanno una corte di adulatori, magnacci, leccascarpe e soldati.
Una società tribale? Sembra. Ma alla sua testa dovrebbe esserci il capo tribale, e non il predatore.
Il capo tribale segue il destino della sua comunità. Non la chiama paese di merda, e non la usa come lustrascarpe (o carta igienica). Il capo tribale preserva le regole della comunità, non cerca la corazza per rendersi immune ad esse.

Sto parlando di scimmie ovviamente. Persone e fatti reali non c'entrano.

Tu e io, che possibilità abbiamo? Abbiamo il potere della scelta?
O è la società in cui nasciamo che determina le nostre scelte?

Qualche libertà l'abbiamo.
Se vogliamo, ci convertiamo all'Islam, andiamo in Afghanistan a imparare come uccidere, e combattiamo la nostra società.
C'è comunque in qualsiasi scelta possibile il pericolo della strumentalizzazione.

Torniamo alle prime considerazioni:
Ci sono delle strade prefabbricate. Se le usiamo, stiamo seguendo un percorso preparato da altri. E andiamo dove altri vogliono farci arrivare.

Vi propongo la mia analogia.

Ci sono tre porte. Tutte e tre ci immettono sulla strada della nostra vita con altri nella nostra società.
Una porta è dell'accettazione.
Ci sembra che seguire la corrente costa meno energie. Lottare contro corrente ci occuperebbe talmente, che non prenderemo pesci. Ci accomodiamo, per acchiappare anche noi qualche pesce.
L'altra porta è invece quella della distruzione. Appena si chiude dietro di noi, ci buttiamo a testa bassa contro tutto quello che fluisce nelle nostra società. Ci accaniamo contro la strada, e cerchiamo di demolirla.
La terza porta è quella della gente che si mantiene ai bordi. Non si fa trascinare, perché non è trascinabile. Ma non si mette neppure a lottare alla cieca, perché si rende conto che ciò che c'è è stato creato da altri esseri umani, e lottare contro di esso vuol dire non rendersi conto, che la realtà rispecchia ciò che la gente è.

Qualcuno di questi ai bordi, invece di fare lo schifato, studia i flussi e per tratti capisce cosa fanno le correnti.

Si rende conto, che in certi punti si può gettare una pietra. Una che si può caricare con le proprie forze.
E se la pietra si incaglia nel posto giusto, svia la corrente, e crea forze nuove.

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