martedì 25 giugno 2013

Il crocevia

I quattro gatti silenziosi che mi seguono sanno già quali sono le mie fissazioni.
Non si meraviglieranno quindi di risentirle, ma stavolta sarà facendo i nodi e riunendo i fili.

Dopo aver ribadito ancora una volta, che Casaleggio con le sue osservazioni mostra di avere un talento in marketing, ed essere sottosviluppato nel resto del sociale, mi sono preso per l'orecchio per un pezzo, perché la critica raramente è una forma d'arte, e le critiche che leggo sui giornali puzzano quasi sempre a messa in mostra.
È evidente che gli scribacchini in una critica ci mettono molto ingegno e creatività.
Ma la creatività costruttiva o non è quotata, oppure non è facile.

Casaleggio e Grillo dicono che la politica si deve rifare.
Ma si deve rifare prima la "cultura" dei cittadini ... cosa che correggevo in "psicologia sociale".

E che la democrazia rappresentativa è giunta alla sua fine ...

Stavolta non solo dissento, ma torno sui vecchi punti:
La nostra natura più profondo è costituita dal rifiuto di confrontarsi con la mortalità e il niente, e dalla strategia innata di preferire l'inganno e l'autoinganno nelle nostre faccende personali e sociali.
Se Casaleggio pensa di avere sufficiente carisma per cambiare la nostra natura ...
E se pensa che il web ci spinge a intraprendere un rapporto con il rapporto con noi stessi ...
No, sono certo che non ci pensa. Le sue riflessioni vanno da un campo nel quale è specializzato a "visioni" collegate vagamente.

La specializzazione di Grillo invece è canalizzare la furia. Che deriva dalle paure.
Ma Grillo "costruisce" sulle visioni di Casaleggio ...

Si può fare qualcosa, e se si può, cosa si dovrebbe fare?
1) All'essere umano non manca l'emancipazione democratica.
La "democrazia" non proviene da una necessità di partecipazione. Infatti tutte le forme democratiche realizzate sono sempre state rappresentative.
La democrazia è un sistema più civile per i giochi di supremazia della percentuale di animali alfa tra gli umani.
2) Ed essendo "civile", si basa sullo "scambio".
3) I governi e le comunità non sarebbero rappresentative, se non fosse insita nella grande maggioranza degli umani il bisogno di farsi "guidare".
La "guida" deve rivendicare autenticità e prospettare più benessere e giustizia, ma è una comunicazione truccata voluta dal destinatario.
L'anima che dopo morto può cercare continuità esiste, perché l'umanità voleva la continuità, non perché qualche furbone l'ha inventata.
Ripeto ancora una volta: L'inganno esiste e persiste ... perché è preferibile alla realtà. Perché crea speranza, e la speranza permette di relativizzare la realtà.
4) La rappresentazione quindi è un mandato per farsi fare speranze.
Che come a volte ammettiamo, è l'incarico per farci ingannare ad arte.
5) Come sottolineano alcune teste pensanti, la democrazia diretta partecipativa ... ha un handicap fatale: Non è un veicolo che riesce a trasportare ideologie.
Probabilmente Casaleggio e Grillo immaginano la democrazia diretta del futuro come grande pompa alla quale giungono tutti i succhi e umori dell'organismo nazione, incluse le grandi linee ideologiche, convergendo e scontrandosi nel camino.
La direzione dei succhi invece avviene in senso contrario:
Le masse chiedono capillarmente il latte perché hanno lo stimolo del succhiare.

Le masse non riescono a creare il latte, perché sarebbe come chiedere ai fedeli di riunirsi e costruire i dogmi e le dottrine a cui voler credere.

Per me è un fatto che le società della specie sapiens hanno personaggi di riferimento che strutturano la società, o perlomeno definiscono la logistica.
Il M5S ha pochissimi personaggi di riferimento, perché il dogma unico del movimento è che non c'è nessuno oltre Allah Democrazia Diretta Patecipativa e il suo profeta Grillometto, che è unico portatore del vero verbo. Una dottrina poco mistica, costituita da un unico filo di nebbia. Troppo poco per annebbiare, creare il vago, la speranza e le interpretazioni.

Non dico assolutamente nulla di nuovo se affermo che la democrazia del futuro sarà costituita da una grandissima maggioranza che sa "identificarsi" in slogan, promesse e pochi personaggi, che la valuta saranno gli "scambi", che si farà tifo per una fazione, e che chi non fa parte della fazione costituisce una contromassa che scatena emozioni aggressive.
Affermo che l'evoluzione graduale della "cultura" sarà talmente lenta, da rimandare la realizzazione della democrazia diretta partecipativa di diversi secoli.
La limitante non è la tecnologia, ma l'essere umano, perché ha bisogno di una speranza situata al disopra della natura umana, che deve farsi presentare da altri.
Diciamola in altre parole:
La democrazia diretta partecipativa si realizzerà quando le popolazioni di primati che attualmente hanno il maschio alfa a capo del gruppo decideranno di divenire comunità di partecipazione bilanciata senza strutture di potere.

Le rivoluzioni avvengono quando le masse assetate di speranza vengono travolte dalla sofferenza reale.
E sempre culminano con la sostituzione dei rappresentanti.

Le masse elettrici di Grillo volevano le teste della Casta, da sostituire con rappresentanti "fidati" selezionati dal M5S. La speranza non è stata esaudita, e la risposta è stata la ritenzione del voto.

Per finire:
Cosa si può fare?
Dare alle masse una maggiore influenza sul processo di strutturazione dei rappresentanti.
Nel senso di aprire il sistema rappresentativo in modo tale da permettere alle masse di modellarlo.

Grillo e Casaleggio vogliono le masse governando se stesse, ma le masse sarebbero già alla meta se potessero bocciare e promuovere.

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