venerdì 14 giugno 2013

La cornice dell'esistenza

La fine di un quadro si suole racchiudere in un perimetro per delimitarlo. Si sceglie una cornice con particolari caratteristiche, spesso non solo per decorare.
Sarebbe interessante una analisi delle cornici dei quadri venduti per milioni negli ultimi decenni ...

La cornice serve a proteggere, terminare, a concludere ... a creare la transizione con la parete. Ha funzione contenitiva e mediatrice.

La cornice in natura potrebbe essere il guscio, la buccia, la corteccia.
Non sarebbe sorprendente, se la avessimo inventato ispirandoci alla natura.
E non mi sorprenderebbe neppure, se i primati in generale avessero la tendenza di racchiudere cose, concetti e azioni in cornici.

Su questo pianeta siamo la specie più autoriflessiva.

La cornice che racchiude i mille zampilli riflessivi dell'umanità sull'esistenza
è la morte.
È importante specificare.
Il perimetro dell'esistenza è la morte.
Ma la cornice è composta sia dal perimetro, sia dalle "decorazioni" opera di religioni, da speranze e illusioni.

Sbaglio se non aggiungo chiaramente, che le religioni non decorano solamente, ma nascono dalla necessità di rendere congruente e accettabile l'esistenza, nonostante sia finita.
La congruenza si ottiene affermando una decorazione transitiva che probabilmente non esiste.

A differenza di un quadro, per il quale in generale la cornice si accoppia una volta che è terminato, le riflessioni sull'esistenza invece partono proprio dalla morte.
Con una unica frase chiara:
È la consapevolezza del futuro prossimo di ineludibile non esistenza personale che da struttura e movimento a tutto quello che compone l'esistenza presente del genere umano.

E quindi è un fatto, che l'aspettativa della morte ci mantiene bestie nonostante la ragione, e condiziona quest'ultima.

Elias Canetti non è affatto uno scrittore con una fissazione, ma un personaggio con una visione chiarissima della realtà umana.

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