mercoledì 7 maggio 2014

Le riforme in discussione

Tra le varie proposte per Parlamento e Senato ce ne sono alcune che vogliono i numeri vigenti negli Stati Uniti d'America:
400 parlamentari e 100 Senatori (eletti due per Stato).

Nessuno sembra ricordare, che nonostante gli USA abbiano "pochi" poltronati, il loro governo è il più caro del mondo.
E ciò non è dovuto agli stipendi, ma a tutto il personale extra che appoggia le camere.
Personale che ha funzioni ben definite, e lavora realmente (non sono certamente portaborse).

Ma per gioco facciamo una ipotesi:
Va bene la riduzione a 400 Parlamentari. Possiamo considerare senza esagerare, che attualmente 200 sono solo scaldasedie e incassa stipendio e vitalizio.
E va bene anche la riduzione a 100 Senatori. Magari con seggi riservati per le regioni o per qualche minoranza.
Ovviamente scelti dai cittadini e non designati dai capopartito.
Potrei anche accettare, che i numeri non si devono ridurre, perché si rischierebbe di non avere sufficienti eletti a lavorare patrioticamente per il paese.
Ma la possibilità della strigliata per programmi e proposte o per non compiere le promesse in legislature anteriori,a mio parere si deve introdurre e proteggere.

Allora alternativamente propongo che si riempiono i seggi, ma si riducono stipendi e rimborsi spese di ognuno in percentuale di astensione + schede bianche + partiti esclusi per sbarramento, etc.
Se tale valore è per esempio il 30%, tutte le indennizzazioni, stipendi e vitalizi vengono ridotti proporzionalmente.
I partiti si "educano" a "rendere" se al potenziale "rendimento" si può assegnare la retribuzione che potenzialmente meritano.

Alternativamente si può anche fare un discorso più fetente:
Per ogni seggio si richiede X elettori. I candidati che ottengono X, ottengono lo stipendio pieno. Quelli che invece lo occupano con meno di X, ottengono stipendio in proporzione e budget spese in proporzione.
Ovviamente per questa alternativa è indispensabile che l'elettore debba scegliere i candidati.

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