venerdì 23 maggio 2014

Le statue di Pasqua

Jard Diamond in "Collapse" tratta il caso del declino e dell'estinzione della civiltà dell'isola chilena di Pasqua.

La popolazione avrebbe sostenuto il culto dei condottieri costruendo le famosissime statue, a costo di disboscare completmente l'isola, fino a spogliare completamente l'isola.
Mantenendo i riti fino all'ultimo albero.

Il declino dell'Italia è certamente dovuto all'ascesa delle economie orientali, ma è aggravato e accelerato dalle "malattie" del paese, nelle quali tuttora si indulge senza decrescerne il ritmo.

L'Italia, anche mentre sta affondando, invece di lanciare l'SOS, di carcare zattere e tronchi per salvarsi, di tappare qualche falla, persiste a ritmo massimo nella costruzione delle sue statue di Pasqua.

Affonda Patria, affonda!

Grillo, che predica la fine da anni, è incapace di adottare una strategia per intervenire.
Colpa: Il suo smisurato amore per l'ideale.

Grillo (e Casaleggio) non è un patriota. Non è uno al quale prudono le mani per poter intervenire e fare meglio le cose (in teoria potrebbe, perché è certo che non avrà mille riguardi per i poteri amici, che vogliono continuare a succhiare linfa e sangue).
Casaleggio e Grillo vogliono arrivare al loro regno di Dio. Il paese è secondario, e il declino è la leva con la quale sanno di avere potenziale per ottenere carta bianca.
Finché il lasciapassare non arriva, il declino, o l'aumento di disperazione è indispensabile per continuare.
Grillo si sgonfierenbbe se ci fosse ripresa percepibile con previsioni di stabilità.
Ma non scomparirebbe grazie alla sindrome di Festinger.
Credo comunque che il movente di Grillo (più che di Casaleggio) non è mantenere uno status o nutrire una fede, quanto avvicinarsi alla meta e arrivarci.
Allontanarsi e subire decrescita lo indurrebbe a abbandonare il campo.
Sarebbe sufficiente una decrescita a 3-4 appuntamenti elettorali, e ogni volta del 1-2%.

Non faccio la riflessione perché desidero la sparizione di Grillo, o perché mi interessa una ricetta per sbarazzarsi di lui e ridare il mercato alla Casta di partiti.
La faccio, perché una meta ambita fortemente detta le azioni, e rende monolitica la coerenza.
Grillo sarebbe una presenza permanente se l'obbiettivo fosse di migliorare, passo per passo, le condizioni della società.
Se i due guru stessero creando pezzetti di una società più funzionale, sarebbe la loro base storica, estremamente solida, per lavorarci sopra e alzare l'edificio.
Se invece l'obbiettivo è riscaldare l'opinione pubblica per aumentare il voto e arrivare alla soglia necessaria per traghettare il paese all'aldilà del paradiso democratico ... il successo non è fattuale, e il modo di misurarlo è la percentuale ottenuta ai voti. Se quella non si avvicina al valore richiesto per arrivare alla meta, ma si allontana, la missione è fallita.

Nel frattempo si costruiscono le ultime statue.

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