giovedì 8 agosto 2013

I crociati

Quasi mille anni fa, quando non ci si preoccupava ancora tanto di mascherare le proprie azioni con il politically correct, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana si prodigò nel motivare eserciti di uomini e accompagnanti (e a quanto continua a dirsi, anche di bambini) per andare con le armi a liberare le terre sante, mai state in possesso degli invasori fino ad allora, dalle orde infedeli che infangavano il sepolcro del Signore Dio Jr., di cui comunque non si conosceva neanche l'ubicazione.

La gente che si mise in marcia era sicuramente formata da individui unici, ma per comodità, e per tirare analogie, mi si perdonerà se farò solo due fasci:
1) Quelli che avevano prospettive di guadagnarci.
2) Quelli che non avevano nulla da guadagnarci e con certezza si mossero per farci guadagnare altri.

Ho dimenticato il Signore Junior, la cui tomba fu ufficialmente alleviata, che avrebbe dovuto essere il beneficiario numero uno delle carneficine. E l'ho fatto apposta. Ma lo ricordo esplicitamente, perché ormai consideriamo in maggioranza, che era un pretesto.

Oggi ci sono alcune centinaia di patate insipide beneficiate direttamente dal fatto di essersi prodigate, o aver avuto l'anatomia ideale, che comunque hanno un unico merito e talento, che è quello di essere incondizionalmente legate al leader politico del partito che sostengono, che è un partito creato per sostenere e favorire il leader. È gente che rinuncia alla propria dignità e senza batter ciglio, tramite voto cambia la cittadinanza di una ragazza leggera.
Ma ci sono anche masse di gente che abbandonano i loro interessi, e sostengono quelli del partito, e mi pare che le analisi fatte finora sugli elettori del PdL (incontro spesso l'offensivo Partito dei Ladroni, ma credo che sia primariamente il Partito dei Lecconi) non siano esaurienti.

Sarà che gli evasori si sentono al sicuro con un Berlusconi al potere, come garante o Santo protettore, ma ... torniamo ai crociati:
Sarà vero che una gran parte partì per motivi "altruistici"? (Per ammazzare "altrui" infedeli?)
Cominciando da quelli che partirono per guadagnarsi quello che ancora non si vendeva come indulgenza, o il paradiso dove altri si aspettano settanta vergini a disposizione personale - che mi creano la domanda impertinente, se in cielo dopo l'uso le riverginano per il prossimo in arrivo ...), non solo riusciamo a immaginarci benefici immateriali o indiretti, ma intuiamo e sappiamo che in verità, la grandissima maggioranza di crociati partiva per trovare qualcosa per se stessa.

E allora per non risultare di essere noi i poveri di cervello, dovremmo pensare con maggior serietà su cosa sperano di ottenere gli elettori di un partito di patate (mi piace il termine incontrato nei commenti su internet) di proprietà di un singolo, che ha un grande scopo, e solo collateralmente si impiccia delle cose che riguardano gli elettori.

Ho un piccolo vantaggio, che è quello di non essere simpatizzante della Sinistra (e neanche della Destra).
E parto dal presupposto, che se decidi di dare delega a qualcuno per rappresentarti, hai delle ragioni razionali.

Non credo di intravederle tutte, ma certune mi sembrano logiche.
In primo luogo, l'elettore generalmente non vota perché il suo rappresentante sostiene valori e principi.
Lo vota perché tutela certi interessi.
Tra gli interessi "italiani" (cioè presenti da qualche parte in Italia, o distribuiti in modo omogeneo), ci sono:
1) I soldi.
2) La sicurezza.

Nessun partito (visto che il voto di scambio è generale) è libero da macchie. Gli eletti (o meglio, quelli scelti dal Principe dei Lecconi) del PdL sono una dimostrazione, che anche la Destra sperpera il denaro pubblico per mantenere personaggi poco efficienti e poco utili (e molti anche difficili da sopportare).
Ma i partiti di Sinistra sono quelli storicamente legati alla pratica dell'assistenzialismo statale che degenera nell'abuso.

In una tavola rotonda di politici mi piacerebbe sollevare la domanda, chi approva la pratica di assegnare posti di lavoro statali e comunali, invece di rendere più efficiente il servizio con il minimo di spesa pubblica.
(Ma so che li per miracolo diranno tutti la stessa cosa!)

Poi chiederei in giro per tutta l'Italia, chi ha il vizio di sperperare il denaro pubblico in tal modo, e credo che in diverse regioni la risposta additerà la Sinistra.

Molti elettori della Destra sono persone che pagano le tasse, convinti che la maggior parte di quello che pagano viene usato generosamente per mantenere chi non le paga, sia che arrivino via mare, o che vivano dove fa più caldo. (Altri invece preferiscono la Destra perché è da li che sono arrivati i favori e le "sistemazioni", e perché la Destra ha l'immagine di persone del fare, nel senso che crea benessere, mentre la Sinistra si dedica a distribuirlo senza saperlo creare, e quindi in pratica riduce il benessere di chi ne godeva per capacità propria :)

Esiste poi la Convinzione, che la percentuale di gaglioffi stranieri che vivono in Italia sia maggiore degli italiani gaglioffi, e che le Sinistre tutelano i deboli, incluso i delinquenti, che poi accorrono in branchi al paese della Cuccagna..

Mi fermo a questi due casi, che sono completamente ragionevoli, senza dedicare neanche uno sguardo ai fanatismi.

Comprendo e condivido le preoccupazioni:
Da un lato c'è la coscienza sociale, che ci spinge a intervenire se qualcuno soffre una sciagura e non può uscirne da solo. E dall'altra c'è la diffidenza per chi chiede appoggio, solo perché è un modo facile per condurre la propria vita.
Qualsiasi forza politica che non tratta il problema integralmente, ha una precisa ragione per farlo (è passata l'era dell'ingenuità): È per scopo manipolativo.
I partiti preferiscono l'elettore radicalizzato, che vota per tutelare qualche interesse, mentre accetta azioni autonome che vanno contro l'interesse generale, anziché l'elettore razionale e ponderato, che vota per questioni di interesse comune chi prospetta di averne maggior cura.

Noi astensionisti siamo calcolati. Siamo la fetta di mercato elettorale alla quale non si offre una proposta politica, perché il sistema politico è costruito sui partiti.

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