giovedì 22 agosto 2013

La voglia del padrone

Quindi ieri gli annunci erano che ci si intende, e oggi invece dopo tre ore di ricerca di intese faccia a faccia ... risulta che sono "distanti" (parlo di Letta e Alfano).

Letta ieri o cantava la ninna nanna per addormentare i bambini elettori, oppure dormicchiava lui.
E oggi o si è svegliato, oppure non c'era modo di negare ancora la realtà.

La realtà chiara ad altra gente da moltissimo tempo:
La ditta politica di Silvio Berlusconi è proprietà sua, e i suoi dipendenti, pagati con soldi pubblici, perché agli elettori piace pagare per salvare Dio (mi chiedo, a cosa ricorrera Razzi in futuro per superarsi ancora una volta. Qualche settimana fa Berlusconi era il Messia. Ora è Dio.Non gli rimane niente al disopra per leccare ancora una volta la mano del padrone.), ai suoi dipendenti è chiarissima la missione.
Siccome la ditta non ha un fine diverso da quello di fare le voglie del padrone, è facilissimo essere unanimi.
Niente dissidenti, e tutti compatti a votare qualsiasi cosa il padrone chieda, ad andare in piazza per azioni o vergognose, oppure stupide.

La "lealtà" a Berlusconi più che lealtà è adempimento delle mansioni del vero incarico svolto nell'azienda.
E ... se consideriamo che la grandissima maggioranza della corte Berlusconiana deve solo premere a scatto il bottone, e fare dichiarazioni a suo favore, guadagnare 20,000 Euro o più al mese sono una paga STRAORDINARIA, per la quale altrimenti si dovrebbero avere capacità e conoscenze di spicco.

Quindi caro Silvio, il massimo che posso ottenere nella vita me lo dai tu, e se ti devo leccare i piedi e altre parti del corpo, e rimanere nella storia come uno o una che vende tutto di se stesso/a ... non è chiedere troppo da parte tua!

Silvio forever!


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