martedì 29 ottobre 2013

Non ho la statura

Stamane alla radio, durante l'intervista di un astronomo, col quale la conduttrice si alternava citando Kant, Alberto Magno e alti filosofi, sopraggiunse una domanda da un ascoltatore, che chiese se i due erano credenti.
Alla quale prima l'astronomo rispose affermativamente (cosa che mi parve chiara per uno che legge Alberto Magno e ammira che nel tredicesimo secolo parlasse di galassie), e la conduttrice confermò con altrettanta certezza, ed ebbe anche da aggiungervi che le manca la statura per questionare Dio.

Quindi sarebbe un fatto di statura ...

E vorrei sapere, quali sono i requisiti per ottenere il permesso per farsi e fare domande.

Dovremmo allora restringere il circolo di gente sufficientemente preparata, e prendiamo per certo, che conoscere Kant e altri filosofi, e poterne parlare, non è ancora un livello sufficiente.

Questa esclusione è molto particolare.
Da un lato abbiamo una moltitudine di personaggi che nella storia si sono espresse con certezza su Dio, sulle sue qualità, sui suoi propositi, sulla storia e sulle faccende celesti (gli angeli delle potenze mondiali che lottano - libro di Daniele), che parlano dei mondi oltre quello visibile, e dall'altro, gente che riconosce di non avere la "statura" per chiedersi, se è tutto vero, o se tra le cose affermata dal clero vi potrebbe essere anche qualche balla.

Sospetto che molti ascoltatori della conduttrice risponderebbero, che ovviamente ci sono le bugie, e che generalmente ognuno ha la statura per riconoscerle.

Momento in cui la cosa si fa più complicata, perché probabilmente nessuno esprimerà una linea ufficiale, semplice e chiara, che permette di vedere le frottole nero su bianco, lasciando al contempo chiaro, quali sono le cose "elevate" sulle quali non possiamo valutare.

Una delle poche linee chiare che conosco è quella dei fondamentalisti, che affermano che la Bibbia è parola di Dio, e inferno, purgatorio e paradiso non sono descritti affatto come li conosciamo dalla Chiesa del Medioevo, per cui si possono scartare.
Spiacentemente anche li rimane il buio. Per le favole la Chiesa sempre trova la parola ispirata che perlomeno da uno spunto giustificante ai dogmi, e molte questioni di accesa controversia tra le sette cristiane sono confermate con versetti biblici da ognuna delle parti contendenti.

E rimane la critica esegetica e storica alla Bibbia, che non lascia molto in piedi da un lato, mentre da quello opposto "ricostruisce" scenari "possibili" somiglianti a quelli biblici, conciliando tutte le controversie con una infinità di congetture.
Per fare un esempio:
Nonostante il fatto, che studiosi seri riconoscono apertamente, che i quattro evangelisti NON sono contemporanei di Gesù, ne conoscono alcun contemporanei, e che raccolgono tradizioni orali e scritte, sicuramente lontane da testimoni oculari ... ci sono i mediatori che riescono a fare talmente bene lo slalom, da confermare la possibilità che i racconti dei vangeli (contrastanti tra di loro) siano tutti "possibili", nonostante la certezza che abbiamo, che i vangelisti non sono informati, e che creano conferme e eventi.

Posso dire una cosa:
La statura per esaminare contraddizioni, falsità, situazioni storiche ed esegetiche che ampliano l'orizzonte per inquadrare certi testi "sacri", la ha ogni essere intelligente.
Se sei cristiano, e al leggere il libro dei Mormoni riesci ad intravedere le frottole e le parti deboli dell'invenzione, hai anche la statura per leggere allo stesso modo le cose che ti sono state inculcate come religione dei tuoi padri. Hai solo bisogno di onestà e sincerità con te stesso.

O, per riallacciare un discorso fatto diverse volte in passato:
Dovresti ignorare la "paura originale" della tua propria fine e di quella della specie, e ragionare partendo da una posizione stoica e rassegnata.

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