mercoledì 23 ottobre 2013

Sincerità sottosuolo

Le opinioni sorgono spesso a partire dalle opinioni di altri.
E i promotori di opinioni sono parecchi.

Ogni giorno spreco parte del mio tempo per conoscere opinioni altrui.
E mi rendo conto, che la redazione di opinioni avviene principalmente con lo scopo di schierare.

Un fatto che mi stona, perché personalmente io inseguo la chiarezza. Rendere le cose più chiare e me o ad altri, distogliere dalle distrazioni per focalizzare su certi fatti, intenzioni o significati.

In questo momento d'improvviso mi confronto e sento le differenze.

E mi rendo conto, che il disagio che spesso provo leggendo commenti "commerciali" (ovvero di professione o parte) è dovuto al fatto che rilevo chiaramente il basso grado di sincerità.

E voglio davvero cercare il pelo nell'uovo.
Non considero neppure "Libero" e "Il giornale", dove ho letto articoli sommamente manipolativi, rozzi e offensivamente mediocri nei metodi.
Preferisco prendere un esempio dal Fatto Quotidiano:
Come fa un giornalista a chiudere due e più occhi su crepacci visibili nell'operato e nel programma Cinque Stelle, e a rendersi complice dell'omertà massima del circolo dirigente dei Cinque Stelle, cioè su come funzionerebbe l'Italia partecipativa?

So che non si tratta di una domanda che non è mai sorta.
Si è apparsa diverse volte per mano di lettori nei commenti.
Ma i giornalisti di punta non ne vogliono parlare.
E solo me lo spiego se assumo che ci hanno già pensato, e bene.
E hanno perlomeno tanti dubbi quanto me sulla fattibilità della cosa.

Cosa li spinge allora a sostenere l'azione di Grillo?
Pragmatismo, perché è perlomeno l'unico ariete che davvero potrebbe sfollare la Casta?
Strano! Non credo neppure per un momento, che davvero abbiano un secondo la speranza, che la Casta dispersa non si forma nuovamente con facce nuove a fare esattamente le stesse cose che ha fatto fino ad ora!

Sarà allora cinismo nell'accettare, che cacciare la Casta e poi tentare qualcosa che non funzionerà sarà una sufficiente tabula rasa per incamminarsi in seguito verso un sistema nuovo e diverso, possibilmente di carattere partecipativo, ma attualmente indefinibile?

Un "medico" che vuole convincere pazienti e familiari a un intervento chirurgico, del quale non ha affatto esperienza, idee, ne conoscenze teoriche, solo perché ha la sola certezza, che si deve tagliare, aprire e vedere, per poi decidere cosa è meglio fare ...
descritto cosi non ci sembra affatto affidabile, ne etico.

Giornalisti omertosi forse non meritano un due come voto, ma dal sei sono molto ma molto lontani, tanto, da meritare la bocciatura.

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