domenica 8 settembre 2013

La democrazia capillare

La democrazia diretta, come presentata sommariamente da attivisti del M5S più informati, perché non è un tema che portano in piazza o sul blog di Grillo per approfondirlo,
per quel che si capisce fino ad ora, e considerando la realtà italiana, sarebbe in realtà questo:

Dopo i dovuti cambi alla Costituzione, cessano di esistere i partiti come rappresentanti di fette di elettorato, e i personaggi incaricati al dibattito legislativo fungono come portavoce o cristallizzatori della scelta di una maggioranza senza quorum su rete.

I personaggi quindi non dibattono neppure. Perché è la maggioranza che decide ogni singolo dettaglio e ... con qualche squadra specializzata a formulare e agganciare al corpo legislativo vigente, formula leggi.

Quando Grillo insiste che ha bisogno del 50% + 1 è esattamente la maggioranza legislativa che cerca.

Rispetto ad oggi, non ci sarebbero più le opposizioni mantenendo vivi i loro programmi o chiedendo leggi o aggiustamenti per il loro elettorato.

Se prendiamo un esempio:
Il reddito cittadino. Penso che se chiediamo a ogni cittadino se vuole che a ogni cittadino maggiorenne si assegni un reddito di 1000 Euro al mese, la maggioranza sarà a favore. (esagero. Ma permettetemi farlo per finire l'esempio).
Ci sarebbero quindi volontà maggioritarie di alto impatto, e ai tecnici resterebbe fare le somme e rendicontare in quale situazione ci si mette.
Immaginiamo ora, che la maggioranza capisce che la cosa non si può pagare, ma rifiuta sa aumenti di tasse, sia rinunciare alla richiesta di legge.
Sarebbe allora l'elettorato che fa scoppiare  ... la democrazia diretta?

Io riesco ad immaginare uno scenario simile, in cui la maggioranza chiede e rimane ferma su cose che equivalgono al fallimento dello stesso sistema di partecipazione diretta.
Vorrei che Grillo andasse in televisione a dire ad alta voce, che gli italiani oggi sono responsabili, e poi deve spiegare perché la maggioranza vota PD e PdL, e l'altra maggioranza non vota neanche il M5S e preferisce astenersi.

La seconda difficoltà è il grado di partecipazione.
Nella democrazia diretta parteciperanno potenzialmente un 20% di elettori di Berlusconi e dei gruppi di destra. Un 20% di sinistra (è un modo di dire, perché il PD non ha molto di sinistra) e un 20% di Grillo. Un altro 20 sono gruppi minori, e l'ultimo 20 sono quelli impossibili da soddisfare (vi assicuro che molti sappiamo perfettamente perchè).
Questi sono quelli chiamati a proporre e decidere.
Grillo avrà quindi
1) Lobby e voti pagati in massa, che unanimamente chiederanno e confermeranno certe scelte.
Como fa a bloccare leggi che indeboliscono la protezione ai lavoratori, o aumentano l'aggravio fiscale sul consumo, risparmiando i ricchi? Crede che riuscirà a mobilitare le masse, se in un anno ci sono 200-500 leggi da votare, e la gente abituata a votare una volta ogni cinque anni in gran maggioranza non vi prende parte?
In una frase:
La partecipazione pagata e quella volontaria come staranno a confronto?
2) Il sistema di Grillo sarà una democrazia di attivisti e volontari.
La percentuale di posizioni estreme sarà molto alta.
Chi è di estrema destra o sinistra, è un attivista, perlomeno  nel senso che parteciperà regolarmente a sostenere richieste che soddisfano il suo modo estremo di vedere le necessità della società.
Avremmo quindi nella democrazia diretta senza quorum una contrapposizione tra volontà relativamente pesanti di estremisti, e cittadini moderati e responsabili che dovranno frenarli.
Un dispendio di attività democratica, a mio parere.
3) La democrazia diretta non eliminerà le ideologie, e secondo me, non eliminerà neppure le iniziative di influenzare il pensiero.
Berlusconi non chiuderà le sue televisioni e le sue case editrici, e non credo affatto che sarà facile VIETARE qualsiasi tipo di commento o presa di posizione su argomenti politici sui mezzi di comunicazione.
Formare opinione quindi o continuerà in misura ancora maggiore di ora, per "informare" i cittadini attivi nella vita democratica, oppure si proibiranno in tronco, permettendo solo la discussione diretta sulla piattaforma.
In quel caso, sarebbe censura, ma non funzionerebbe comunque.
I gruppi di interesse investirebbero in personale reale, per creare opinione sulla piattaforma.
A quel punto, si devono escogitare meccanismi di controllo e sorveglianza, per escludere cittadini dalla partecipazione, perché sono telecomandati.

Per concludere:
O a Grillo e ai sostenitori ciechi della democrazia diretta non funziona il cervello, oppure sono in malafede, sanno quali brutture arriveranno presto per blindarla dalla libertà dei cittadini, e non ne parlano apposta, perché ritengono che la linea dura è indispensabile per ottenere una società migliore.

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